Valle Brembana Fiume Brembo in pienaTre ore di pioggia battente in Valle Brembana. La piena si prese 5 persone
Ma l'acqua nei giorni precedenti aveva già ingrossato il fiume Brembo. In quel sabato pomeriggio devastate strade, case, intere località.

VALLE BREMBANA – Devastata la Valle Brembana. Valle Brembana tra fango e rovine. Sono solo due dei titoli dei quotidiani di quegli indimenticabili giorni, per una volta privi di esagerazioni in cerca di attenzione e scoop. Già perché, davvero, di quel 18 luglio 1987 il verbo più calzante è: devastare.  

Venne devastata per prima cosa la vita di cinque persone, le cinque vittime: Remo Cortinovis, 34 anni di Lenna, che annegò nel portare l'auto al riparo nel box; Angelo Salvetti, 22 anni di San Giovanni Bianco, che dentro l'auto in panne venne travolto dal fango a e fu ritrovato giorni dopo nell'Adda a Canonica; Paola Tornaghi, un'altra 22enne stavolta di Sesto San Giovanni anche lei sorpresa dalla valanga d'acqua a Mezzoldo; Marco Tamburini, 22 anni di Mediglio (Milano) e Barbara Orlando, appena quindicenne di Longuelo: i loro corpi non sono stati più recuperati.

Devastate, dunque, le loro giovani esistenze e quelle delle loro famiglie. Ma con loro distrutte le strade (la statale da a Piazza Brembana venne distrutta da enormi voragini i almeno otto punti), le case, paesi interi: a due giorni dall'esondazione del Brembo c'erano ancora cinque centri totalmente isolati: Mezzoldo , Piazzatore , Ornica , Valtorta e Foppolo , mentre altri diciotto lo erano parzialmente. Mezzoldo, ma lo si capisce anche dalle vittime, fu il paese che pagò il prezzo più alto alla furia dell'acqua: detriti, massi e fango spazzarono via cinquecento metri di strada provinciale mentre decine di edifici vennero travolti. Ma cosa accadde quel sabato di vent'anni orsono? Successe che il cielo riversò acqua per tre ore: quasi duecento minuti di pioggia incessante pari ad altrettanti, e anzi qualcosa di più, millimetri d'acqua. Duecento e rotti millimetri che da soli non avrebbero forse provocato una sì grande tragedia, ma che si andarono a sommare alle precipitazioni dei tre giorni precedenti quando, in pieno luglio, la pioggia la fece da padrona cominciando a ingrossare torrenti e . La situazione era già dunque tutt'altro che ottimale quando, il 18 luglio, si scatenò il nubifragio determinante. Successe nel primo pomeriggio e in alta valle fu subito disastro. Poi, alle 17, l'ondata di piena raggiunse Olmo al Brembo e un'ora dopo San Giovanni Bianco e San Pellegrino Terme. Nel caos generale partì in gran fretta l'operazione soccorso: l'unità operativa fu istituita a Piazza Brembana, nella sede della : carabinieri, vigili del fuoco polizia, Croce rossa, volontari si misero al lavoro senza fermarsi per mettere in salvo quanti erano rimasti isolati, per portare viveri e medicinali. Durante questa fase incessante di operatività, due giorni dopo il disastro un elicottero precipitò dopo aver urtato i fili dell'alta tensione: due passeggeri a bordo rimasero feriti. Poi, poco a poco, iniziò la ricostruzione vera e propria, la rimessa in sesto di quanto devastato per centinaia di miliardi delle vecchie lire. Oggi, vent'anni dopo, in Valle Brembana, gran parte di quelle ferite, pur profonde, sono rimarginate.

L'Eco di – 18/07/2007

ALCUNE IMMAGINI DI QUEI GIORNI A BRANZI E IN ALTA VALLE BREMBANA