Bergamo, più seconde case, ma l’appeal è in caduta libera
Senza categoria Articolo letto da 1.972 utenti - Pubblicato il 24 Aprile 2008Anno 1981: nelle valli bergamasche e nelle zone dei laghi le seconde case sono 50 mila, per una presenza annua di 10 milioni e 700 mila persone che però si fermano per periodi molto brevi. Anno 1999: le costruzioni sono aumentate del 10%, ma le presenze arrivano solo a superare gli undici milioni e rimane il dato del forte sottoutilizzo delle seconde case. Anno 2008: il costruito aumenta di un ulteriore 15%, ma gli altri numeri rimangono invariati. Cosa è successo, o meglio cosa non è successo? Del turismo delle seconde case in bergamasca si è parlato in Università a bergamo in un incontro organizzato dal professor Andrea Macchiavelli, a cui hanno partecipato il presidente di Appe-Confedilizia Roberto Margiotta, il direttore Antonello Pagani, l'agente immobiliare Piernando Gallo e Gianfederico Belotti, direttore della pubblicazione «Case & Terreni» in allegato il mese scorso a L'Eco di Bergamo e vero «termometro» dei prezzi immobiliari in provincia. Ed è da questi dati che è partita la riflessione:
Oggi possiamo parlare di crisi del mercato immobiliare, anche se a Bergamo non siamo ancora di fronte a vere e proprie riduzioni dei prezzi – ha detto Pagani. Il turismo è il settore che risente meno di questa crisi, anche se in alcune situazioni si comincia ad avvertire». Piccoli segnali di regressione che non riguardano certo i centri di maggiore attrazione turistica come San Pellegrino Terme, castione della presolana, Carona, Foppolo, Lovere e Sarnico , dove si parte dai 2.000 euro al metro quadro per arrivare ai 3.550 di un immobile a Lovere con vista (senza vista si scende a 2.600). Ma anche altri paesi come Branzi, Piazza brembana e Clusone hanno «seminato bene» e oggi superano i 2.000 euro al metro quadro, senza contare le prospettive legate al futuro termale a 5 stelle di San Pellegrino.
In generale l'ottimo rapporto qualità-prezzo è una caratteristica delle seconde case bergamasche, che però non porta solo effetti positivi: La carenza di servizi, lo svuotamento delle aree montane, la viabilità difficile, lo scarso impegno nella promozione del turismo portano a un sottoutilizzo degli immobili e soprattutto di scarso impulso alla locazione – ha spiegato Gallo: oggi la seconda casa viene vista soprattutto come investimento e il prezzo basso non incentiva ad affittare l'immobile per recuperare i costi. Senza contare che, e mi riferisco soprattutto alla Valle Brembana, mancano agenzie immobiliari specializzate per questo mercato. Insomma un «buen retiro» per il milanese che ha voglia di passare qualche giorno nella natura e allo stesso tempo di investire i suoi risparmi.
La seconda casa viene spesso considerata una forma di accoglienza turistica poco efficace – ha commentato Macchiavelli –, eppure il mercato immobiliare può incentivare molto il turismo, di esempi ce ne sono parecchi. Credo che questo nodo del sottoutilizzo sia da risolvere nell'interesse di tutti gli operatori turistici bergamaschi, anche degli stessi albergatori che vengono comunque penalizzati se si creano i “paesi fantasma”.
Monica Colombo – L'Eco di Bergamo
AFFITTO CASE E APPARTAMENTI – VENDITA CASE E APPARTAMENTI
Una risposta a “Bergamo, più seconde case, ma l’appeal è in caduta libera”
Scrivi il tuo Commento
You must be logged in to post a comment.
Inserito il 24 Aprile 2008 alle ore 08:37 GMT+0100
L’ennesimo convegno in cui si ribadiscono fatti che sono, o dovrebbero essere, noti a tutti. Le seconde case, da anni, non sono più un’opportunità per il turismo nelle valli. Sono diventate un problema, perché compromettono la qualità ambientale e urbana. Il turista, anche milanese, non ha nessuna voglia di ritrovarsi in una specie di periferia milanese con un po’ di abeti in più, ma senza i servizi. Far costruire seconde case è una strada facile da percorrere, molto facile, ma a guadagnarci sono sempre e solo i costruttori e gli immobiliaristi, non i nostri paesi.