Ha iniziato a occuparsi di amministrazione pubblica e politica appena compiuti i 18 anni. E, da allora, non ha mai «bucato » un appuntamento. Eletto assessore a , poi ad , è stato per due mandati sindaco a . L'altro ieri la quinta elezione consecutiva, in un quarto Comune, , dove è stato consulente tecnico per due lustri. Michele Villarboito, 43 anni, architetto, leghista, appassionato di giardinaggio, è ormai soprannominato il collezionista di Comuni. E anche questa volta ha centrato l'obiettivo.

Una domanda d'obbligo: qual è l'ingrediente per farsi sempre eleggere? «Probabilmente bisognerebbe chiederlo a chi mi vota. Penso, comunque, di lavorare bene, senza la presunzione di dire che non ho mai sbagliato nulla. La determinazione non mi manca e poi sono riuscito sempre a circondarmi di validi collaboratori». Lei è architetto, consulente per le amministrazioni pubbliche e direttore tecnico di imprese edili. Anche questo l'ha aiutata nelle campagne elettorali? «Sicuramente. Al Politecnico di mi sono specializzato in Lavori pubblici, una figura ancora poco diffusa. E ricordo che, già da studente, i Comuni mi cercavano per fare consulenza».

A Serina ha anche aperto una comunità alloggio per malati psichiatrici. Un'attenzione al sociale? «È l'altra prerogativa che ritengo di avere e che mi sta aiutando in questi anni. Ho avuto la fortuna, in famiglia, di nascere e crescere con una sorella disabile. Questo mi ha facilitato nei rapporti sociali e anche nel comprendere quali siano i veri problemi della vita. Nelle mie amministrazioni, quindi, ho sempre avuto una particolare attenzione per il sociale, le famiglie e i più deboli, cosa che farò anche ad Aviatico». Ripercorriamo la sua carriera amministrativa. Che parte da San Giovanni Bianco, paese d'origine. «La politica mi ha interessato da subito, fin dall'università. Così mi candidai con Attilio Gasparini. Fui subito nominato assessore all'Urbanistica e nel sindaco trovai una persona speciale che mi consigliò come un padre. Finito il mandato mi iscrissi alla Lega.

Fu il partito a chiedermi di candidarmi ad Almenno San Salvatore dove, ancora come assessore, trovai un altro sindaco importante, Ivano Locatelli. Fui il secondo consigliere come preferenze. Intanto mi sono sposato a Serina, dove, nel 2001, ho fondato la sezione locale del Carroccio. Poi due mandati da sindaco, il primo con il 63% delle preferenze, e nel 2008 con il 76%. E ora Aviatico con l'82%». A Serina si era candidato anche come consigliere e ha ottenuto un sacco di voti. Forse la richiesta dei suoi elettori era di rimanere a Serina? «Per la precisione ho avuto 182 preferenze, un numero, penso, che non si è mai visto a Serina. Sicuramente il segno della gratitudine della comunità, un segno che mi ha inorgoglito. I serinesi, comunque, possono stare certi: anche se ho dovuto lasciare il posto di consigliere sarò sempre disponibile a dare una mano». Delle cinque vittorie elettorali quale ricorda con più piacere? «Non c'è n'è una in particolare. Tutte sono state bellissime. E se l'ultima è sempre la più bella è anche vero che la prima, come l'amore, non si scorda mai». Timore di essere criticato per cercare sempre e comunque una poltrona? «Le poltrone che contano non sono quelle da sindaco». E il parapiglia con alcuni esponenti della minoranza di Serina alla vigilia del voto? «Preferisco non commentare più, se ne occuperanno gli avvocati».

Il turismo sarà uno dei punti da sviluppare? «Di sicuro. Ho già firmato un contratto con Tv per uno spot che andrà in onda dal 10 giugno: ci sono io con la fascia da sindaco che ricordo come Aviatico, grazie al Poieto, ha un pezzo di Alto Adige». E la famiglia è contenta di questo suo continuo pendolarismo amministrativo? «Devo dire che mia moglie non mi ha mai ostacolato ma, in questi anni, non mi ha neppure mai accompagnato in nessuna cerimonia pubblica. Preferisce restare una semplice cittadina e non la “moglie del sindaco”. I figli? Riccardo, otto anni, mi ha chiesto se, in caso di vittoria, avremmo dovuto cambiare paese. Gli ho detto che quando sarà grande capirà come funziona la politica».

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di Bergamo