stemmaVal Brembilla – Alla fine ci sono sia l'aquila sia la croce. Di più: nel nuovo gonfalone di Brembilla, Comune nato lo scorso febbraio dalla fusione di Brembilla e , i due simboli saranno appaiati. Sullo stesso piano. Questo per sottolineare l'uguale importanza di cittadini e territori, ora uniti sotto un'unica insegna. Nell'ultimo Consiglio comunale l'amministrazione ha dato il via libera all'adozione dello stemma, con il voto contrario della minoranza «Insieme per Val Brembilla» guidato dall'ex sindaco Gianni Salvi (mentre l'altra lista d'opposizione, rappresentata da Andrea Genini, ha dato il suo assenso). L'iter è stato delicato, anche perché la maggioranza ha voluto coinvolgere l'Ufficio araldica pubblica, per ottenere una consulenza e, in un secondo momento, un'approvazione ufficiale.

«Da una parte volevamo uno stemma conforme alle norme dell'araldica – conferma il sindaco Damiano Zambelli – dall'altra abbiamo avanzato la richiesta agli esperti perché trovassero una sintesi tra i due simboli che, storicamente, hanno accompagnato i comuni di Brembilla e Gerosa». Su questa idea, infatti, si è mossa la Giunta capeggiata da Zambelli: «L'intenzione era di non stravolgere i vecchi stemmi affinché i cittadini potessero identificarsi col nuovo». L'obiettivo – che pare essere stato raggiunto – va nellaValli e Imagna direzione di «raccontare la fusione dei due paesi, insieme alla loro storia, ponendo sullo stesso livello gli emblemi tradizionali – spiega il primo cittadino –. Brembilla e Gerosa si fondono. E così fanno i loro stemmi. Questa importante fase della storia sarà espressa a lungo con il gonfalone che ha appena ricevuto l'ok. Sarà la testimonianza del passaggio per le generazioni future». Il capogruppo di minoranza Salvi aveva proposto un'altra linea: «Lasciarlo così com'era – spiega – perché se guardiamo al passato scopriamo che i due comuni, insieme a , erano un tutt'uno sotto l'insegna dell'aquila. Abbiamo già preparato una relazione da inviare all'Araldica. Perché chi non conosce la propria storia, non è in grado di costruire il futuro».

Nel corso della seduta ci sono state importanti novità sul fronte del diritto allo studio. La principale riguarda l'asilo nido che «cambia struttura e unisce le due realtà presenti sul territorio, cioè il vecchio servizio e il nido in famiglia – illustra Zambelli –. Un unico complesso in grado di soddisfare le esigenze del neonato comune, gestito da quest'anno dalla Fondazione Santi Innocenti, che già amministra la scuola dell'infanzia. In questo modo, sotto lo stesso progetto formativo, l'esperienza dei bambini, fino a sei anni, troverà maggiore continuità e competenza». Ma non finisce qui: «Abbiamo messo a punto uno stanziamento, per l'anno scolastico 2014-2015, pari a 363 mila euro. Che significa un aumento nell'investimento di quasi 50 mila euro rispetto ai precedenti piani. In particolare sono stati destinati 15 mila euro per l'abbattimento delle rette per il nido; un aumento del 15% del contributo per la scuola d'infanzia e uno del 20% per l'istituto comprensivo. «Abbiamo votato a favore – dice Salvi – perché è un piano articolato che ricalca ciò che avevamo portato avanti con la mia amministrazione».

Alberto Marzocchi – L'Eco di

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