Santa Brigida – Il di cresce anche grazie ai giovani. Seppure in montagna, nel capoluogo dell'alta Brembana, i piccoli negozi sembrano ancora resistere. Qualcuno resiste alla crisi del commercio e soprattutto alla concorrenza dei grandi centri di vendita della città o dei paesi del fondovalle. Giovedì due giovani imprenditori apriranno un panificio in centro paese. Si tratta di Luciano Arioli, 34 anni, e di sua moglie Elisabetta Manganoni, 29 anni.

«L'idea di buttarci in questa avventura è nata già nel 2007 quando abbiamo ritirato il laboratorio da un panettiere che andava in pensione – spiega Luciano, che prima di infornare il pane è stato operaio in una ditta per dieci anni e in precedenza ha lavorato stagionalmente in alcuni panifici della zona –. In questi due anni abbiamo lavorato tutte le notti, tranne a Capodanno e il 1° maggio, distribuendo il pane in paese, nei negozi della Valle , a Mezzoldo e a Piazza Brembana nei giorni feriali, mentre nei festivi anche a e Camerata Cornello. L'attività sembra andare a gonfie vele, quindi abbiamo deciso di rinnovare anche i locali vicini al laboratorio per creare il nostro negozio».
Così giovedì, al civico 5 di via Colla, si alzeranno le saracinesche del nuovo negozio. Pizzette, panini speciali e focacce ancora caldi accoglieranno i clienti all'apertura del locale. «Apriremo solo la mattina, dalle 7,30 alle 12,30 – prosegue la moglie Elisabetta, che, prima di aiutare il marito in panificio, ha lavorato nel settore commerciale –. Assumeremo un operaio per lavorare con Luciano la notte, mentre io mi occuperò della gestione del negozio».

In paese, attualmente, si trovano altri tre alimentari, ma i coniugi Arioli, con un pizzico di quell'entusiasmo che non guasta, non si fanno intimorire. «Speriamo che vada tutto bene – dice Luciano, mentre lega la bandana alla figlia Giulia, 9 anni, prima di essere fotografati –. Questo negozio è stato sistemato da noi: di notte si infornava e di giorno ci siamo cimentati in idraulici, imbianchini e muratori, anche grazie all'aiuto di mio suocero Luigi».

Eleonora Arizzi – L'Eco di Bergamo

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