San giovanni Bianco – Altra tegola su San Giovanni Bianco. Dopo il buco finanziario del Comune, ora i problemi arrivano dal palasport. Da alcuni giorni le società sportive che utilizzano la struttura comunale di via , in particolare il «Centro pallavolo 27», lamentano mancanza di acqua calda e ambienti freddi. E ieri le classi elementari che dovevano entrare per le lezioni di ginnastica hanno rinunciato «perché i locali sono stati trovati sporchi», spiega il dirigente scolastico Franco Bonzi. Ma i disagi al palasport sembrano trascinarsi da tempo, dovuti sostanzialmente alla situazione debitoria dei gestori, vincitori della gara d'appalto quattro anni fa: debiti nei confronti del Comune (il canone annuo) e dei fornitori di metano ed energia elettrica.

«Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) – spiega ancora Bonzi – le insegnanti delle scuole elementari hanno trovato i locali sporchi, quindi per noi erano inutilizzabili. Si è così deciso di fare lezione di ginnastica all'esterno, ai vicini giardini pubblici. Scriverò sia all'amministrazione comunale sia al gestore per denunciare la situazione, con la speranza che non si ripeta più».

Da giorni, invece, proseguono i disagi per le 11 squadre di pallavolo (di cui otto del settore giovanile), per un totale di circa 120 ragazzi, del «Centro pallavolo 27» che utilizzano il palasport per allenamenti e partite ufficiali, praticamente tutta la settimana. «Da metà marzo la palestra spesso è fredda – dice il direttore sportivo Fausto Rota – come spesso è mancata l'acqua calda. Ancora oggi (ieri per chi legge, ndr) la temperatura in palestra è bassa. I genitori si lamentano dei bambini che si ammalano perché si allenano al freddo, e non possiamo che indirizzarli ai gestori. A volte saltiamo gli allenamenti e lo scorso 27 marzo, sempre per mancanza di acqua calda, abbiamo spostato una partita di campionato a . Purtroppo non sappiamo più a chi rivolgerci. Speriamo di avere un incontro col sindaco per capire la situazione e per riuscire a risolvere il problema. Perché, per la nostra società sportiva, il palasport è vitale». Ma al palazzetto ci sono anche gruppi di arti marziali, ginnastica, calcetto e basket. Mentre il bocciodromo è chiuso da tempo.

A monte dei disagi ci sono le difficoltà economiche del gestore. «È vero, abbiamo debiti verso i fornitori di gas, di energia elettrica e verso il Comune – dice uno dei titolari, 29 anni, di Trezzo sull'Adda – ma, purtroppo, nelle condizioni attuali, il palasport rende poco da un punto di vista economico. Dal tetto ci sono infiltrazioni d'acqua e la copertura è isolata male, così il riscaldamento ci costa tantissimo. Solo il bar e qualche spettacolo che organizziamo nello spazio del bocciodromo rendono qualcosa. Per il resto i sono eccessivi. Evidentemente abbiamo fatto male i conti quando quattro anni fa abbiamo vinto la gara per la gestione». «Abbiamo anche avuto problemi alla caldaia – continua il gestore – poi riparata, e ora l'acqua calda c'è. Le pulizie le facciamo io, mio fratello e mia madre, perché la signora che c'era prima non riusciamo più a pagarla. Stiamo facendo il possibile per andare avanti, ma le spese sono troppe. E non è neppure colpa dell'amministrazione, che si è trovata un palasport in tali condizioni».

Resta il problema del canone non pagato. «Il Comune ha intimato ai gestori il pagamento degli arretrati – conclude il segretario Francesco Lograno –. In caso di inadempienza, il 30 giugno dovranno lasciare il palasport».

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di