Sei mesi per presentare una proposta sul futuro 'ospedale di San Giovanni Bianco. È il tempo che il gruppo di maggioranza (Pdl, Lega nord e Indipendenti) in Comunità montana Valle dice di aver preso, «per incontri, contatti e approfondimenti» sulla dibattutissima questione della gestione dell'ospedale. Dopo l'assemblea della Comunità montana è stato un continuo botta e risposta a colpi di lettere e comunicati. A scatenare la bufera ci ha pensato il voto prima favorevole dato dall'Assemblea dei sindaci (organo del distretto Asl) e poi contrario della Comunità montana, a una stessa mozione: documento in cui si chiedeva alla Regione di valutare la possibilità di unire l'ospedale di San Giovanni Bianco all'Azienda ospedaliera di Bergamo (oggi, invece, fa capo a Treviglio). Battaglia che un comitato avanti da anni, con una petizione che ha raggiunto le 9 mila firme.


Sì e no nel giro di 48 ore
Nell'Assemblea dei sindaci il presidente Ezio Remuzzi (assessore in Comunità montana) presenta il documento che viene approvato con 16 sì. Dopo 48 ore lo stesso documento, presentato dalle minoranze (Vittorio e Carmelo Goglio) in sostituzione di una mozione più esplicita sulla richiesta di afferimento a Bergamo, viene invece bocciato (dicono sì solo , Costa Serina, , Olmo, San Pellegrino, e ). E si scatena la bagarre. Con la minoranza che accusa Pdl e Indipendenti di essere in ostaggio della Lega.

«Proposta condivisa»
Ma per la maggioranza l'Assemblea dei sindaci è solo «un organo tecnico che ha chiesto di avere risposte tecniche» mentre alla Comunità montana spettano le mosse «politiche». E accusa il consigliere di minoranza Vittorio Milesi, vicesindaco di San Pellegrino. «Su un tema di tale importanza non è ammissibile alcun gioco politico delle “tre carte” fine a se stesso, volto solo a garantire la propria visibilità attraverso la domanda retorica “è afferire l'ospedale di San Giovanni a quello di Bergamo o a quello di Treviglio?». «La richiesta, responsabile, di tutte le altre forze politiche – prosegue la maggioranza in un comunicato – è stata invece quella di dare sei mesi di tempo al presidente e all'assessore affinché, attraverso tutta una serie di contatti, incontri e approfondimenti, possano portare all'attenzione dell'assemblea della Comunità montana una proposta gestionale condivisa con tutte le istituzioni e comprensiva delle necessarie garanzie di investimenti e sviluppo».

«La pressione della Lega»
Ma la «Lista Bettoni» (gruppo presente in consiglio provinciale a cui fa capo Milesi) risponde per le rime poche ore dopo: «Dell'ospedale di San Giovanni se ne parla da dieci anni ma abbiamo bisogno di sei mesi per approfondire? E allora perché questa esigenza non c'era 48 ore prima? Vorremmo poi sottolineare come l'Assemblea dei sindaci è per definizione un organismo politico». «È evidente – conclude il comunicato della lista Bettoni – anche perché ammesso chiaramente dagli stessi protagonisti, che la mozione in Comunità montana è stata unicamente bocciata perché è prevalsa la posizione della Lega, fortemente contraria all'afferimento di San Giovanni a Bergamo, per ragioni esclusivamente riconducibili a un'insensata e scandalosa difesa del potere e dell'operato dei direttori generali di espressione leghista».

«Sia la Regione a decidere»
Ma non finisce qui. Ancora interviene con un comunicato Remuzzi: «Pur considerando logico un afferimento a Bergamo, siano gli amministratori regionali a valutare e maturare una decisione in merito». Quindi gli assessori ai Servizi sociali di Bracca Erica Rondi, di Costa Serina Matteo Persico, di San Pellegrino Gianandrea Camozzi e il vicesindaco di Olmo Carmelo Goglio. Che scrivono: «Siamo sconcertati di fronte alla mancanza di coerenza», «sono entrate in gioco pressioni politiche», «il ruolo degli amministratori è stato ridicolizzato» e si «è preferito fare la figura di amministratori pasticcioni». Non resta che attendere la proposta sull'ospedale che entro sei mesi proporrà la Comunità montana.

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di Bergamo