logo_home_smallZogno – «Una situazione quasi irreale, un senso di abbandono e di rassegnazione che non possiamo accettare: la Manifattura Val non può morire così». Questa la reazione dei sindacati che vedono scemare giorno dopo giorno le residue speranze di tenere in vita una società storica come quella di dopo che un mese fa la proprietà aveva depositato al Tribunale di Bergamo un'istanza ai sensi dell'articolo 161 della legge fallimentare. Significa che l'azienda tessile, dopo la domanda di concordato in bianco di fine febbraio, ha presentato un piano per un concordato con finalità liquidatorie. Così l'incontro di ieri tra i sindacati e il curatore Tiziano Mazzuccotelli non poteva che essere interlocutorio. In questi giorni l'azienda è semideserta: i 327 lavoratori in organico si sono ridotti a 321 da una settimana, perché in sei sono usciti in mobilità volontaria, ma di loro lavorano si e no una ventina: «Stanno smaltendo le ultime lavorazioni– aggiungono i sindacati -, ma sappiamo già che entro una settimana, al massimo dieci giorni, tutte le commesse saranno state evase e la chiusura definitiva si materializzerà. Noi però non vogliamo arrenderci». Per questo mercoledì mattina alle 11 a Zogno è stata convocata Sono momenti di grande apprensione per il futuro della Mvb di Zogno Mvb, l'allarme dei sindacati «Lavoro ormai agli sgoccioli».

Mercoledì assemblea a Zogno
«La proprietà dica se esistonotrattative: non ci arrendiamo»
un'assemblea per fare il punto della situazione anche sul fronte degli ammortizzatori sociali (dal 9 maggio per un anno sono tutti in Cassa straordinaria, dopo varie fasi di Cassa in deroga), ma soprattutto per capire se è ancora lecito sperare in qualche colpo di scena, in un cavaliere bianco che improvvisamente cambi i destini di una fabbrica, che in quella zona e con quei precedenti vorrebbe dire cambiare anche un po' i destini di una . «Ci hanno sempre detto – spiega Raffaele Salvatoni di -Cisl – che si poteva sperare in qualche soluzione, che erano in corso trattative. Ad oggi però, anche il curatore ci ha confermato che nulla si è concretizzato e il tempo ormai scorre inesorabile.

Per questo abbiamo chiesto un incontro urgente con la proprietà, per capire se ci sono ancora margini per una trattativa. Il sindacato è disposto a sedersi a un tavolo a discuterne, i lavoratori sono disposti a rimettersi in discussione, ma in questo momento il nemico principale è la rassegnazione. Non possiamo arrenderci adesso, il territorio non può permettersi di perdere un altro pezzo fondamentale della sua economia, dobbiamo impedire che oltre 300 famiglie restino senza un futuro. Dobbiamo reagire, mobilitarci, anche agli enti, al sindaco di Zogno vogliamo dire che siamo disposti a tutto pur di far evolvere in positivo questa situazione». Fino a ieri sera non è stato possibile raggiungere la proprietà, ma è probabile che nei prossimi giorni i contatti con il sindacato, anche solo telefonicamente, riprendano. «Ormai sul fronte delle lavorazioni siamo agli sgoccioli – ribadisce Pietro Allieri di Filctem- Cgil -: l'amministratore delegato Trabattoni ha sempre detto di voler trovare una via d'uscita, è il momento di dimostrarlo».

«Inutile negarlo – aggiunge Luigi Zambellini di Uilta-Uil -: la situazione è molto preoccupante: il curatore non si esprime, ma la proprietà non può più indugiare. La Valle Brembana ha già sofferto tanto per la crisi, se anche la Manifattura si arrendesse sarebbe il colpo di grazia».

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