Non si placano le polemiche sul caso Valbrem, l'azienda di , produttrice di cerchioni di ruote per camion, che a ottobre ha annunciato la volontà di cessare l'attività, e dove recentemente è stato sottoscritto un accordo separato firmato solo dalla Fim Cisl di . Ieri 41 lavoratori occupati dello stabilimento brembano (complessivamente l'azienda ne conta 114, distribuiti fra le sedi di Lenna e Presezzo), si sono riuniti in assemblea e in 35 hanno espresso parere favorevole all'accordo siglato (sono stati 3 i voti contrari e 3 gli astenuti). In sostanza l'accordo prevede la richiesta di tre mesi di cassa integrazione in deroga a partire dal 1º gennaio fino al 26 marzo, seguita da due anni di cassa speciale per cessazione 'attività, per cui sarà studiato un accordo specifico.

È stata inoltre firmata un'intesa ad hoc sulla mobilità, che sarà volontaria fino a marzo del 2012 e durante questo periodo la Valbrem (che fa capo al gruppo svizzero Ronal) si attiverà per favorire il ricollocamento dei lavoratori.
La Fiom ha deciso di non sottoscriverlo per via del rifiuto dell'azienda di mettere nero su bianco l'impegno, al termine del periodo di ammortizzatori sociali, a utilizzare forme alternative al licenziamento, sul modello dell'accordo siglato alla Indesit.

La posizione della Fim
«Durante l'assemblea abbiamo illustrato i dettagli dell'intesa sottoscritta e, di fronte all'ipotesi di essere licenziati a gennaio, la maggioranza dei lavoratori presenti ha dato un parere positivo», come spiega Gianfranco Maifredi della Fim. Con una precisazione: «non esultiamo più di tanto, perché stiamo comunque parlando di una chiusura aziendale, ma l'accordo approvato tutela i lavoratori e apre il percorso per ricollocarli, che sarà la grande sfida dei prossimi mesi, con la speranza che la ripresa aiuti e acceleri il percorso». Il 24 gennaio azienda e sindacati si incontreranno di nuovo per discutere un accordo ad hoc sulla cassa speciale e dovrebbe essere fissato a breve un incontro con le istituzioni per valutare le modalità di ricollocamento dei lavoratori. Maifredi precisa che «circa 26 hanno trovato lavoro in altre aziende bergamasche con un contratto a tempo determinato».

Il distinguo
Dal canto suo Margherita Dozzi della Fiom Cgil di Bergamo ribadisce che «l'accordo è insufficiente e come Fiom saremmo disposti a firmare solo se l'azienda inserisse una «clausola» di responsabilità a non licenziare i lavoratori al termine del periodo di Cassa. Inoltre Dozzi evidenzia che «la votazione di oggi (ieri, NdR) è stata inutile, perché è avvenuta a cose fatte, ha coinvolto solo un terzo dei lavoratori e la Fim l'ha usata per darsi un tono». Secondo Dozzi, inoltre, «le istituzioni oggi sono ancora assenti, dopo aver tessuto le lodi di un accordo che hanno definito bellissimo».

L'Eco di Bergamo

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