I Sindaci contro l’Unione obbligata dei Comuni sotto i mille abitanti
Senza categoria Articolo letto da 1.117 utenti - Pubblicato il 31 Ottobre 2011Piazza Brembana – Incontro in Comunità Montana valle brembana con ANCI Venerdi' 11 novembre 2011 – L'articolo 16 del DL 138/2011 (L. 148/2011 – manovra estiva) sancisce di fatto la sostanziale cessazione dell'autonomia istituzionale e costituzionale dei Comuni sotto i 1000 abitanti che, a partire dalle prime amministrative dopo l'agosto 2012, si vedranno privati delle Giunte, della possibilità di approvare un bilancio e delle funzioni del Sindaco che non siano quelle di un semplice ufficiale di Governo. L'assimilazione a tale status per i Comuni con più di 1000 abitanti che formino un'Unione con Comuni con meno di 1000 abitanti provocherà di conseguenza agli stessi grandissimi problemi e rifiuti nel proseguire anche le tantissime attuali Unioni già in essere, sprecando le decine di milioni di euro già investiti! Il taglio riguarda circa 2.000 Sindaci e 20.000 Consiglieri comunali che nella maggior parte dei casi non percepiscono alcuna indennità. Non esiste alcuna stima attendibile, soprattutto in mancanza dei “temuti” costi standard, che vada a dimostrare come tali disposizioni possano poi essere efficaci ai fini del risparmio e della razionalizzazione delle funzioni e dei servizi.
Mentre esistono studi precisi che illustrano quanto è il costo delle mastodontiche strutture ministeriali, parlamentari, e delle varie società correlate, e quanti sono i costi sociali dei privilegi delle varie “caste”.
PER QUESTO I SINDACI DEI COMUNI DELLA VALLE BREMBANA SONO UNITI
NEL RICHIEDERE A TUTTE LE FORZE POLITICHE CHE INTERVENGANO PER L'ABROGAZIONE
DELL'ARTICOLO 16 DEL D.L. 138/2011 CONVERTITO NELLA LEGGE 14/09/2011 N.148
Queste Unioni forzate dei Comuni che tolgono ogni potere ai Sindaci ed alla rappresentanza democratica locale, che più delle volte potremmo chiamare “VOLONTARIATO CIVILE”, non faranno altro che incentivare l'abbandono dei territori montani – dove si trovano la maggior parte dei Comuni interessati – aumentando la grave crisi socio economica e strutturale che già divide tante aree italiane e diminuendo i presidi su territori così fragili geomorfologicamente ed idrogeologicamente (ricordiamo la tragica l'alluvione in val brembana del 1987 e le seguenti sino ai fatti di questi giorni in Liguria). La mobilitazione è trasversale e senza distinguo politici. Le interlocuzioni con gli esponenti delle Associazioni ANCI ed ANPCI regionali fanno sperare che a livello nazionale vi sia sensibilità nel recepire queste istanze, ritenute serie e coscienziose. Non si può considerare la montagna solo attraverso FREDDI numeri. Cerchiamo di valutare le reali capacità organizzative ed operative dei Comuni e delle aree montane: piccole per i servizi di base e più ampie, con possibilità di gestione per le comunità montane in montagna, per i servizi generali legati al wellfare, all'agricoltura, alla protezione civile, al turismo, ecc., nel rispetto dei principi generali di efficacia e di efficienza dell'azione amministrativa. Diciamo basta a considerazioni “lineari”, chiediamo di essere valutati nel merito, sulla base di parametri concreti e predeterminati tenendo in considerazione le specificità geografiche ed infrastrutturali dei territori montani.
Auspichiamo che regione lombardia, tirata in causa assieme alle altre Regioni, oltre che dai pesanti tagli, anche dal comma 4 del famigerato art.16 DL 138/2011, si adoperi in tutte le sedi per sostenere quelle che da sempre ha ritenuto linfa vitale dell'economia e della socialità, le piccole realtà comunali, cluster della democrazia locale.
I PICCOLI COMUNI SONO PRONTI A FARE LA LORO PARTE, COME SEMPRE HANNO FATTO. VOGLIONO CHE IL TUTTO SIA DISCUSSO NON CON DECRETI DI EMERGENZA MA ATTRAVERSO UN VERO RIORDINO GENERALE NELLA “CARTA DELLE AUTONOMIE”
In attesa di risposte e per costruire proposte concrete è nato in Valle Brembana un comitato dei piccoli comuni che è impegnato anche a far comprendere alla politica, all'opinione pubblica ed ai media che con questo provvedimento si colpiscono i cittadini più deboli, delle zone marginali e di difficile accesso, che già hanno pagato e pagano in termine di gap infrastrutturale, imposizione di vincoli pensanti nelle aree ZPS e SIC, rinuncia alle proprie risorse idriche e mantenimento delle risorse boschive, il tutto il più delle volte a vantaggio del consumo del suolo nelle zone maggiormente antropizzate. Per fare il punto della situazione, elaborare proposte tenendo alta l'attenzione sul problema, dopo la grande partecipazione all'assemblea di lunedì 24 ottobre in Comunità Montana con la Presidente ANPCI nazionale, è stata organizzata una riunione aperta a tutti, con i vice Presidenti Anci nazionale: Mauro Guerra per i piccoli comuni ed Enrico Borghi, presidente UNCEM nazionale, per la montagna. Chiediamo i mass media, che sappiamo quanto hanno a cuore la montagna, di dare massimo risalto alla notizia e di intervenire alla serata che si terrà:
VENERDI' 11 NOVEMBRE 2011 ALLE ORE 20.30
PRESSO LA SALA RIUNIONI DELLA CASA DI RIPOSO DON STEFANO PALLA
IN VIA MONTE SOLE 2 – PIAZZA BREMBANA.
Hotel, Alberghi, Ristoranti e Appartamenti Piazza Brembana – Fotografie Piazza Brembana
Escursioni – Manifestazioni – Cartoline antiche
5 Risposta a “I Sindaci contro l’Unione obbligata dei Comuni sotto i mille abitanti”
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Inserito il 4 Novembre 2011 alle ore 12:28 GMT+0100
L’ANCI sostiene (vedere sito web associazione) “Si condivide l’esigenza di coniugare l’autonomia amministrativa e l’adeguatezza nell’erogazione dei servizi ai cittadini. Questo per i Piccoli Comuni si traduce nell’esigenza di gestire in forma associata le proprie funzioni, per raggiungere standard qualitativi e di efficienza che solo economie di scala e una gestione razionale delle risorse umane e strumentali possono favorire.”
QUI DI SEGUITO, x COMPLETEZZA, SI EVIDENZIA ANCHE QUESTA POSSIBILITA’ PER I COMUNI AL DI SOTTO DEI 1000 AB. PREVISTA DALLA LEGGE 148, ART. 16, COMMA 16:
16. L’obbligo di cui al comma 1 (Unione dei Comuni al di sotto dei 100O ab.) non trova applicazione nei
riguardi dei comuni che, alla data del 30 settembre 2012, risultino esercitare le funzioni amministrative e i servizi pubblici di cui al medesimo comma 1 mediante convenzione ai sensi dell’articolo 30 del citato testo unico di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000. Ai fini di cui al primo periodo, tali comuni trasmettono al Ministero dell’interno, entro il 15 ottobre 2012, un’attestazione comprovante
il conseguimento di significativi livelli di efficacia ed efficienza nella gestione, mediante convenzione, delle rispettive attribuzioni.
[Articolo 30 L. 267/2000
Convenzioni
1. Al fine di svolgere in modo coordinato funzioni e servizi determinati, gli enti locali possono stipulare tra loro apposite convenzioni.
2. Le convenzioni devono stabilire i fini, la durata, le forme di consultazione degli enti contraenti, i loro rapporti finanziari ed i reciproci obblighi e garanzie.
3. Per la gestione a tempo determinato di uno specifico servizio o per la realizzazione di un’opera lo Stato e la regione, nelle materie di propria competenza, possono prevedere forme di convenzione obbligatoria fra enti locali, previa statuizione di un disciplinare-tipo.
4. Le convenzioni di cui al presente articolo possono prevedere anche la costituzione di uffici comuni che operano con personale distaccato dagli enti partecipanti, ai quali affidare l’esercizio delle funzioni pubbliche in luogo degli enti partecipanti all’accordo, ovvero la delega di funzioni da parte degli enti partecipanti all’accordo a favore di uno di essi, che opera in luogo e per conto degli enti deleganti.]
INOLTRE, SEMPRE ART. 16, COMMA 6
6. Le unioni di cui al comma 1 sono istituite in modo che la
complessiva popolazione residente nei rispettivi territori,
determinata ai sensi dell’articolo 156, comma 2, del citato testo unico di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000, sia di norma superiore a 5.000 abitanti, ovvero a 3.000 abitanti qualora i comuni che intendono comporre una medesima unione appartengano o siano appartenuti a comunita’ montane. Entro due mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, ciascuna regione ha facolta’ di individuare diversi limiti demografici.
PERTANTO, ESISTE LA POSSIBILITA’ DI CONVENZIONARSI OPPURE DI PROPORRE DEI LIMITI DEMOGRAFICI ALLA REGIONE LOMBARDIA CONSONI ALLA CONFORMAZIONE TERRITORIALE DELLA VALLE BREMBANA.
MAGARI, SUPERANDO MENTALITA’ AMMINISTRATIVE EQUIVALENTI ALLE BEGHE DA CONDOMINIO O STRUMENTALIZZAZIONI PER VISIBILITA’ PERSONALE, SI POTRANNO DARE PIU’ SERVIZI O SERVIZI MIGLIORI A CHI ABITA LA MONTAGNA, SI POTRA’ ESSERE PIU’ RAPPRESENTATIVI PRESSO CHI CI GOVERNA AI VARI LIVELLI E MAGARI NON CI INCULCHERANNO PIU’ SIC, ZPS E QUANT’ALTRO!
Inserito il 4 Novembre 2011 alle ore 20:25 GMT+0100
Magari magari, è dal 2000 che c’è la legge per le unioni e per i servizi in convenzione, dopo 11 anni mi fai l’approfondimento. Complimenti a te e a chi ti sta seguendo.
Inserito il 4 Novembre 2011 alle ore 20:58 GMT+0100
Brembano, a quanto pare Le dà fastidio che si possono aggiungere delle informazioni altrimenti oscurate. C’ è poco da fare gli spiritosi
Inserito il 5 Novembre 2011 alle ore 10:49 GMT+0100
Ma certo, sono io indispettito perchè ci son Sindaci che non si sono uniti alla protesta ma hanno scelto altre strade senza stare ad ascoltare gli incantatori di serpenti.
Inserito il 11 Novembre 2011 alle ore 08:40 GMT+0100
x brembano.: sono certo che comprendi il senso di questo genere di proteste/richieste..: LA CADREGA (si dice in veneto) e in bergamasco,si dice.: LA SCàGNA..
Tutto questo è quello che gira intorno. NON LA VOGLIONO MOLLARE,e x tutte le appartenenze politiche,vale lo stesso.
Una sola soluzione.: TUTTI A CASA LORO…..POLITICI COMPRESI.
Perciò quel signore cerca di caricare su di Lei il fatto che Le possa dare fastidio quel suo “approfondimento”.
La realtà invece,è quella che è a lui stesso che dà fastidio se vanno in porto queste soluzioni….perchè si troverebbe pure Lui in quella lunga lista di DISOCCUPATI….