A quattro anni dall'acquisizione, SmiWrap annuncia lo stop entro luglio Pesano concorrenza e costi. I sindacati: soluzioni per ricollocare i dipendenti. Gli sforzi e gli investimenti non sono bastati. Il mercato non ha risposto. Il settore è difficile, la concorrenza serrata. I costi pesano, a partire dall'energia, in un comparto che se ne mangia parecchia. Così a quattro anni dal riavvio delle macchine, che erano ripartite sotto la nuova gestione dopo dodici mesi di stop, la cartiera SmiWrap, l'ex di San Giovanni Bianco, si deve fermare.

Lo farà entro luglio: l'azienda l'ha annunciato ieri ai sindacati, che hanno informato subito le maestranze. E adesso c'è da pensare a risolvere il problema occupazione che si apre per 70 persone, interpellando anche il territorio e le istituzioni: Serve una gestione attenta e costruttiva della situazione – dice il sindacalista Gigi Pezzini. Il quadro complessivo della si aggrava, occorre rimboccarsi le maniche.

Ieri sono stati due gli incontri all'ex Cima, diventata SmiWrap giusto quattro anni fa, dopo che nei mesi precedenti era stata rilevata da Smi Group, realtà consolidata nel mondo delle macchine per imballaggio, con circa 500 addetti fra e San . Prima i delegati della Rappresentanza sindacale unitaria e i rappresentanti di Fistel-Cisl e Slc-Cgil, rispettivamente Pezzini e Marcello Bertazzoni, hanno incontrato la direzione aziendale di SmiWrap. Poi hanno informato i lavoratori della cartiera, che hanno condiviso la scelta di coinvolgere le istituzioni e lavorare per la ricollocazione e gli ammortizzatori sociali. Il sindacato ha già chiesto anche all'azienda di farsi carico del problema, valutando possibilità di ricollocazione nel gruppo. Raccolta la disponibilità di massima a discuterne, è stato messo in agenda un confronto direttamente con la proprietà che potrebbe tenersi nell'arco di un paio di settimane.

All'origine della scelta di cessare la produzione c'è l'impossibilità di produrre in modo competitivo le tipologie di carta per alimenti tipiche della SmiWrap, spiegano dal sindacato illustrando il quadro tracciato dall'azienda durante il confronto. È un mercato complicato, che attraversa una fase non facile. La concorrenza dal nord Europa e dall'Est è forte, dice Bertazzoni. Che il mercato non sia felice è testimoniato anche dal fatto che durante il 2007 si è dovuto far ricorso a periodi di cassa integrazione ordinaria per far fronte a cali di lavoro.

Al contesto generale, si aggiungono costi per l'energia che nessun altro Paese ha, con forti aumenti negli ultimi anni – aggiunge -. Due mesi fa c'è stato il tentativo di aggiornare i listini, ma la risposta dei clienti è stata negativa. Un ultimo scoglio. Dal sindacato ricordano che negli anni scorsi si erano fatti anche accordi sul ciclo continuo per cercare di spingere la produzione e aggredire il mercato.

Ma il quadro complessivo alla fine si traduce in numeri di bilancio: In questi quattro anni di SmiWrap l'azienda non è riuscita ad affermarsi in un settore di nicchia e delicato e ha sommato perdite, conclude Pezzini. Di fronte a un problema di competitività diventato difficile da sostenere, l'attività si deve quindi fermare. Da parte nostra abbiamo insistito per chiedere se c'è la possibilità di soluzioni sinergiche con altre realtà del settore – dice ancora Bertazzoni – e per quanto riguarda il peso del costo dell'energia, sul quale ci è stato sottolineato un incremento significativo negli ultimi anni, abbiamo chiesto se è possibile pensare a sinergie con imprese della valle Brembana, coinvolgendo le istituzioni, anche se sappiamo che sono soluzioni che richiedono tempi lunghi.

Il problema immediato, in capo a tre mesi, sarà dare risposte a 70 lavoratori, sia in termini di occupazione sia di sostegno al reddito con gli ammortizzatori sociali. «Il nostro problema è la ricollocazione dei 70 dipendenti», dice Pezzini. Questo – aggiunge – a partire dall'assunzione di responsabilità da parte dell'azienda nell'ambito del gruppo, sulla quale abbiamo percepito una disponibilità a discutere che deve comunque tradursi in un impegno certo per la ricollocazione dei lavoratori nelle altre realtà del gruppo. L'obiettivo della ricollocazione è globale: parte dall'azienda per coinvolgere il territorio e le istituzioni. A questo si aggiungono gli ammortizzatori sociali: questa è la nostra strada.

Da subito quindi l'appello ha chiamato in causa la Provincia perché venga aperto un tavolo istituzionale con gli enti locali: Comune e . Il coinvolgimento delle istituzioni è necessario per aprire un percorso di ricollocazione anche nelle altre aziende della valle Brembana, conclude Bertazzoni.

Silvana Galizzi – L'Eco di