Grande partecipazione di cittadini ed esperti al convegno di presentazione della messa in sicurezza 'ex cava di gesso Carale in località Monticello di Santa Brigida, nella sala polifunzionale del Comune. Il piccolo paese altobrembano, infatti, poggia da anni su cave abbandonate, lunghe gallerie in parte vuote e in parte allagate che, a lungo andare, potrebbero cedere e costituire un pericolo. Le cave sono quel che rimane dell'attività di estrazione della Siga di . Fino al 1988 la ditta scavò la montagna per ricavare gesso. Poi l'attività, dopo una vertenza tra Comune e ditta, cessò, ma le gallerie sono rimaste. Al centro dell'incontro la sinergia attivata tra Comune, enti superiori, tecnici minerari e geologi, imprenditori e laboratori universitari che hanno sperimentato una tecnica di bonifica innovativa.

Erano presenti, tra gli altri, il sindaco Giuseppe Regazzoni, che ha coordinato l'assemblea; Riccardo Castellanza e Roberto Nova, del Politecnico di Milano; Gian Marco Orlandini e Mario Spada, dello studio associato di geologia Spada; Claudio Merati, dello Ster di Bergamo; Valter , assessore alla Viabilità della Provincia, e quello del Territorio della Comunità montana Brembana Carlo Forchini.

La documentazione e la cartografia hanno aiutato a comprendere le tecniche di scavo per l'estrazione del gesso e le attuali tecniche di bonifica. Grazie a cemento e argilla, con una spesa di 516 mila euro, è stato messo in sicurezza il primo lotto di lavori: le ex cave in località Carale-Monticello. Il mese prossimo si inizierà a riempire il secondo livello di gallerie, grazie ad un finanziamento regionale. In attesa degli interventi, Santa Brigida è comunque sotto controllo: collocati dei punti per le misurazioni dei movimenti del terreno con la rilevazione satellitare.

L'Eco di Bergamo

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