Alpini anche dal mare al Passo San Marco
Senza categoria Articolo letto da 347 utenti - Pubblicato il 22 Luglio 2013Passo San Marco – Mille penne nere e forse più, con loro gli amici e tanti escursionisti provenienti da tutta la Bergamasca e dalla Valtellina – ma pure dalla provincia di Savona e dal Veneto – si sono ritrovati per l'annuale raduno degli alpini al Passo San Marco. E questo dà la misura di quanto sia cresciuta la manifestazione, ideata quasi 40 anni fa dai gruppi alpini di Averara e Albaredo (Sondrio), che è ormai diventata un irrinunciabile appuntamento del mondo scarpone. Delle prime edizioni dell'incontro intervallivo furono protagonisti gli alpini dell'Alta valle Brembana e delle Valli valtellinesi del Bitto, tutto sommato una partecipazione piuttosto contenuta che via via, semplicemente con il passaparola essendo la promozione assolutamente ridotta ai minimi termini, è diventata grande. Irresistibile il richiamo del Passo San Marco, a quasi 2.000 metri di quota lungo la catena montuosa delle Orobie tra le Alte valli bergamasche e valtellinesi, al cospetto delle alpi Retiche: un ambiente naturale di altissimo fascino.
E poi va messo nel conto che la manifestazione è assolutamente al di fuori di qualsiasi retorica, caratterizzata com'è dai sobri valori alpini. Alla giornata si respirano, dunque, umanità e socialità, quei concetti che il compianto «Nardo» Caprioli recentemente scomparso, il presidentissimo di tutte le penne nere italiane, amava ripetere: «Meno croci e lapidi, tante opere di bene». È stato questo il filo conduttore dei discorsi ufficiali pronunciati nel corso della manifestazione, il numero strettamente necessario per la circostanza, succinti ma concreti.
Le penne nere e i loro accompagnatori hanno cominciato ad affluire al passo dai due versanti della montagna fin dalle 8. Tante auto e motociclette, tantissime persone, eppure tutto si è svolto nel massimo ordine senza alcun blocco del pur intenso traffico turistico, tranne nel momento dell'incontro tra i due cortei esattamente nel più alto punto del valico, sotto l'altare lapideo da campo qui eretto nel 1936. A sorvegliare che tutto scorresse senza intoppi, l'impeccabile servizio d'ordine curato dai carabinieri delle stazioni dei Piazza Brembana e Morbegno, insieme ai carabinieri in congedo della Valle Brembana. Poi la folla schierata ordinatamente dietro le transenne, davanti la fanfara della Sezione di Sondrio accanto all'altare a commentare in canto la Messa celebrata da don Sergio carrara e da don Giuseppe Bulè, ascoltata in una atmosfera di profonda compartecipazione al rito, un centinaio i gagliardetti dei gruppi di entrambe le vallate con i labari delle sezioni di bergamo e di Sondrio. Emozioni alle stelle al rito dell'alzabandiera e dell'onore ai Caduti e degli alpini «andati avanti ». Sul palco le autorità alpine, amministrative e militari – rappresentate dai marescialli Andrea Stincone e Emilio Murciano, rispettivamente di Piazza Brembana e Morbegno -, i rappresentanti della comunità montana di Sondrio e carlo personeni del Bim Bergamo. Hanno salutato le penne nere e commentato la manifestazione i capigruppo Bruno Paternoster, i sindaci Mauro Egman e Antonella Forlini, rispettivamente di Averara e Albaredo, il presidente della Sezione Ana di Sondrio, Alberto Del Martino, e Remo Facchinetti, vicepresidente della sezione Ana di Bergamo. La giornata si è conclusa con un corale arrivederci al prossimo anno.
Sergio Tiraboschi – L'Eco di Bergamo
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