cave-ardesiaBranzi – Un nuovo piano cave che permetta una maggiore azione di estrazione della pietra, soprattutto nelle cave di montagna, e possa così rilanciare un settore in difficoltà a causa anche del complicato momento 'edilizia. È la richiesta mossa dai cavatori bergamaschi presenti alla Camera di di Bergamo, durante l'incontro «Pietre bergamasche in scena». I cavatori aspettano un nuovo piano cave da quasi dieci anni, dopo che quello approvato dalla Regione 2008 è di fatto decaduto per le continue sentenze a sfavore. «Siamo in attesa di un piano da parecchio tempo – afferma Elio Midali della Cooperativa San Pantaleone, che lavora l'ardesia di Branzi –: l'attuale documento non è in linea con le attuali esigenze dei cavatori che necessiterebbero di una maggiore libertà di movimento per lavorare la pietra in modo da rilanciare un comparto che nell'alta Brembana, a Branzi e a Valleve in particolare, impiega molti abitanti locali che si tramandano il lavoro da generazioni».

Materiali apprezzati all'estero L'attuale piano, invece, è fermo e i cavatori aspettano modifiche necessarie a ridare fiato alla loro attività visto che le pietre , come l'ardesia di Branzi e di Valleve o la pietra di Credaro, costituiscono un vero e proprio orgoglio del nostro territorio, essendo state impiegate negli anni passati, per esempio, per l'arredo urbano di importanti stazioni sciistiche dell'Alta Savoia, in Francia (è il caso dell'ardesia di Branzi) o per il rivestimento di grandi ville in Costa Azzurra (è il caso della pietra di Credaro). Le pietre che vengono estratte dalle cave orobiche, inoltre, «sono apprezzate per le caratteristiche di antiscivolo, consistenza e resistenza alle intemperie oltre che per la particolare cromatura ambrata, come nel caso della pietra di Credaro – afferma Giuseppe Redolfi, della Cava Gregis di Carobbio degli Angeli, che lavora la pietra di Credaro –. Pietre che sono usate per costruire di stile rustico in montagna, ma anche in zone collinari del centro Italia e di mare». «Le nostre pietre hanno da sempre molto mercato in quasi tutto il Nord Italia – prosegue Redolfi –: solo 7-8 anni fa costruivamo la villa di Alberto Tomba a Castel de' Britti, nel Bolognese. Oggi, invece, complice la crisi dell'edilizia e un piano cave che è davvero troppo “stagionato” e che lascia pochi margini di azione, il calo dell'indotto e dei posti di lavoro è arrivato fino al 40% in pochi anni».

Filippo Grossi – L'Eco di Bergamo

Ardesia Alta Valle Brembana

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