Paglio, Marmo, estrazione ampliata
San Giovanni Bianco Articolo letto da 428 utenti - Pubblicato il 13 Gennaio 2015San Giovanni Bianco – Dopo circa 25 anni San Giovanni Bianco si prepara a cavare di nuovo Arabescato orobico, considerato come uno dei marmi più pregiati d'Italia (sta alla base, per esempio, della Pietà di Michelangelo in San Pietro). I commissari regionali hanno infatti accolto le osservazioni, sia dell'Amministrazione comunale (proprietaria di una cava in località Corna d'Albe) sia degli altri due privati (Isc di Sonzogni di Zogno e «Pietra di Sarnico» di Gandosso), con cave confinanti e sempre sul territorio di San Giovanni Bianco. «Ora attendiamo il definitivo via libera della Regione – spiega il sindaco Marco milesi – poi, per quanto riguarda la nostra cava, dovremo aprire un bando per la gestione e lo sfruttamento. Le altre due società private, invece, stanno già procedendo con i progetti per l'estrazione. Per San Giovanni Bianco ma anche per la Valle brembana si tratta di una buona opportunità occupazionale: oltre al lavoro di cava l'auspicio è che il marmo possa essere lavorato sul nostro territorio e non altrove, dando quindi ulteriore occupazione». La possibilità di cavare marmo arabescato orobico a San Giovanni Bianco era già inserita nei piani provinciali del 1999 e del 2008: era previsto un solo ambito per centomila metri cubi di estrazione (sempre con tre proprietari). La proposta dei commissari nel giugno dello scorso anno aveva praticamente eliminato dal piano la cava comunale, lasciando solo quelle private.
Le osservazioni presentate sia dal comune di san giovanni Bianco sia dai privati hanno
avuto esito positivo. «Non solo sono state accolte – continua il sindaco –ma rispetto al vecchi piano cave la possibilità di estrazione è stata ampliata, da centomila metri cubi a 150 mila metri cubi». Due gli ambiti che sono stati individuati: uno della società «Pietra di Sarnico» di Franco Bresciani di Gandosso per 38 mila metri cubi e quella che comprende sia Comune sia Isc Sonzogni di Zogno per 112 mila metri cubi. Già precedentemente i tre soggetti si erano suddivisi le percentuali di estrazione di tutta la cava: 25% a Bresciani, 38% a Isc Sonzogni e 37% al Comune. «Ai commissari sono stati presentati tre progetti distinti ma le modalità sono state condivise – prosegue il sindaco – in modo da avere maggiore possibilitàdi successo». L'accoglimento delle osservazioni e anche l'ampliamento delle possibilità di estrazione sono state dovute in modo particolare alla decisione di cavare solo sottoterra e non a cielo aperto e senza il coinvolgimento del bosco: sia perché il marmo è coperto da decine di metri di materiale non commerciabile, sia per la tutela ambientale. (per bypassare la frazione Portiera liberandola quindi dal transito dei camion è prevista anche la realizzazione di una bretella). «In questo modo – continua il primo cittadino – non si avranno problemi di polveri e rumori. L'impatto sarà minimo, così come sarà ridotta la quantità di scarto derivante dall'estrazione. E non si useranno mine. L'auspicio – conclude Milesi – è che si possa già avviare l'attività tra il 2015 e il 2016. Il progetto del Comune prevedeva un'estrazione di 3.500 metri cubi l'anno, ma con l'ampliamento della cava si potrà andare anche oltre».
San Giovanni Bianco tornerà dunque in miniera. E le cave di Arabescato orobico (roccia formatasi 225 milioni di anni fa con vena che arriva fino in Val Seriana) si aggiungeranno alle due già attive sul territorio confinante di Camerata Cornello. Negli ultimi anni la domanda sul mercato del prezioso marmo (le varietà in commercio sono quattro: rosso, rosato, grigio-rosa e grigio) è andata crescendo. Da qui la richiesta del Comune e dei due privati di poter riattivare le cave chiuse ormai da decenni.
Giovanni Ghisalberti – L'Eco di bergamo
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