Dopo le deroghe, slitta la norma sui richiami vivi «Temi da approfondire dopo le sentenze contrarie. Dopo la caccia in deroga, slitta a settembre anche il provvedimento sui richiami vivi. Nel giro di pochi giorni, dunque, due norme molto attese dai cacciatori lombardi (e, viceversa, assai contestate dagli ambientalisti) hanno subìto uno stop: il capitolo rimarrà chiuso fino a dopo la pausa estiva. All'unanimità, ieri, il Consiglio regionale ha infatti approvato la proposta di rinvio in commissione del provvedimento che consente l'utilizzo, nell'attività venatoria, di richiami vivi della stessa specie, purchè provenienti da allevamenti in cattività o precedentemente catturati e inanellati dalle Province. Il provvedimento aveva già avuto l'ok della commissione Agricoltura, ma, proprio il giorno seguente a quella decisione, è arrivata una sentenza della Corte Costituzionale che dichiara illegittima l'analoga norma dello scorso anno. Di qui la decisione di prendersi una pausa.

«La sentenza delle Corte è arrivata venerdì, inattesa – racconta Carlo Saffioti (Pdl), presidente della commissione Agricoltura –. In questi giorni abbiamo provato a introdurre dei correttivi, ma poi abbiamo capito che serviva più tempo e un maggiore coinvolgimento 'assessorato competente e dell'Ispra. A questo si è aggiunto un altro fatto inaspettato: l'Idv ha annunciato ostruzionismo, quindi non saremmo comunque riusciti ad approvare il provvedimento prima dell'estate. Speriamo in una soluzione per settembre». La necessità di «un momento di riflessione» è stata evidenziata in aula anche dal capogruppo della Lega Nord, Stefano Galli. Le date per riaprire la pratica, sia per quanto riguarda la caccia in deroga, sia per la legge sui richiami, potrebbero essere quelle dell'8 o 9 settembre in commissione, e del 14 o 15 in aula.

Critico Mario Barboni (Pd), che evidenzia «l'assoluta approssimazione con la quale la maggioranza ha affrontato la questione», mentre (Udc) invita a «impegnarsi da settembre e una volta per tutte a trovare una soluzione a una normativa frammentaria e confusa».

Sul piede di guerra i cacciatori: per Fortunato Busana, portavoce del Cupav (il coordinamento provinciale delle associazioni venatorie), «a furia di ripensamenti stanno naufragando le speranze circa un ravvedimento, da parte della maggioranza, in merito a e caccia in deroga. La reazione dei cacciatori non si farà attendere: sono già previste delle iniziative di protesta, che saranno concordate con il Cupav di Brescia. Le due realtà, insieme, rappresentano circa 45mila cacciatori».

Di segno opposto il commento di Paola Brambilla, presidente regionale del Wwf: «L'atteggiamento di cautela assunto dal Consiglio regionale è certamente dovuto alle due recenti sentenze della Corte di giustizia europea e della Corte Costituzionale. La nostra speranza è però che dietro ci sia anche una maggiore sensibilità su questi temi, e che possa aprirsi una fase di ripensamento sull'ambiente e la biodiversità».

Fausta Morandi – L'Eco di