Val Brembana-Milano, un’Odissea moderna
_Reportages Articolo letto da 3.147 utenti - Pubblicato il 25 Ottobre 2007Questa è la storia incredibile ma vera di decine di pendolari brembani, che si recano su mezzi pubblici per lavoro e studio a milano. E' il viaggio inverso rispetto a quello di tanti turisti, ma i problemi sono gli stessi. Protagonista è un moderno Ulisse brembano alla volta di Milano, per andare all'università.
Viaggio di Andata: il paese è Brembilla, la sveglia è alle 5.55, il pullman parte alle 6.30, l'obiettivo è arrivare a Bergamo per prendere il treno delle 7.25. Immancabilmente a Villa d'Almé c'è traffico e così anche a Ponteranica, Ulisse arriva comunque in stazione a Bergamo in anticipo e si siede sul treno, aspettando un amico proveniente da San Pellegrino, che, pur partendo più o meno alla stessa ora, si deve sorbire anche i rallentamenti in quel di zogno e arriva a Bergamo in extremis, sale sul treno ma essendo come al solito strapieno si sorbisce un viaggio di 50 minuti in piedi.
Nonostante tutto, il treno è puntuale, Ulisse arriva a Milano in Stazione Centrale alle 8.25 ed entra in aula, in zona Duomo, alle 8.40, giusto in tempo per l'inizio della lezione.
Viaggio di Ritorno: il ritorno, si sa, è sempre più difficile della partenza. Il fatto è che non è una metafora, ma realtà. Ulisse termina lezione alle 14.30, sale sulla efficiente metropolitana e tranquillamente raggiunge in maniera agevole la Stazione Centrale, dove sale sul treno delle 15.20. E' un treno in teoria molto comodo, sugli orari c'è scritto che arriva a Bergamo alle 16.10, giusto in tempo per prendere i bus verso la valle, che partono alle 16.15. Purtroppo però il treno parte con cinque minuti di ritardo, e come se non bastasse si ferma a treviglio Ovest ad aspettare il passaggio di un treno e percorre anche l'ultimo tratto, quello cittadino di Bergamo, con estenuante lentezza. Morale della favola: il treno arriva alle 16.16, da lontano Ulisse vede il pullman che sale verso valle senza i poveri pendolari del treno, in ritardo non per causa loro. Per chi non l'avesse capito Ulisse perde il pullman per un minuto o due al massimo, ed è un episodio che si ripete quasi ogni giorno. Salta così un'altra coincidenza: quella delle 16.50 a Sedrina, con la navetta che avrebbe riportato Ulisse nella sua casa di Brembilla.
Il prossimo bus è alle 16.45, nella mezzora di attesa Ulisse vaga per l'entusiasmante stazione e per consolarsi si fa un panino ipercalorico dal Mc Donald's. Arrivano le 16.45, il pullman questa volta parte in leggero ritardo e, come se non bastasse, alle 17 molti lavoratori escono dal lavoro, e ci si ritrova di nuovo in coda. Nonostante tutto alle 17.15 Ulisse scende dal bus alla propria fermata, i Ponti di Sedrina, ed è ancora fortunato: chi prosegue verso Zogno deve sorbirsi un'altra coda. Di pullman per tornare a Brembilla non ce ne sono fino alle 18, quindi si deve fare l'autostop.
Morale della favola: Ulisse apre la porta di casa alle 17.30, tre ore dopo essere partito da Milano. Più di tre ore di viaggio per 75 chilometri, il doppio rispetto all'andata.
Il sogno del viaggiatore brembano: la Variante di Zogno, la nuova Villa d'Almé-Dalmine e il tram delle valli, ma se anche questo è solo un'utopia, si chiede anche solo un pò più di puntualità dei mezzi, e maggiore rispetto nei confronti dei pendolari.
17 Risposta a “Val Brembana-Milano, un’Odissea moderna”
Scrivi il tuo Commento
You must be logged in to post a comment.
Inserito il 25 Ottobre 2007 alle ore 21:58 GMT+0100
i tempi di viaggio si stanno allungando dappertutto
Sappiamo dell’aumento esponenziale del petrolio e della necessità di ottimizzare gli spostamenti.
Pianificare il consumo di risorse.
Utopie e obbiettivi secondari per la società che deve essere frastornata da vacuità e illusioni che fanno leva sulle debolezze umane e cassetta per pochi. (sono pessimista)
Inserito il 25 Ottobre 2007 alle ore 22:05 GMT+0100
Proposta spiccia per poter previlegiare mezzi pubblici
Posti sosta vicino fermate bus per 8 24 48 h in tutti i comuni della valle in numero cresente verso bassa valle e nei punti di incrocio
Grande area di sosta ad Almè
Parcheggi Città BG tutti convenzionati con tessera a punti a seconda del costo orario
Inserito il 25 Ottobre 2007 alle ore 22:10 GMT+0100
Tutti comuni, aziende, famiglie della valle coinvolte in una riflessione sul come dare un futuro economico sostenibile all’italia , alle montagne che con le nuove tecnologie possono diventare un luogo di lavoro intellettuale in ambienti di qualità e dove ritrovare risorse semplici dall’ambiente.
Inserito il 25 Ottobre 2007 alle ore 22:25 GMT+0100
Come diceva Andrea nel suo post,dovrebbe esserci quantomeno un maggior coordinamento treni/bus per la valle…è una cosa risaputa e scandalosa che se arrivi in treno a BG perdi la coincidenza per PiazzaBrembana per pochi minuti…questo accade quasi sempre!
Inserito il 26 Ottobre 2007 alle ore 14:25 GMT+0100
Tutto questo non fa che confermare come la chiusura della Ferrovia sia stato un errore enorme! E, invece di rimediare, la si sostituisce con una pista ciclabile! E come ci arrivano i pendolari fuori dalla Valle? In bicicletta????????
Inserito il 26 Ottobre 2007 alle ore 17:20 GMT+0100
X Fabrizio…non è la prima volta che qualcuno fa un’osservazione del genere sulla pista ciclabile e onestamente penso sia una critica gratuita e senza senso…fatta più per scaricare la propria rabbia che per essere costruttiva. Sono d’accordo con te quando dici che la chiusura della ferrovia è stata un errore, altroché che lo e stata, però non cadiamo in imprecisioni e facili giudizi o pregiudizi. Secondo te la Comunità Montana, la provincia, la regione e i comuni interessati, trovandosi nella possibilità di scegliere tra ripristinare il treno della valle e realizzare una pista ciclabile hanno optato per la seconda opzione?? Ma dai…non ti è venuto il dubbio che dietro la decisione di realizzare la pista ciclabile ci siano altre motivazioni di carattere tecnico ma soprattutto finanziario? I quasi 5 milioni spesi per la pista ciclabile non sarebbero probabilmente bastati nemmeno per il progetto della ferrovia (il compenso per i progetti è generalmente rapportato al costo dell’opera stessa e se fai due conti…), figuriamoci per il suo completamento!!!
La vera scelta era tra realizzare la pista o lasciare un cumulo di rovi, quindi, ben venga la pista!!!!
Probabilmente non ami andare in bici e per questo ti sembra un’opera inutile…ti posso assicurare che non è così, vedrai che diventerà (ma lo è già secondo me) uno dei punti di forza della valle, attirerà turismo e farà aumentare il numero di persone che si spostano in bici, magari solo per andare a prendere il pane (guadagnando in salute e riducendo i costi per carburante). W la ciclabile perché per ora è l’unica cosa che possiamo permetterci!!
Una battuta per il nostro Ulisse brembano Andrea:
Non hai pensato che il treno ritardi solo per tenerti lontano dalle pericolose sirene della Scaglia?? Eh eh eh ciao
Inserito il 27 Ottobre 2007 alle ore 18:37 GMT+0100
Dobbiamo spingere al massimo per far sì che le grandi opere vengano realizzate (l’apertura dei cantieri sulla Dalmine-Treviolo è già una buona notizia), ma nel frattempo sono d’accordo con Slayer, ci vuole buonsenso: costerebbe pochissimo una convenzione tra le Ferrovie e la SAB, che impegni da una parte le FS a contenere i ritardi (questa è pura utopia), ma dall’altra parte che dia indicazioni agli autisti della SAB di aspettare i pendolari che devono prendere la coincidenza per la Val Brembana.
Non si parla di attendere mezzora, ma di spostare anche solo di due minuti in avanti la partenza. Non mi pare un cambiamento significativo in termini di organizzazione, ma estremamente importante per una maggiore efficienza del sistema dei mezzi pubblici.
E’ questo lo scandalo, 60/120 secondi che per decine di pendolari valligiani significano 30 minuti persi alla stazione, ad aspettare il successivo pullman.
Speriamo che i sindaci ci ascoltino, facciano valere le proprie opinioni e, per quel che possono, premano sulle società di mezzi pubblici nell’interesse dei propri cittadini.
Inserito il 29 Ottobre 2007 alle ore 14:11 GMT+0100
Occorre chiarezza. Sulle ferrovie di fondovalle, quella della val Brembana non è l’unica, l’investimento sarebbe a perdere. Scegliere di affrontarlo comunque comporterebbe, da parte della collettività l’accettazione di pagarne i costi. Nessun imprenditore privato si impegolerebbe in un piano industriale per un’infrastruttura priva di ritorni.
Partiamo da un dato indiscutibile: il trasporto privato ha soppiantato pressochè integralmente quello pubblico poiché è in grado di soddisfare meglio la domanda. A tale fatto, nel caso delle ferrovie di fondovalle, si deve aggiungere la minore accessibilità nell’interscambio. Il loro ruolo può essere prevalentemente legato a fruizione turistica.
Ciò premesso, alla val Brembana va certamente data maggiore accessibilità: la variante di Zogno è indispensabile e così pure una nuova direttrice tra Villa D’Almè e Dalmine. Ma è inutile farsi illusioni, gli investimenti sono limitati e vanno di conseguenza sulle direttrici principali, nel caso lombardo su quella est-ovest (brebemi per intenderci).
Inserito il 29 Ottobre 2007 alle ore 15:17 GMT+0100
Non credo che un tram veloce come quello che stanno costruendo per la Val Seriana sia una infrastruttura a perdere in Valle Brembana.
Non dico di arrivare a Piazza Brembana, sarebbe ottimo anche “solo” un capolinea a Zogno, con parcheggi di interscambio. Inoltre il progetto di rilancio di Percassi per San Pellegrino potrebbe essere un buon volano (come già dichiarato dalle istituzioni) per far arrivare il treno-tram nella cittadina termale.
Ma se consideri anche questa una utopia allora, volando più basso, ti dico che firmerei anche solo per la costruzione (auspicata) del tram veloce fino a Villa d’Almé con parcheggi di interscambio: si eviterebbero così gli ingorghi di Petosino, Ponteranica e del nodo di Pontesecco, con una contestuale diminuzione di automobili verso il capoluogo.
Inserito il 29 Ottobre 2007 alle ore 15:23 GMT+0100
No no, ci mancherebbe, non ho scritto di utopia. Più prosaicamente, vorrei vi fosse consapevolezza che i grandi investimenti devono corrispondere ai grandi numeri. Tradotto: quanti sarebbero gli utenti giornalieri di una linea ferro-tramviaria di fondovalle? La redditività dell’investimento sarebbe assicurata attraverso tali utenti o no? Se no, volendo comunque realizzare l’infrastruttura occorre coprire le perdite, come? con le imposte, ovvio. Poi però guai a chi inveisce.
Inserito il 29 Ottobre 2007 alle ore 15:30 GMT+0100
l’investimento tram veloce sarebbe economicamente sostenibile per il trasporto passeggeri (così almeno negli studi di fattibilità della TEB) per il Tratto Bergamo – Villa d’Almè, mentre per il tratto San Pellegrino – Villa d’Almè (per poi proseguire fino a Madone) sarebbe economicamente sostenibile per il trasporto merci (Acqua San Pelegrino).
Questo era quanto emerso quando si incominciò a parlare del tram delle Valli. Naturalmente tale progetto non poteva prevedere il progetto di rilancio di San Pellegrino e l’ipotesi del collegamento ferroviario con l’aeroporto. In ogni caso ritengo che anche nel caso di una destinazione solo per il trasporto merci nella tratta San Pellegrino – Villa d’Almè sarebbe sicuramente utile (provate a contare i camion giornalieri della San Pellegrino S.p.A.)
Inserito il 29 Ottobre 2007 alle ore 16:08 GMT+0100
per il trasporto merci nella tratta San Pellegrino – Villa d’Almè o anche oltre (si diceva MADONE APPUNTO), sarebbe una bellissima cosa , SAREBBE ANCHE UN INCENTIVO (sempre che le aziende ne “vedano” l’interesse) a NON FAR “FUGGIRE” AZIENDE ….IL PROBLEMA PENSO CHE SIA : su quale tracciato ?? + si temporeggia + le aree (sviluppo urbano) si chiudono
Inserito il 29 Ottobre 2007 alle ore 19:03 GMT+0100
http://news.valbrembanaweb.com/index.php/tram-allo-studio-il-ramo-brembano-verso-valtesse/
Inserito il 29 Ottobre 2007 alle ore 19:51 GMT+0100
Credo che negli ambienti della Provincia ci sia già un’ipotesi di tracciato da Villa d’Almé verso valle, il “temporeggiare” sull’ipotesi di estendere la pista ciclabile da Zogno a Villa potrebbe essere visto in tal senso (appunto in una zona dove le alternative al tracciato non sarebbero molte, per non dire nessuna).
Il trasporto su ferro andrebbe nell’interesse della stessa San Pellegrino, oltre al fatto che ci sarebbe un buon dimezzamento dei camion in entrata in valle.
In più lancio una proposta provocatoria: se il tram arrivasse a Zogno-San Pellegrino, anche in funzione merci, ciò non toglie che ogni mezz’ora potrebbe essere inserito un tram “pubblico”, in joint venture con la SAB, a sostituire le linee di bus (che hanno infatti cadenza di ’30). Quindi oltre ai tir della Nestlé verrebbero tolti dalle strade anche i pullman sulla direttrice principale, da San Pellegrino in giù, con un abbattimento dell’inquinamento e una diminuzione degli ingorghi.
E’ un sogno o forse un’utopia, ma se lo fanno in Svizzera in una nazione di milioni di abitanti, perché non provarci anche noi?!
Naturalmente servono soldi e il sostegno della politica, questo è il punto dolente. Il ritorno però mi sembra interessante.
Inserito il 29 Ottobre 2007 alle ore 23:00 GMT+0100
Non è che voglio fare il pignolo a tutti i costi, ma riscontro un po’ di confusione. Una cosa è una linea ferroviaria merci, un’altra cosa una linea tramviaria (eventualmente tram-treno) passeggeri. Le due sono incompatibili tra loro, sia per materiale sia per servizio.
Sulle merci poi non c’è storia, il ferro diviene competitivo solo massacrando di gabelle la gomma, alla svizzera per intenderci, come giustamente fa notare Andrea (loro però hanno un vantaggio indiscutibile dovuto alla necessità di valicare le Alpi da parte delle merci che viaggiano in dorezione N-S). Riguardo i passeggeri, pensare di intercettare il flusso dei turisti da WE o le famiglie con SW e SUV carichi tipo autobus di Calcutta è una pia illusione. Confermo la mia convinzione che una ferrovia di fondovalle può trovare un senso sia per i pendolari sia in chiave turistica (per turismo non mordi e fuggi e associato al segmento culturale), a patto di accettarne i costi.
Inserito il 30 Ottobre 2007 alle ore 16:03 GMT+0100
Complimenti per la ricostruzione molto veritiera della realtà da parte di Andrea.
I problemi sono molteplici per realizzare le varie opere basti pensare con molti rimpianti e qualche rancore che le Variante Di Zogno e La villa D’Almè Dalmine dovevano già essere opere ultimate ma per incompetenze, stupidità e altro si è fatto di tutto perchè arrivassero i soldini da Roma e da Milano e appena arrivati tutto è andato in fumo.
Inutile pingersi addosso, la Provincia si sta muovendo finalmente per fare partire questi benedetti progetti ma i problemi sono molti…Pensate che un progetto di importanza vitale come LA TAV è ancora sulla carta (intanto però i francesi scavano)…ci vuole più coerenza nelle cose che si fanno e in questo le leggi dello stato sono un vero e proprio disastro…..perchè alla fine i progetti li decidono i Tar o il Consiglio di Stato…..
Inserito il 30 Ottobre 2007 alle ore 16:12 GMT+0100
Per quanto riguarda la pista ciclabile, è inutile dire che al posto della pista era meglio se mettessero il treno….èuna cosa orami scontata….ma credo con tutta sincerità che nemmeno nel 2030 il treno ritornerà ad arrivare a Piazza Brembana. Sarei felice se venisse costuita una tramvia che arrivi fino a Villa…una possibilità Zogno, un sogno San Pellegrino Terme…….