Investimento da 12 milioni per realizzare il polo tecnologico Smilab nell'ex Cima: sarà pronto in autunno. Il personale specializzato raddoppierà da 40 a 80 addetti. Al via anche collaborazioni con scuole e università. Portare a San Giovanni Bianco ricercatori da tutto il mondo, diventare punto di riferimento per le aziende che desiderano far ricerca e innovazione «di frontiera». È il nuovo progetto messo in campo dalla Smi Spa, il gruppo di San Giovanni Bianco che produce macchine per imballaggi. Il progetto si chiama Smilab e sarà un polo scientifico e tecnologico d'avanguardia. Per realizzarlo l'azienda mette sul tavolo un investimento da 12 milioni di euro.

Il centro tecnologico sarà realizzato nell'area dell'ex cartiera Cima, che era diventata SmiWrap dopo che il gruppo l'aveva rilevata all'inizio del 2004 e che è stata chiusa a luglio dell'anno scorso. I lavori sono in corso e si concluderanno in autunno, indicativamente per ottobre-novembre. Smilab occuperà 6 mila metri quadrati dei 60 mila a disposizione. Nello spazio rimanente il gruppo intende riunire tutti i sei poli produttivi, ora dislocati fra San Giovanni Bianco e San Pellegrino Terme: i tempi però non sono ancora definiti.
L'innovazione fa parte dello stile di vita del gruppo, è sempre stata uno dei capisaldi dell'azienda e questa è stata la scelta vincente. Meritocrazia e formazione dei giovani hanno fatto il resto»: Fabio Chiesa, direttore dell'innovazione, Gabriella Prati, coordinatrice delle vendite, ed Enio Nava, consigliere di amministrazione, hanno presentato il progetto nei giorni scorsi, alla presenza di sindacalisti, dirigenti scolastici e rappresentanti di Confindustria e Università. «Siamo alla ricerca di nuove opportunità e idee, vogliamo fornire al cliente soluzioni e prodotti per affrontare la competitività sul mercato. Con il passare degli anni abbiamo destinato una quota crescente del fatturato alla ricerca: nel 2004 è stata di poco superiore al 4 per cento», sottolineano Chiesa e Nava.

Smilab nasce giuridicamente come società per azioni nell'ottobre 2008 e rappresenta il consolidamento delle esperienze tecnologiche dell'azienda. Sinora la ricerca è stata effettuata nei quattro laboratori di San Giovanni Bianco e San Pellegrino Terme. Dal prossimo autunno sarà concentrata nel nuovo polo, con un incremento del personale: darà lavoro a 40 nuovi ricercatori di elevata specializzazione che si andranno ad aggiungere agli attuali 40 ricercatori assunti presso i laboratori del gruppo. Non sarà ricerca riservata solo all'azienda brembana: il coinvolgimento di altre realtà industriali è fondamentale, con la possibilità che possa diventare un ente no-profit. Al via anche collaborazioni con il Politecnico di con un progetto di ricerca sulla cinematica, altri atenei italiani e centri di ricerca europei come l'istituto tedesco Fraunhofer: si stanno definendo in questi mesi i progetti che saranno avviati in autunno.

Le ingenti risorse destinate all'innovazione ci hanno permesso di essere accreditati presso la Regione – prosegue Chiesa -, come Centro di ricerca e di trasferimento tecnologico (Crtt) con la possibilità di erogare voucher tecnologici». Unanime il parere dei sindacati, all'incontro erano presenti Roberto Pirotta della Fiom-Cgil e Ferdinando Uliano della Fim-Cisl, che hanno commentato positivamente il progetto, evidenziando il difficile contesto vallare e il coraggio di investire cifre ingenti. «Un dato in controtendenza rispetto a realtà analoghe della provincia – dicono -, non dimenticando la “buona occupazione” che potrà garantire».

Stretta è anche la collaborazione con le istituzioni scolastiche di vario ordine e grado. Fra le intenzioni della nuova società di ricerca c'è quello di realizzare un master rivolto ai manager delle linee di produzione. L'Università di ha già sottolineato la volontà di collaborare. I laureandi potranno fare ricerca, stage e percorsi guidati per lo sviluppo di tesi. Anche il Centro analisi di statistica e indagini dell' è pronto a dare il proprio contributo.

Per i ragazzi delle scuole superiori dell'istituto «David Maria Turoldo» di è stato avviato a gennaio il progetto «scuole aperte» che intende far conoscere l'azienda, ma soprattutto indicare le figure professionali più adatte, sottolineando l'importanza di una elevata specializzazione e la conoscenza delle lingue straniere. «La Valle Brembana ha solo il 2,9% di laureati e reperire tecnici specializzati sul territorio non è semplice – ha commentato il dirigente scolastico, Gualtiero Beolchi -. La scuola è troppo separata dalla realtà lavorativa, siamo distanti vent'anni, vogliamo collaborare il più possibile con il gruppo Smi. Attualmente agli studenti non diamo prospettive adeguate: la Smi ci offre un'opportunità unica».

Dello stesso parere il dirigente del centro di formazione professionale di San Giovanni Bianco, Eraldo Oberti. Sono già molti gli studenti dell'istituto a fare stage lavorativi in diversi reparti dell'azienda. In cantiere c'è inoltre un progetto con Bergamoscienza: l'obiettivo è creare un evento che tratti il tema delle nanotecnologie, presentandolo al territorio. Un'esperienza analoga si vuole promuovere all'istituto superiore Turoldo di Zogno.

Massimo Pesenti – L'Eco di Bergamo