Ritorno alla Belle Époque
Senza categoria Articolo letto da 794 utenti - Pubblicato il 26 Luglio 2008Un tuffo nella Belle Époque con gli abiti di inizio Novecento, musei e chiese aperti fino a mezzanotte, e poi una biciclettata da San Giovanni Bianco a Piazza brembana, passando per letture teatrali sul tema dell'acqua e il cabaret da Colorado Cafè. Cercando di legare tra loro gli eventi di questo e del prossimo fine settimana in calendario in valle Brembana. Obiettivo: spezzare il campanilismo e favorire una cultura della collaborazione e dell'accoglienza anche in ambito turistico. Si chiama «Bell'Acqua» ed è il festival-progetto del Centro diocesano per la pastorale sociale giunto alla terza edizione che si terrà domani e domenica, quindi il 2 e 3 agosto, da Zogno a Piazza Brembana.
Perché il titolo «Bell'Acqua»? Perché l'acqua è l'elemento caratterizzante la Valle Brembana, dal suo fiume all'acqua di San pellegrino. «L'acqua vuole essere un po' il filo conduttore da rivalorizzare – spiega don francesco poli, direttore del Centro diocesano per la pastorale sociale –. L'acqua, oggi, è la questione cruciale a livello globale e risorsa che ha segnato e può continuare a segnare la storia di una comunità e di una realtà territoriale come la Valle Brembana e la bergamasca in un contesto internazionale. Intitolare un festival a questa risorsa è un esplicito richiamo all'importanza del suo uso sensato e pensato contro ogni spreco». «Il festival, quindi – prosegue don Poli –, è un omaggio a San Pellegrino per la sua vocazione, ormai centenaria, di distribuzione nel mondo».
E il programma del festival nasce come momento di collaborazione tra il Centro diocesano per la pastorale sociale (ente promotore), l'Ufficio diocesano per la pastorale del turismo, dello sport e del tempo libero, parrocchie e amministrazioni pubbliche, ma anche i musei della valle, l'associazione ciclistica Aribi e la centrale enel di Zogno.
«Il progetto è nato tre anni fa in un contesto di difficoltà lavorativa e di spopolamento decennale della valle – spiega don Poli –. Bisognava allora partire da una rinnovata consapevolezza che raccogliere la sfida del rilancio di tutta la valle richiede uno sforzo di collaborazione tra tutti i paesi, superando ogni forma di campanilismo. E, in questo contesto, un ruolo significativo può svolgerlo la Chiesa locale. Attraverso la sua diffusione capillare, le parrocchie, con i sacerdoti, i gruppi, le associazioni e le attività dei laici, possono favorire forme di collaborazione nei paesi e tra i paesi, proprio sull'aspetto socio-culturale e spirituale».
Ma il progetto non si fermerà all'estate. Conclusa la terza edizione di «Bell'Acqua» la diocesi proporrà un «tavolo permanente» composto da Comunità montana, Comuni, diocesi e parrocchie, associazioni agricole, turistiche e di artigianato, Provincia, Camera di commercio e imprenditori locali per studiare bisogni e progettare iniziative di sviluppo culturale e turistico.
«Ogni anno – prosegue don Poli – si potrebbe individuare un'unità tematica, attorno alla quale coinvolgere il territorio. Per esempio, nel 2009, si potrebbe pensare di mobilitare la valle sul tema del cibo, scomponibile in tutti i suoi aspetti: la storia, la differenziazione per zone, il legame con la campagna, la filosofia del pranzo, gli aspetti estetici, la salute, la musica, il teatro e così via».
«Bell'Acqua», intanto, rappresenta già un progetto di collaborazione che è riuscito a riunire in un grande contenitore più soggetti e più iniziative, con l'intento comune dell'aggregazione e dello sviluppo.
Tra gli eventi più significativi del fine settimana l'atmosfera da Belle Époque che si verrà a creare domenica, dalle 10 alle 16, sul viale alberato e al Casinò di San Pellegrino: una quarantina di componenti del gruppo Vicolo Mottana di Recoaro Terme (Vicenza) passeggerà con abiti d'epoca, rappresentando il ceto contadino e la nobiltà (l'evento è organizzato dall'assessorato alla Cultura). Ci si potrà fermare con loro e farsi fotografare e, alle 11 e alle 16, visitare gratuitamente il Casinò restaurato. Per rivivere ancora di più il fascino dei tempi d'oro di San Pellegrino.
L'Eco di bergamo
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