Borgo del Bretto Una torre, un'aquila e due tassi, disegnati sul muro e nascosti, forse per secoli, dalla pittura e dall'abbandono. Eppure quello stemma, raffigurato su una piccola chiesa in mezzo a due minuscoli borghi antichi, racchiude una storia straordinaria, fatta di uomini potenti e di povera gente, di corrieri postali che fecero fortuna in tutta Europa e di principi tedeschi, i cui discendenti vivono ancora oggi in un magnifico castello della Baviera. Potrebbe sembrare una favola, visto che stiamo parlando di aquile imperiali, castelli e principesse. E invece è tutto vero, anche se per gli storici si tratta veramente di una scoperta da favola.

Siamo a Bretto, ancora nella chiesetta di San Ludovico di Tolosa, posta proprio a metà strada tra Bretto alto e Bretto basso: un borgo di Camerata Cornello lungo le pendici del Venturosa, poco a monte del più famoso Cornello dei Tasso.

Qui, durante i lavori di restauro della chiesetta, sul muro esterno, è venuto alla luce uno stemma che rimanda, senza dubbi, al casato (nato quasi certamente in modo leggendario, poi vedremo il perché) dei Della Torre-Tasso; famiglia che nei secoli emigrerà in Europa e, dalla metà del Seicento, diventerà la nobilissima Thurn (torre) und Taxis (Tasso), una delle più antiche e prestigiose famiglie aristocratiche d'Europa e ancora oggi tra le più ricche della Germania. Celebre, in particolare, è la principessa Gloria, negli Anni Ottanta del secolo scorso salita agli onori nelle cronache per la sua stravaganza in fatto di acconciature, feste, balli, gioielli, concerti e viaggi per il mondo.

Che il casato dei , oggi con dimora nel castello fiabesco di Regensburg (Ratisbona), avesse le sue origini a Cornello dei Tasso e Bretto lo si sapeva: lo dicevano i documenti storici. Ma, ora, lo stemma sulla chiesina di Bretto dà ancora più forza a questa tesi e, d'ora in poi, rappresenterà un segno visibile anche per i turisti del legame tra questa minuscola terra in riva al Brembo e i dorati del potente casato germanico.

Una fiaba, vera, iniziata nel XIII secolo con Omodeo de Tassis del Cornello, considerato il capostipite della dinastia da cui uscirono anche Torquato, l'autore della «Gerusalemme liberata», e i rami dei corrieri postali, a servizio del Vaticano, di Venezia, Milano, di principi e imperatori in mezza Europa. Uno di questi rami, appunto quello dei Thurn und Taxis, fece fortuna in Baviera, diventando una delle famiglie più potenti 'impero asburgico. Il loro cognome, però, non è semplicemente Tasso ma appunto la traduzione tedesca di Della Torre-Tasso. Ma come nacque l'abbinamento dei due cognomi?

La leggenda vuole che i Della Torre (o Torriani), un tempo prìncipi di Milano, venissero cacciati dai Visconti intorno al XIV secolo. Il casato si rifugiò al Cornello e avrebbe prese il nome di una chiamata Tasso. Fin qui la tradizione (contenuta in documenti del 1600), mentre la storia ci dice che i Della Torre arrivarono veramente solo in Valsassina, ma non a Cornello.

L'apparentamento di sangue con i Tasso probabilmente non ci fu, ma questi ultimi, alla ricerca di nobili origini, iniziarono ad acquisire anche il cognome dei Della Torre divenendo così Della Torre-Tasso. Un'unione che servì soprattutto al ramo tedesco dei Tasso che gestì le poste imperiali di Bruxelles, alla ricerca di un'origine illustre per essere annoverati tra i nobili d'Europa. Sta di fatto che, dal 1649, iniziò ad assumere anche il nome Della Torre (Thurn) divenendo Thurn und Taxis. Fino all'attuale principe Alberto II, figlio di Giovanni (morto nel 1990) e della principessa Gloria, oggi 48 anni. Vent'anni fa il patrimonio della dinastia era stimato in circa 4.000 miliardi di lire: era formato da sette castelli, una banca, otto aziende elettroniche, una fabbrica di birra, ristoranti e 96 mila ettari di terra sparsi in Europa e America. Per non parlare della gioielleria e di tesori incredibili, fra cui 62 carrozze laminate d'oro e 480 pendoli che due addetti trascorrono la vita a ricaricare.

Una fortuna che, dopo la morte del principe Johannes nel 1990, è andata però diminuendo. E la principessa Gloria, fra il 1992 e il 1993, ha venduto alcuni dei suoi pezzi più pregiati. I Thurn und Taxis sono comunque ancora oggi una delle famiglie più ricche e generose d'Europa, visto che ogni giorno offrono centinaia di pasti gratuiti a bisognosi, aiutano associazioni ed enti vari. Ma torniamo alla scoperta nella chiesetta di Bretto (che arriva dopo quella del ritratto di Torquato e di alcuni affreschi di Dionisio Baschenis).

«Una scoperta inaspettata e importante – spiega lo storico Tarcisio Bottani di San Giovanni Bianco – che getta ulteriore luce sul legame del borgo con il casato di Ratisbona. Probabilmente lo stemma venne fatto disegnare nella seconda metà del Seicento dal canonico Luigi Tasso durante i lavori di ampliamento della chiesa: fu una sorta di omaggio ai parenti lontani, già allora conosciuti anche a Cornello per la loro fortuna in Europa. La cosa certa è che tra i Tasso e i Della Torre non vi fu alcun legame di sangue e l'unione dei due cognomi, come ammesso dagli stessi Thurn und Taxis, avvenne per motivi nobiliari. Ma si sa, nelle favole tutto è concesso. E Bretto, antica terra di principi, grazie alle continue sorprese, ormai è diventato un borgo da favola.

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di