Identificato l’Orso apparso sulle Orobie. L’animale, si è spostato in Valle Brembana

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orso-ValtaleggioL’orso che ha frequentato la provincia di Lecco nelle scorse settimane con tutta probabilità è un maschio di 4 anni classificato con la sigla M7. A confermarlo è l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) in base a campioni raccolti a fine inverno nella limitrofa Val Gerola. Da tale area, infatti, l’orso è probabilmente arrivato. Purtroppo le analisi dei campioni raccolti a fine marzo in provincia di Lecco non hanno permesso all’Istituto la caratterizzazione genetica certa. Secondo la Provincia di Lecco, però, gli altri elementi lasciano pochi dubbi.

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Turismo estivo delle Orobie. Ospiti fidelizzati e accoglienza da 8 in pagella

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Valli Bergamasche – Sono stati presentati agli amministratori ed operatori dell’area orobica, gli esiti del rapporto “La clientela estiva alberghiera delle Orobie Bergamasche: risultati di un’indagine diretta e implicazioni sulle scelte strategiche”. Dal rapporto è emerso che il turista che frequenta gli alberghi delle Orobie nei mesi estivi è un ospite fidelizzato che riconferma negli anni la scelta della propria meta di vacanza e non ama allontanarsi troppo dalla località dove soggiorna. È un turista prevalentemente femminile, proveniente da località vicine e assolutamente soddisfatto da ciò che ha.

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Nuova neve, piste perfette sulle Orobie

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San-Simone-SkiImpianti sciistici in alta valle Brembana – Nella notte tra Natale e la giornata di Santo Stefano, la neve è tornata a cadere nelle valli bergamasche. È quanto riferisce un comunicato di Brembo Ski, la società che gestisce gli impianti dell’alta Valle Brembana. «In valle si registrano 10 centimetri – si legge nel comunicato – mentre in quota se ne contano fino a 30: tutti gli impianti sono funzionanti e le piste perfettamente innevate. Il previsto abbassamento delle temperature dei prossimi giorni e il bel tempo in arrivo renderanno le nostre amate montagne meta ideale per passare qualche giorno di vacanza, aspettando l’anno nuovo. Gli impianti nelle tre località dell’Alta Valle Brembana sono quindi tutti aperti, pronti ad accogliere gli appassionati che non sono mancati nei primi 15 giorni di apertura del comprensorio; basti pensare che, nella sola giornata di lunedì 24 dicembre, si sono registrati 2.000 primi ingressi, in quella che notoriamente viene considerata una delle giornate più scariche dell’intera stagione.

I maestri delle piöde dell’Alta Valle Brembana, fatica e arte

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Valle Brembana – Lavorano a cielo aperto, anche a più di 1.600 metri di altitudine, da oltre quattro secoli. E il 4 dicembre, giorno dedicato alla loro patrona Santa Barbara, segna anche il termine della stagione lavorativa. Sono i cavatori di ardesia dell’alta Valle Brembana, meglio conosciuti come i piöder. Attualmente sono attive quattro ditte e vi lavorano 47 dipendenti: a Branzi la cooperativa San Pantaleone (16 cavatori) e la Deca srl (7), mentre a Valleve la ditta Curti&Bianchi (10) e la cooperativa Ceav (14). La lavorazione dell’ardesia è tuttora eseguita a mano: l’abilità dei piöder sta in colpi decisi ma morbidi, portati sulle lastre di pietra con un martello a punta. «Per l’escavazione, da circa vent’anni si utilizzano macchinari all’avanguardia – racconta Angelo Cattaneo, 76 anni di Valleve, cavatore per 37 –, ma negli Anni Sessanta era un lavoro esclusivamente manuale: per fare un foro lungo tre metri nella roccia, per inserire poi l’esplosivo, ci impiegavamo una giornata. Il lavoro cominciava alle 6,30 e i primi anni, quando non c’era la strada di collegamento alla cava, si rimaneva lassù a dormire in una baracca tutta la settimana. Il lavoro era duro, ma ne ero innamorato».

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