Trofeo Nikolajewka, Alpini in campo per la 42ª edizione

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Alpini-OrnicaOrnica – Le penne nere dell’Alta Valle Brembana hanno risposto prontamente all’appello che da oltre quarant’anni a questa parte viene lanciato dal Comitato organizzatore del Trofeo Nikolajewka, che il prossimo anno coincide con il 70° del tragico evento consumatosi sulle nevi del Don durante il secondo conflitto mondiale. L’adunata è avvenuta a Ornica, paese che il prossimo 2013 ospiterà l’evento giunto alla 42ª edizione tra l’ultima settimana di febbraio e la prima di marzo. Una presentazione anticipata quella avvenuta nei giorni scorsi, ma il lavoro da svolgere è tanto. Hanno partecipato all’incontro i capigruppo altobrembani – ai quali sono stati assegnati gli incarichi per la messa in onda della manifestazione – e numerose penne nere e, tra le autorità, il presidente sezionale Carlo Macalli e il consigliere sezionale Gino Quarteroni di Ornica, il reduce di Russia Pasquale Paleni, Vincenzo Salvini organizzatore con il compianto Armando Colombi della prima edizione nel 1969, il sindaco Gino Ambrogio Quarteroni e numerose autorità civili dell’alta valle ed infine Emiliano Milesi, presidente dello Sci club Roncobello che si fa carico della gestione tecnica della gara sugli sci.

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Piazzatorre nella bufera “Pignoriamo la seggiovia”

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Piazzatorre – «Dopo aver atteso due anni il pagamento ora il tempo è scaduto. Abbiamo chiesto e ottenuto il pignoramento della seggiovia». A parlare è Aldo Magnati, titolare dell’impresa edile che due anni fa realizzò, insieme all’impresa Salvini di Piazza Brembana, lo skiweg di collegamento tra i demani di Torcola Vaga e Torcola Soliva, a Piazzatorre. Oggi l’impresa non è stata ancora completamente pagata. A complicare la situazione degli impianti di risalita di Piazzatorre ci sono così anche le difficoltà finanziarie di «Alta Quota», la società proprietaria che solo pochi anni fa si era presentata nella stazione sciistica portando sogni milionari di rilancio.

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Fiera di San Matteo, boom di presenze

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La manifestazione organizzata in alta Valle Brembana visitata da 5 mila persone – Dalla Fiera di San Matteo conlusasi domenica dopo tre giorni, con almeno 5.000 presenze – produttori di formaggi e studiosi del settore lanciano insieme una rivoluzione, semplice quanto radicale: per risollevare economia e turismo della Valle Brembana occorre guardare al sistema agricolo del passato, totalmente ecologico, tipico e autonomo dal punto di vista alimentare ed energetico. E, alla fine, assolutamente genuino. Ne hanno parlato nel convegno clou della Fiera di San Matteo – sul valore della falce fienaria – Francesco Maroni della Latteria sociale di Branzi, Michele Corti, docente di zootecnia montana all’Università di Milano, Fausto Gusmeroli, docente universitario della Fondazione Fojanini di studi superiori di Sondrio, il giornalista economico, caporedattore de «L’Avvenire», Massimo Calvi, e Vincenzo Salvini, memoria storica della Valle Brembana.

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Fieno, ritornare alla storica falce fa bene al bestiame

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 Branzi – Riscoprire le origini attraverso l’utilizzo della falce fienaria (conosciuta comunemente con il termine dialettale ranza). È stato il tema del secondo convegno «Il valore della falce fienaria» ieri alla fiera di San Matteo di Branzi.
«È uno strumento storico, da sempre usato per tagliare l’erba, quindi immagazzinarla per la stagione invernale – spiega Francesco Maroni, presidente di Fiera -, rivoluzionando il modo di nutrire il bestiame. Oggi, in tempo di modernità, consideriamo sia necessario fare ritorno a questo strumento. Con due chiari vantaggi: permettere al bestiame di avere un’alimentazione più naturale, non più a base di mangimi, e conservare il territorio in zone difficili. La falce è utilizzabile in zone che macchinari moderni non possono raggiungere. Un territorio più curato e un’alimentazione più sana e controllata dei capi. Permettendo un’economia pure sulle spese dei mangimi». Ad intervenire al convegno anche Fausto Gusmaroli dell’università di Sondrio, Michele Corti dell’università di Milano, Massimo Calvi caporedattore de L’Avvenire, Piero Busi presidente del GAL, Pietro Vincenzo Salvini memoria storica della Valle Brembana e il cantautore Luciano Ravasio.

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