San Pellegrino un paese in declino aspettando le terme

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San Pellegrino Terme – I progetti di Percassi nelle attese di tutti. Un turismo anziano con soggiorni sempre più ristretti e presenze in calo. Un moderno impianto termale darebbe un impulso a tutta la valle. Come va? «Male», rispondono all’ufficio turistico. Ma siamo in luglio e il vostro è un paese turistico. «Turistico è una parola grossa», puntualizza il sindaco. Insomma, non tira una bella aria ai 358 metri di quota di San Pellegrino. La Belle epoque è finita da un pezzo, l’Inter non si vede da quarant’anni, l’Atalanta ha traslocato a Rovetta, le famiglie che si erano affezionate alla zona quando erano sfollate durante la guerra hanno una certa età, e la Sala bibite dove chiunque poteva bere acqua termale è chiusa da un lucchetto. San Pellegrino vive il disorientamento di una località di villeggiatura che ha le Terme nel nome ma non più tra le offerte turistiche: dopo la chiusura di cinque anni fa non è ancora stato trovato nient’altro con cui sostituirle.

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Grand Hotel, il Comune ora deve ricomprarselo

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 San Pellegrino Terme – È stato l’hotel delle regine, delle star del cinema, dei premi nobel. I registri degli ospiti sono oggi cimeli da custodire fra gli scaffali delle biblioteche e raccontano storie di fasti e soggiorni illustri: la regina Margherita di Savoia, il nobel Eugenio Montale, i Romanov di Russia, Federico Fellini, Ugo Tognazzi fino agli anni Sessanta e ai nomi della Grande Inter di Herrera. Lusso, glorie che risalgono il secolo scorso dall’inaugurazione, nel 1904. Poi la chiusura nel 1978 e il declino: il Grand Hotel di San Pellegrino attende restauri costosissimi ed è l’ombra di se stesso. Ma il destino oggi è più incerto che mai: l’hotel è finito al centro di una matassa burocratica che agita i sonni di quanti siedono in Comune. Per le regole del risparmio imposte dallo Stato, si arriva al kafkiano: il Comune che con la Provincia (quote rispettivamente 95% e 5%) ha costituito una società per valorizzare il Grand Hotel deve dismettere le partecipazioni. Risultato: tutto in liquidazione. L’hotel comunale dovrà ripassare, dalle mani della società pubblica, direttamente in quelle del Comune. Costo zero? Proprio no. Il sindaco Vittorio Milesi non se ne fa una ragione: «Dovremo ricomprarci una cosa che è nostra».

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Flavio Briatore in visita a San Pellegrino: apre un nuovo Billionaire?

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San Pellegrino Terme – Dopo Brumotti di Striscia la Notizia è la volta di Flavio Briatore, anche se la visita di giovedì mattina a San Pellegrino Terme da parte dell’imprenditore piemontese è ancora avvolta dal mistero. Briatore è atterrato nella cittadina del Val Brembana con un elicottero, accompagnato da Antonio Percassi, si è recato in visita al casinò Municipale e poi ha pranzato al noto ristorante “Bigio”.

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Senza alberghi San Pellegrino può sognare un Casinò?

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San Pellegrino Terme – L’inchiostro è corso a fiumi, forse più delle acque del Brembo che attraversa San Pellegrino, per scrivere il rilancio della cittadina termale della Val Brembana. Ma a che punto sono davvero i lavori? Al momento si è fermi, anzi si è tornati indietro rispetto a quando è stato presentato il primo progetto di Antonio Percassi. Prima di allora, infatti, le terme erano in funzione mentre ora sono chiuse nell’attesa delle nuove. Le uniche opere realizzate sono state: il recupero esterno del Grand Hotel, ma solo la facciata principale dato che il retro cade a pezzi. La creazione di un sentiero dietro il casinò che collega la località ex albergo Paradiso e di una zona ristoro con tavoli per pic-nic sempre nella stessa zona. E l’abbattimento dell’ex sede d’imbottigliamento della San Pellegrino per far posto al villaggio di negozi di grandi marche.

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