Baite e formai in Valtaleggio, così si può rinascere

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Presentazione-Libro-Taleggio3Val Taleggio – Un passato millenario fatto di baite e formaggio. Quello poi diventato famoso, prodotto (ahimè anche fuori dalla sua terra) ed esportato in tutto il mondo. E un futuro che, per risollevare una nobile terra decaduta, guarda ancora al passato. Mille anni di storia della Valle Taleggio, un tempo considerata la «piccola Svizzera della Bergamasca », sono raccontati nel nuovo libro di Arrigo Arrigoni, ex sindaco di Vedeseta, presentato recentemente nella sala polivalente di Vedeseta, realizzato dai Comuni di Taleggio e Vedeseta e dall’Ecomuseo.

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Variante di Zogno: Case con crepe, gallerie sott’accusa

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Zogno – Crepe nelle pareti, pavimenti con piastrelle rialzate, distacchi tra pilastri di sostegno e muri, anche una sorgente che sarebbe stata prosciugata. Queste le conseguenze che il cantiere della variante di Zogno avrebbe provocato ad alcune abitazioni poste a valle della prima galleria (a sud), nelle vie San Bernardino e Inzogno. Quattro, finora, le famiglie che, dopo aver segnalato le crepe, hanno deciso di chiedere un accertamento tecnico e quindi un risarcimento. L’edificio, di costruzione abbastanza recente, che avrebbe subito lesioni a seguito del cantiere si trova in via San Bernardino, al civico 12/A. Presenta crepe un po’ ovunque che, secondo i proprietari (per ora preferiscono non rilasciare dichiarazioni), sarebbero state causate dalle esplosioni per la prima galleria. Dopo i sopralluoghi la Provincia ha quindi deciso di avviare un monitoraggio delle lesioni, tramite 12 estensimetri, per verificare ulteriori spostamenti delle crepe. E in una recente determina che affida il monitoraggio alla ditta Tecknos di Bergamo (per una spesa di 11.500 euro), «prende atto che a seguito dei lavori eseguiti per la variante di Zogno un edificio ha subìto delle lesioni».

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A Branzi l’ultima fiera con le capre orobiche

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Branzi – Erano state le capre lo scorso agosto con la mostra provinciale di Roncola San Bernardo, sono ancora le capre oggi a Branzi a chiudere la stagione autunnale delle rassegne zootecniche brembane. È infatti in programma la mostra concorso dei capi di razza Orobica o di valgerola, allevati prevalentemente sulle montagne che stanno tra la Valle Brembana, la Valsassina e la Valtellina oltre che nel Comasco e da qualche tempo presenti con qualche nucleo pure in Val Seriana. Il ritorno di molti giovani in montagna, il binomio sempre più accentuato con l’attività agrituristica ha favorito la crescita dell’allevamento caprino, a maggioranza di manodopera femminile. Zootecnia minore ma significativa, e con buone prospettive per il futuro, essendo sempre più richiesta la produzione casearia del settore.

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Iniziate le riprese di Io, Arlecchino a Cornello dei Tasso

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giorgio_pasottiCornello dei Tasso – “Ciak si gira!” è questo il suono che in questi giorni riecheggia tra i portici e i vicoli dell’antico borgo di Cornello dei Tasso, in Valle Brembama, da martedì 17 settembre infatti sono iniziate le riprese del film “Io, Arlecchino” per la regia di Matteo Bini. Un luogo dove il tempo pare essersi fermato secoli fa, in questi giorni, ma soprattutto in queste notti sta avendo nuovo vita. Notti perché è proprio dalla sera e fino all’alba che le scene vengono girate. Un cast interessante, da Robert Herlitzka, Valeria Bilello a Lunetta Savino (la simpatica Cettina di un medico in famiglia) al protagonista, un bergamasco doc come Giorgio Pasotti. Un film particolare, non l’Arlecchino che tutti si aspettano con costumi d’epoca ma una favola antica girata con abiti contemporanei, una sorta di rivisitazione odierna, sullo sfondo però, i veri luoghi dov’è nato questo personaggio. Tutta la comunità si è data da fare e resa disponibile, chi ha prestato i cavalli per una scena, chi si è messo in posa alla finestra e chi, com’è accaduto martedì a due anziane signore che stavano chiacchierando sotto un porticato, è stato chiesto se potevano continuare a farlo, sedute però su una panchina mentre si girava la scena iniziale, in cui Pasotti arrivava nel borgo. Numerose le comparse difatti, e la maggior parte sono adolescenti o anziani della valle. Proprio una delle case di Cornello diverrà nel film la casa di Arlecchino.

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