Ritorna lo scarpulì in Valle Brembana

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San Giovanni Bianco – Lo stop è durato cinque mesi. Le saracinesche di via Ponte Vecchio,
da una decina di giorni, si sono rialzate. San Giovanni Bianco e la Valle Brembana sono tornati ad avere il loro «scarpulì », mestiere ormai introvabile, ma ancora considerato un servizio (tanto che lo scontrino fiscale non è dovuto). E il lavoro, a quanto pare, c’è. Giovanni Gervasoni, 50 anni, ha preso il posto del fratello Roberto, l’ultimo «scarpulì» della Valle Brembana, morto improvvisamente nella notte lo scorso 10 agosto. Roberto, conosciuto come «Pigla» (ovvero la pece, il liquido usato dai calzolai per le riparazioni), se n’era andato a 58 anni, con la bottega ancora intatta, le commesse da fare, le scarpe da riparare. Un malore.

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Zogno, Orlandini nuovo capogruppo degli alpini

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Zogno – A termini di statuto il gruppo alpini di Zogno ha rinnovato il consiglio direttivo giunto a scadenza triennale di mandato. Il rinnovo ha portato pure a una riassegnazione dell’incarico di capogruppo: ha lasciato Luigi Garofano e gli è succeduto Giovanni Orlandini. Nota storico-statistica: con oltre 320 soci il gruppo scarpone zognese è attualmente il più numeroso della sezione Ana bergamasca, essendo pure nel ristretto novero dei gruppi di più antica costituzione, novant’anni festeggiati due anni orsono con una grande manifestazione provinciale. Luigi Garofano ha messo lo zaino a terra dopo trent’anni di permanenza ai vertici del gruppo, prima come vicecapogruppo e da 21 anni come capogruppo, un incarico che lo ha visto costantemente impegnato nelle numerose attività svolte dagli alpini.

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Paglio, Marmo, estrazione ampliata

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valparina8 San Giovanni Bianco – Dopo circa 25 anni San Giovanni Bianco si prepara a cavare di nuovo Arabescato orobico, considerato come uno dei marmi più pregiati d’Italia (sta alla base, per esempio, della Pietà di Michelangelo in San Pietro). I commissari regionali hanno infatti accolto le osservazioni, sia dell’Amministrazione comunale (proprietaria di una cava in località Corna d’Albe) sia degli altri due privati (Isc di Sonzogni di Zogno e «Pietra di Sarnico» di Gandosso), con cave confinanti e sempre sul territorio di San Giovanni Bianco. «Ora attendiamo il definitivo via libera della Regione – spiega il sindaco Marco Milesi – poi, per quanto riguarda la nostra cava, dovremo aprire un bando per la gestione e lo sfruttamento. Le altre due società private, invece, stanno già procedendo con i progetti per l’estrazione. Per San Giovanni Bianco ma anche per la Valle Brembana si tratta di una buona opportunità occupazionale: oltre al lavoro di cava l’auspicio è che il marmo possa essere lavorato sul nostro territorio e non altrove, dando quindi ulteriore occupazione». La possibilità di cavare marmo arabescato orobico a San Giovanni Bianco era già inserita nei piani provinciali del 1999 e del 2008: era previsto un solo ambito per centomila metri cubi di estrazione (sempre con tre proprietari). La proposta dei commissari nel giugno dello scorso anno aveva praticamente eliminato dal piano la cava comunale, lasciando solo quelle private.

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Zogno, premi e defibrillatori per lo sport

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Zogno – Il primo è stato la consegna dei riconoscimenti per i risultati individuali e di società conseguiti dal mondo sportivo locale, il secondo dei defibrillatori acquisiti dal Comune e assegnati agli impianti sportivi o scolastici nei quali si svolge un primo approccio con l’agonismo. La serata al palazzetto A organizzare la serata, svoltasi con ampia partecipazione di sportivi e di pubblico al palazzetto comunale dello sport di Camagnghè, il delegato allo sport Diego Donadoni. «La realtà sportiva zognese – commenta Donadoni – è decisamente consistente se si pensa che sono oltre un migliaio i praticanti in un contesto di oltre trenta società e una ventina di discipline. Meriti personali e dei gruppi, dunque, ma è certamente determinante anche la disponibilità sul territorio di buone strutture mantenute efficienti e incrementate nel numero dal Comune». I defibrillatori Tale attenzione si è concretizzata ora con la messa a disposizione nelle strutture comunali di otto defibrillatori e nella concessione di contributi alle società operanti su spazi privati per l’acquisto delle apparecchiature».

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