Orobie – Uno strumento di crescita e sviluppo per il territorio, condiviso con tutte le parti interessate, che vengono rese partecipi della sua messa a punto. I soggetti coinvolti sono, oltre a 45 Comuni, di cui 41 'alta Valle e della e 4 della Valsassina, le due Province di e Lecco, il bergamasche e tre Comunità montane (Valle Brembana, Valle Seriana e Valsassina-Valvarrone). È il Piano territoriale regionale d'area delle Valli Alpine (Ptra bergamasche e Altopiano Valsassina), di cui la Giunta regionale ha deliberato l'avvio del procedimento di approvazione, su proposta dell'assessore al Territorio e Urbanistica, Daniele Belotti.

Il piano, presentato agli enti coinvolti a Bergamo il 5 maggio, entra ora in una fase di consultazione e condivisione da parte dei soggetti interessati. Per redigere questo piano saranno messi a disposizione dei Comuni di quest'area – tutti per lo più molto piccoli – tecnici regionali e dell'università di Bergamo. «Nulla sarà calato dall'alto – ha detto l'assessore Belotti –. Il piano sarà, al contrario, il frutto della partecipazione e della collaborazione degli enti locali e territoriali. Obiettivo: definire un nuovo modello di sviluppo, che valorizzi le Orobie bergamasche e l'altopiano della Valsassina, esaltando le loro peculiarità e risorse e dando vita a un nuovo ordine urbano e a nuovi scenari di sviluppo».

«Perché – ha proseguito Belotti – con le seconde abbiamo raggiunto il limite. Il territorio è già stato pesantemente compromesso da questa ormai superata tipologia di turismo e lo sviluppo futuro delle valli bergamasche e della parte montana della provincia di Lecco, non dovrà più passare per la villetta in ». «Questo piano d'area – ha ribadito l'assessore – non è un Pgt e non impone vincoli, ma rappresenta un'opportunità per perseguire uno sviluppo ordinato e una crescita più omogenea e moderna». Tra gli obiettivi fondamentali del documento figura l'impegno a garantire servizi minimi e occasioni di sviluppo per favorire la permanenza nella valli della popolazione, oltre che per attirare chi, in presenza di determinate condizioni, voglia tornare a risiedere in montagna. «La prima forma di prevenzione del dissesto idrogeologico è la pianificazione attenta. Con i sindaci – ha concluso Belotti – lavoreremo anche e soprattutto per semplificare le norme. Attueremo un processo di ascolto, un lavoro di approfondimento dei bisogni del territorio, per arrivare a fissare i paletti necessari per una crescita sana».

L'Eco di Bergamo