falo1Si è rinnovato, sabato sera, a Cusio, il rito folcloristico del «Rogo del Vecio e dela Egia». La tradizione affonda le radici in epoca celtica e sta a significare il tentativo, da parte dei paesani, di esorcizzare i mali 'anno passato e della fredda stagione invernale simboleggiati, appunto, dal fantoccio della «Vecchia». La serata è cominciata nella piazza centrale con una simpatica e rumorosa processione per le vie del paese, durante la quale i giovani «suonavano» gli strumenti legati alla tradizione del rito, i «grì» (grilli) e i «martèi» (martelli), costruiti dagli anziani del paese, mentre i più grandi portavano sulle spalle i fantocci dei due condannati al rogo.

Dopo aver dato alle fiamme i fantocci i festeggiamenti sono proseguiti con il vin brulè e le musiche di ballo liscio suonate da Angelo Oprandi. Il fatto che più colpisce, però, è che quanti hanno organizzato tutta la festa, e che si sono fatti carico di preparativi e problemi, sono un gruppo di ragazzi. «Ciò che più ci importa sottolineare – spiegano Marco Manganoni ed Erik Giupponi, rispettivamente 29 e 25 anni, portavoce degli organizzatori – è che prima di tutto siamo un gruppo di amici. Il rogo dei vecchi è rimasto fermo per circa dieci anni e solo da quattro siamo riusciti a riportarlo in paese. Abbiamo semplicemente ripercorso le orme di chi l'aveva preparato prima di noi, cioè i nostri genitori e i nostri nonni, i quali, per la mancanza di tempo e per i troppi impegni, hanno poi smesso.

Naturalmente abbiamo cambiato qualcosa rispetto al passato, il percorso innanzitutto è diverso; ai tempi dei nonni la processione si concludeva davanti alla chiesetta di Sant'Alberto, nella località “Sass”, mentre ora abbiamo deciso di farla terminare in paese. Il motivo principale che ci ha spinto a prendere le redini di questa festa è innanzitutto il ricordo e il tributo alle nostre tradizioni. Noi siamo figli della e, in quanto tali, ci piace che questa venga mantenuta viva tramite la sua storia e i suoi riti».

Enrico Vitali – L'Eco di