Valle Taleggio – Un patrimonio di architettura rurale unico. Ed enorme. Che, purtroppo, sta lentamente cadendo. Sono 2.000 le coi tetti in piöde e le stalle che da secoli caratterizzano la storia e l'economia delle valli Taleggio, Brembilla e Imagna. Ora, un progetto, realizzato dall'Ecomuseo e finanziato dalla Regione, mira alla loro difesa e valorizzazione. E dagli amministratori l'appello: «Dobbiamo evitare che un tale patrimonio vada perduto. Intervenga con degli aiuti la Regione». Il progetto, in corso di stesura, è stato presentato domenica scorsa a Vedeseta e si compone di tre ricerche.

La prima, affidata al Centro studi Valle Imagna, sta portando alla realizzazione di un «Atlante 'edilizia rurale di tradizione»: sono circa 2.000 le baite censite e schedate nelle tre valli, con la localizzazione e la descrizione delle loro caratteristiche. Non nascerà, però, un libro cartaceo. Troppo enorme la mole di documentazione. Tutto sarà solo online, sul sito web del Centro studi Valle Imagna. «Si avrà così il reale dimensionamento – spiega Antonio Carminati, sindaco di Corna Imagna e direttore del Centro studi Valle Imagna –. Non stiamo parlando di pochi edifici isolati, ma di un patrimonio diffuso enorme e dal grandissimo valore identitario. E sarebbe ora che la Regione lo riconoscesse impostando un progetto di salvaguardia e di interventi concreti». Il problema è legato principalmente ai di recupero, soprattutto dei tetti in piöde: un metro quadrato costa circa 500 euro. Nel comune di Taleggio, per esempio, sono circa 120 le baite ancora pienamente conservate. Di queste una quarantina sono vincolate a un recupero del tetto nel pieno rispetto dei caratteri originari.

«Ma i costi per i privati – spiega il sindaco di Taleggio e presidente della Valle – sono troppo elevati. I vincoli vanno bene per salvaguardare il nostro patrimonio, ma tali vincoli andrebbero compensati con risorse adeguate per mantenerlo». La del progetto, affidata all'architetto Paolo Belloni, prevede lo studio per l'ipotesi di recupero di due baite, mentre la terza parte, relativa all'analisi dei possibili riutilizzi turistici degli edifici, è stata affidata ad Andrea Macchiavelli dell'. Le ricerche dovrebbero essere illustrate in un convegno a maggio.

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di Bergamo