Polenta taragna orobica: regole per un simbolo

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Partita da Branzi e da un’idea di Francesco Maroni, giovane imprenditore della locale latteria storicamente capeggiata dalla famiglia Midali, depositaria del marchio Ftb (Formaggio tipico branzi), la «Polenta taragna orobica» sta per diventare uno dei capisaldi della cucina bergamasca. Non che già non lo fosse, come ben sanno coloro che frequentano le tavole delle valli spesso proprio alla ricerca del piatto che ne celebra l’arte culinaria, ma per decretarne l’affermazione e l’identità c’era bisogno di creargli attorno un evento che la celebrasse, e successivamente sancirne ufficialmente l’appartenenza mettendo nero su biancoun disciplinare di preparazione. L’evento, che si è ripetuto nello scorso fine settimana naturalmente in quel di Branzi, è stato tenuto a battesimo l’anno scorso subito a ridosso della storica Fiera di San Matteo, momento clou per i caricatori d’alpe che proprio nel paese dell’alta Val Brembana si ritrovavano dopo l’alpeggio estivo per incontrare i mediatori che si contendevano le prelibate forme di monte.

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Le Bésse de Brans da scarto di cagliata a prelibatezza

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Branzi – Un tempo erano scartate e date ai ragazzi, oppure rimesse nella cagliata. Ora si sono prese la rivincita e stanno diventando una prelibatezza da menu nei ristoranti di Branzi, ovviamente patria del formaggio «Branzi» e della polenta taragna. Parliamo de «Le Bésse de Brans», ovvero le rifilature della cagliata, gli scarti che si ricavano dalla forme tonde in legno, le cosiddette «fasere». Si ottengono quando il casaro depone e pressa appunto la cagliata appena tolta dalla caldaia. Costituite da latte, caglio, sale e fermenti, hanno forma allungata e un sapore diverso dal Branzi stagionato, seppure nascano dalla stessa «pasta». Messe in commercio da poche settimane dalla Latteria sociale di Branzi (cooperativa che produce Branzi Ftb) sembrano avere già conosciuto un buon successo.

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Incontro con i giocatori dell’Atalanta a Santa Brigida

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Atalanta-Santa-Brigida1Santa Brigida – Sabato 1 giugno si e’ tenuta in sala polivalente a Santa Brigida in Alta Valle Brembana una splendida manifestazione. Grazie all’impegno del nostro amico Gabriele Calvi e al grande lavoro del nostro Presidente Giuliano Galizzi , e allo staff della Pro-Loco, i bambini delle scuole medie ed elementari hanno potuto incontrare alcuni giocatori dell’Atalanta . Erano con noi infatti , il capitano della squadra Bellini , con Raimondi e Capelli, per passare con i nostri ragazzi uno splendido pomeriggio. I ragazzi avevano preparato per i calciatori molte domande e loro, con grande gentilezza e simpatia hanno risposto, conquistando tutta la sala . Non solo abbiamo conosciuto dei grandi campioni , ma anche delle grandi persone, che sanno di avere una responsabilita’ verso i ragazzi che li guardano e ci hanno dato un immagine del calcio vero e pulito , quello che tutti amiamo. E per finire polenta taragna e musica per tutti!

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Il gelato bergamasco nasce a San Pellegrino e si fa con i biscotti

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San Pellegrino Terme e il suo biscotto fanno incetta di premi al concorso di Ascom dedicato al
«gelato artigianale del territorio bergamasco». La tradizione batte la sperimentazione e il tipico dolce della cittadina termale si impone, come ingrediente principe, su altre specialità orobiche come vini e formaggi, usati con coraggio dai gelatieri concorrenti ma non premiati dalla giuria. Prima e seconda classificata sono La Gelateria e la Pasticceria Bigio di San Pellegrino. I 31 partecipanti alla gara (gelatai di città e provincia e un gruppo di studenti degli istituti alberghieri) avevano avuto mandato di utilizzare solo prodotti del territorio bergamasco. Così Marco Mangili (salito sul primo gradino del podio) ha puntato su un «gusto classico, semplice, pulito» nato dall’unione della crema al fiordilatte con il biscotto brembano; mentre il Bigio ha affiancato al tradizionale frollino a mezzaluna, i mirtilli di Ornica e il latte d’asina.

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