Sabato 28 aprono gli impianti ski di Foppolo

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Foppolo – Sabato 28 novembre prende il via la stagione invernale 2015/2016 nel comprensorio sciistico Brembo Ski. Si scierà fino al 03 aprile prossimo. Grazie infatti all’abbassamento delle temperature, nei giorni scorsi sono entrati in funzione, nel comprensorio Brembo Ski San Simone – Foppolo – Carona, i 60 cannoni da neve – fissi e mobili – posizionati da diverse settimane sulle piste IV Baita, Montebello, Cappelletta, Canalino e Vago di Foppolo. I cannoni da neve hanno continuato ininterrottamente a lavorare giorno e notte, ventiquattro ore su ventiquattro, per sopperire alla mancanza di neve naturale con i tecnici concentrati per produrre neve e, a turno, sorvegliando le macchine e il loro continuo riposizionamento. Gli impianti a Foppolo apriranno Sabato 28 e Domenica 29 novembre dalle 08.30 fino alle 16.45 con orario continuato e si potrà sciare sulla pista Montebello oltre che sulla pista Canalino. Una situazione in continua evoluzione, la volontà è naturalmente quella di aprire il maggior numero di impianti e piste man mano le condizioni lo permettano; l’obbiettivo è l’apertura dell’intero comprensorio per l’imminente ponte dell’Immacolata a partire dal 05 dicembre prossimo venturo.

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La Variante di Zogno si farà, siglato l’accordo con Regione Lombardia

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Giunta-Regionale8Zogno – Dal Pirellone i 31,5 milioni per completare l’opera. Per la Val Brembana investimento di oltre 70 mln di euro.  La Variante di Zogno si farà e si farà tutta. Questa mattina l’intera Giunta di Regione Lombardia si è riunita in seduta straordinaria a Zogno per mettere nero su bianco l’accordo con cui saranno stanziati i 31,5 milioni di euro necessari al completamento dell’opera. Si tratta di un investimento totale pari a 71,5 milioni di euro da parte del Pirellone ; cifre che non hanno precedenti, per il completamento dell’opera simbolo del rilancio e del futuro sviluppo economico dell’intera Val Brembana.

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E la Val Brembana rinasce con… lo zafferano

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La Val Brembana prova a rinascere con un fiore. Da due anni alcune famiglie, raccogliendo l’invito del vicariato e dell’associazione Gente di Montagna, hanno iniziato a coltivare lo zafferano. Un esperimento che sta mettendo radici, tanto da gettare i semi di una nuova microeconomia su un territorio che più di altri è stato inaridito  dalla crisi. Tutto è partito dall’intuizione del vicario, don Alessandro Beghini. «Ci siamo chiesti che tipo di Chiesa vogliamo essere in questo tempo – spiega – . Non possiamo occuparci solo di liturgia, ma anche dei giovani che perdono il lavoro e abbandonano queste terre. Il mito dell’andare a far soldi in città è tramontato, occorre riscoprire alcune risorse e ricreare i legami perduti. Abbiamo incontrato gente di altre valli per capire quali soluzioni adottare. E abbiamo capito che servivano azioni concrete». Come acquistare dei bulbi e piantarli nel terreno. «Abbiamo scelto lo zafferano perché ci serviva un’idea originale, che suscitasse curiosità e facesse da catalizzatore». La gente ha cominciato a informarsi, cinque famiglie hanno iniziato la coltivazione su piccoli appezzamenti. Per partire basta un investimento di 150 euro, se va bene con il primo raccolto si arriva già a coprire la spesa. Poi i bulbi si riproducono e i fiori aumentano. Lo zafferano rende fino a 40 euro al grammo, ne basta poco per racimolare un piccolo gruzzolo.

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Alpini dell’alta valle Nel corteo per il 90° decine di gagliardetti

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Branzi – Il gruppo alpini dell’alta Valle Brembana ha festeggiato domenica scorsa il 90° di fondazione. Quest’anno è stato Branzi a ospitare l’evento svoltosi con composta solennità e con la partecipazione di alpini e non soltanto della valle del Brembo, di valligiani e turisti che si sono fatto coinvolgere camminando con le penne nere nel corteo verso il monumento ai Caduti. Partiamo dall’ultimo atto della manifestazione, quando il rappresentante della sezione provinciale ha consegnato alle pubbliche amministrazioni, alle forze dell’ordine e ad altri presenti una copia dell’Almanacco 2014 della sezione Ana di Bergamo. Una copia è andata anche ad Antonio Calvi, classe 1919, e a Roberta Midali, classe 1994. Calvi è uno degli ultimi tre reduci della Campagna di Russia; Midali, di Branzi, è invece caporale alpino al centro sportivo Esercito di Courmayeur, componente della formazione giovanile della squadra nazionale Fisi di sci alpino e campionessa italiana in carica. In questo gesto si è voluto vedere il concetto dell’«alpinità», un passaggio di consegne – che sono improntate agli ideali di amor di patria, di socialità, di attenzione alla persona, di ripudio della guerra – dal vecio al bocia. Un discorso che continua dal 1919 appunto quando – ha ricordato il consigliere nazionale Ana Giorgio Sonzogni – i reduci della Grande Guerra decisero di fondare l’Ana.

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