Nel borgo di Arlecchino il festival teatrale “Le radici e le ali”

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San Giovanni Bianco «È ormai certo che in autunno prenderà corpo il progetto di far nascere a Bergamo un’accademia o un centro che possa diventare punto di riferimento internazionale per lo studio della commedia dell’arte» afferma Giovanni Milesi assessore provinciale alla Cultura e allo spettacolo presentando «Le radici e le ali. Festival del teatro dell’arte», progetto che va nella direzione di diffondere «il prezioso patrimonio della cultura bergamasca, spesso apprezzato più all’estero che in Italia».

La Provincia sostiene (con un contributo non ancora stabilito) il festival perché è «un’occasione per rivitalizzare questa forma d’arte, per riappropriarcene con fierezza». La manifestazione alla prima edizione non poteva trovare location più adatta: si svolge infatti nel borgo di Oneta, frazione di San Giovanni Bianco, patria di Arlecchino, una delle maschere più conosciute e amate della commedia dell’arte che affonda le sue radici «nel ‘4-500, quando i nostri migranti bergamaschi si spostavano a Venezia – spiega Milesi –; alcuni di loro, dotati di talento teatrale, impersonavano le figure dei servitori parlando in un bergamasco ingentilito e suscitando grande ilarità. Erano gli Zanni».

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Manifattura di Valle Brembana: cento anni di storia in un libro

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Cento anni sono passati dalla fondazione della Manifattura di Valle Brembana di Zogno, un piccolo mondo imprenditoriale che ha conosciuto successi, sconfitte, crisi più o meno lunghe e rinascite impetuose. Un’azienda che è sorta tra i fasti della belle époque brembana e la cui storia si è intrecciata con i grandi eventi d’Italia e del mondo, dalle guerre al fascismo, dalle crisi ai “miracoli” economici e alla globalizzazione. Questa importante realtà, in occasione del suo centesimo anniversario, ci è stata sapientemente raccontata dal compianto Prof. Felice Riceputi attraverso una ricca documentazione storica e iconografica raccolta nel suo ultimo libro “Manifattura di Valle Brembana 1907-2007: cent’anni di storia”. Il libro, pubblicato dal Centro Storico Culturale Valle Brembana con il contributo della Manifattura di Valle Brembana, è stato presentato lo scorso 26 marzo presso il Teatro Trieste di Zogno alla presenza delle autorità locali, dei dirigenti, degli impiegati e degli operai della Manifattura, di gente e di cittadini zognesi che hanno vissuto e conosciuto questa piccola ma importante vicenda economica della nostra valle, nonché le varie generazioni della famiglia Polli che l’hanno portata avanti nel tempo e con successo.

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Tradizioni in Valle Brembana: Sunà i Ciòch

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A metà Quaresima, è tradizione, in alcuni paesi dell’Alta Valle, suonare i “ciòch” per annunciare l’arrivo della primavera, il risveglio della natura, la preparazione a vita nuova. Ecco allora che un folto gruppo di persone, adulti e ragazzi, percorrono le vie dei nostri paesi, muniti di “ciòch” di varie dimensioni, e tutti insieme suonano questi strumenti, seguendo un ritmo cadenzato ed emettendo un suono assordante. Si tratta di un’usanza antica, vissuta come un momento di aggregazione e socializzazione. Terminato il giro del paese, ci si ritrova per una cena frugale, a base di patate e cotechini, proprio come una volta e per trascorrere una serata in compagnia.

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Passato, presente e futuro degli alpeggi altobrembani

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Anche questa terza e ultima serata, dedicata alla Valle Brembana e organizzata dal Centro Storico Culturale e dal Cai Alta Valle Brembana, ha avuto una notevole partecipazione, la sala era gremita. Abbiamo verificato che nelle tre serate la presenza complessiva è stata di oltre 250 persone, comprese diverse autorità: sindaci e consiglieri comunali, oltre a componenti del Direttivo della Comunità Montana e allo stesso presidente, dott. Alberto Mazzoleni, che è intervenuto nel corso di questo terzo incontro dedicato agli alpeggi.

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