Averara: troppo arsenico, chiusa la sorgente

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Averara – Troppo arsenico nell’acqua del rubinetto, una ventina di milligrammi al litro, quindi il doppio del limite consentito dalla legge. Per tale motivo, nei giorni scorsi, il Comune di Averara ha emesso un’ordinanza in cui si dichiara la non potabilità dell’acqua proveniente dalla sorgente Valmoresca. Un’emergenza, peraltro, che nella piccola frazione dell’alta Valle Brembana è durata poco più di un giorno, ovvero il tempo lampo per l’amministrazione comunale di posizionare un tubo provvisorio di circa un chilometro che portasse nuova acqua potabile nelle rete idrica.

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La domenica dei mille al Passo San Marco, fieri di essere alpini

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Averara – Nessuno immaginava che dopo una notte di autentica tregenda meteorologica – pioggia torrenziale, grandine e vento violentissimo –, che ha imperversato sull’alta Valle Brembana, ieri al Passo San Marco brillasse il sole. Un premio per gli alpini che non hanno voluto mancare al tradizionale appuntamento estivo, il 36°, al valico tra la Valle Brembana e la Valtellina. Almeno un migliaio le penne nere e con loro tanti escursionisti saliti dalle due valli e arrivati pure da Conegliano, Como, dalla trentina Val di Non… Ed è importante sottolineare che tale partecipazione è dovuta semplicemente al passaparola, al tam tam di vallata in vallata che già ha cominciato a echeggiare per il prossimo anno.

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Gli alpini di due valli al passo San Marco

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Passo San Marco – Era il 1976 quando al passo San Marco avvenne il primo incontro tra le penne nere bergamasche e valtellinesi. Un incontro ideato da un piccolo gruppo di ex alpini dei paesi che stanno sui due versanti della catena occidentale delle Alpi Orobie. Gente che aveva portato il cappello con la penna e che si frequentavano per vicinanza territoriale arrivando a stringere parentele, tra loro il «Furia» di Mezzoldo, al secolo Guido Salvini, Egidio Abate di Albaredo, Luigi Baschenis di Averara, che fu capogruppo degli alpini del suo paese per quattro decenni, e Fortunato Lazzaroni di Averara, tuttora vivente e reduce di Russia.

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Averara recupera una casera per gli escursionisti

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Averara – «È un paradiso mai sfruttato», lo definisce così il sindaco Mauro Egman. Si tratta della zona d’alpeggio Cantedoldo, a 1.500 metri d’altitudine ad Averara. Di recente l’Amministrazione ha dato il via al recupero di una casera comunale. L’edificio diventerà una baita per gli escursionisti e a fianco sorgerà un’altra struttura, più piccola, per permettere agli alpeggiatori la rivendita dei loro prodotti. «La baita sorgerà dal rudere di una casera, interamente in pietra locale e con tutta probabilità cavata nel luogo – spiega Egman – e ha una superficie pari a circa 60 metri quadrati. A fianco è prevista la realizzazione di un piccolo ampliamento di circa 19 metri quadrati per l’alloggiamento, una zona di servizio con un bagno e un ripostiglio».

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