Val Brembilla, primo voto, è subito bagarre: 4 liste

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valbrembilla-cartinaVal Brembilla – Quattro candidati sindaci. Da una parte lo storico amministratore del paese contro un suo ex assessore e – dopo incomprensioni e qualche scintilla – parte della vecchia giunta. Dall’altra i due outsider, cioè un cittadino «osservatore » (come lui stesso si definisce) e l’esponente della Lega. È il film che, il 25 maggio, vedrà uscire dalle urne il primo cittadino di Val Brembilla, Comune di 4.500 abitanti nato dalla fusione, dopo il referendum consultivo, di Brembilla e Gerosa. A due mesi dal voto la sfida è entrata nel vivo e promette, rispetto alle ultime due tornate elettorali, più battaglia che mai.Sulla carta l’ex sindaco Gianni Salvi potrebbe ancora partire come favorito.

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Mancano i soldi Il Grand Hotel torna in vendita

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grand-hotel1San Pellegrino Terme – Mancano i soldi per continuare nel recupero. Il Grand Hotel di San Pellegrino, chiuso da oltre 30 anni e oggi di proprietà di una società al 95% del Comune e al 5% della Provincia, a questo punto, tornerà in vendita. Entro febbraio dovrebbe essere pubblicato l’avviso o il bando per la manifestazione di interesse (il Comune intende ricavarci circa 5 milioni di euro). Catene alberghiere o grandi gruppi industriali i possibili acquirenti. Il suo recupero rientra nell’operazione di rilancio della cittadina termale avviata nel 2007 da Regione, Provincia, Comune e Gruppo Percassi, ma i costi altissimi finora hanno impedito il rilancio. Con tre milioni di euro sono state ripulite le facciata principale e le due laterali. A questo punto gli enti pubblici, come da accordi – dice il sindaco Vittorio Milesi – avrebbero dovuto trovare gli altri 18 milioni necessari per proseguire nel consolidamento. Soldi che non ci sono. L’ultimo intervento sarebbe stato del Gruppo Percassi, con altri 22 milioni. Ma prima toccava a noi. La riapertura della casa da gioco ci potrebbe consentire di trovare i soldi per il recupero. Diversamente conviene venderlo. Le possibilità di riapertura dello storico edificio liberty, quindi, si allontanano.

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Dossena, folla per la festa del Madunù

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Dossena – Anche quest’anno è stato foltissimo il concorso di fedeli arrivati a Dossena da tutta la Valle Brembana per partecipare alla Festa del Madunù, una tradizione antica e quanto mai intensamente sentita e vissuta dalla comunità vallare. C’è stata folla di visitatori anche da fuori paese per la preghiera vicariale e per lo spettacolo pirotecnico, proposto la sera della vigilia. La comunità dossenese ha partecipato in foltissima rappresentanza alla Messa solenne di venerdì mattina e Dossena è stato invaso dai fedeli arrivati pure da fuori paese per la processione del pomeriggio. La Messa solenne, concelebrata dai sacerdoti della vicaria, è stata presieduta dal vicario generale della diocesi monsignor Davide Pelucchi che all’omelia, in una profonda riflessione, ha evidenziato il concetto dell’abbraccio della Vergine al Cristo morto e all’uomo, per cui all’umanità tutta, e a Dio, in cui confidare.

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Impianti Ski dell’Alben e Arera: storie di sfregi

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Oltre il Colle – Gli impianti sciistici abbandonati, un nuovo viaggio nel degrado. Già negli anni Ottanta era evidente il problema delle piste costruite a quote troppo basse. I segni degli impianti sciistici abbandonati sono sfregi sulle montagne bergamasche. La vista oggi è desolante in diverse località delle valli orobiche, ma la storia di quel degrado parte da lontano. Era il 1988 e Valerio Bettoni era assessore provinciale al Turismo; quell’anno sui tavoli della Provincia, della Regione e dei giornali arrivò un documento scritto da lui che tuonava contro il rischio di chiusura degli impianti dell’Alben, a Oltre il Colle. Impianti che appena nati boccheggiavano già, mancanza di neve, emergenza continua: «Così non possono stare in piedi», disse l’assessore provinciale e infatti i piedi cedettero subito e dall’Alben se ne andarono tutti. Lì in mezzo a quel pugno di fiori gialli, che in questi giorni fanno sembrare l’Alben un sole riflesso, rimangono gli skilift e la seggiovia, arrugginiti, con una recinzione rotta che cerca di non farli notare troppo ai turisti.

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