Averara, dove il sindaco spala la neve

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Averara – La montagna nel tempo si è andata spopolando, così chi vive e conosce quei territori non può che constatare una crescente difficoltà a prendersene cura, anche nelle piccole cose. Ad Averara, però, non ci si dà per vinti: per mettere un freno al rimboschimento dei prati attorno al paese, per esempio, l’amministrazione guidata dal sindaco Mauro Egman ha assoldato (a costo zero) degli «operatori» di tutto rispetto: gli asinelli prestati da un’azienda agricola della zona. «Siamo partiti lo scorso anno: gli asini sono stati portati nei prati, poi dei volontari passano più volte al giorno per accudirli e controllare che sia tutto a posto», spiega Egman. L’esperimento è riuscito, e quest’anno a maggio si riparte.

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Asini boom, puliscono e il loro latte va a ruba

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asiniCamerata Cornello – Gelato, ma anche biscotti, cioccolatini e cosmetici. Col latte d’asina si fare pure questo. Ma soprattutto viene dato a bambini intolleranti al latte vaccino. E con gli asini si recupera il territorio, quello più abbandonato. Aiutando anche i piccoli comuni di montagna, in difficoltà a tenere i pascoli ormai invasi da sterpaglie o dal bosco che avanza. Questo fa il Consorzio orobico bianco latte d’asina (Cobla) nato da circa un anno per iniziativa di Francantonio Belotti di Camerata Cornello e Mario Pucci di Albino. A loro, poi, si sono aggiunti l’azienda agrituristica Paganì di Oltre il Colle, Mario Fucili di Cene e Luigi Cattani di Strozza . Belotti, da circa due mesi, ha aperto il suo laboratorio di mungitura in una stalla a Olmo al Brembo («grazie alla disponibilità della proprietaria di Milano») e, in questi anni, è diventato il punto di riferimento dei consorziati per l’utilizzo degli asini nella pulizia dei pascoli. E ora, di fronte all’aumento di richiesta, lancia l’appello a singoli o aziende che, nella loro attività, tengono generalmente alcuni ciuchi: il laboratorio di mungitura è a disposizione della valle, portate pure qui i vostri animali.

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Zogno, giù l’ultima parete della seconda galleria

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Zogno – Da martedì mattina, anche la seconda galleria della variante di Zogno sarà interamente scavata. L’annuncio arriva dall’Itinera, l’impresa che dall’estate 2012 sta realizzando la strada che dovrà bypassare il centro storico del capoluogo brembano. La prima galleria a Sud, lunga 654 metri, era stata completata nello scavo lo scorso giugno, con tanto di cerimonia alla presenza del presidente della Regione Roberto Maroni. Più lunga questa seconda galleria – di 2.211 metri – che sbuca nei pressi di Ambria, a nord. «Alla conclusione dello scavo – spiega il dirigente del settore Viabilità della Provincia Renato Stilliti – mancano ormai poche decine di metri. Il cantiere di Itinera, poi, chiuderà per le festività natalizie e riprenderà dopo l’Epifania». A casa, quindi,tutti gli operai impegnati: quelli della Cogesud di Matera e i minatori sardi dell’Itinera (altre due imprese locali, la Regazzoni di Olmo al Brembo e l’Orobica di Zogno, invece, sono addette ai movimenti terra e alla realizzazione dei traccioli). «I tempi sono stati rispettati – prosegue Stilliti – anche perché l’impresa ha sempre lavorato anche il sabato e la domenica, facendo turnare gli operai. Concluso lo scavo delle due gallerie mancheranno ancora diversi lavori. L’apertura per inizio 2015 resta comunque confermata».

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Mungiamo ancora a mano Anche così si aiuta la montagna

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Rimanere fedeli alla tradizione, alla genuinità, a una storia che si tramanda da secoli a volte non è facile. Soprattutto se dall’altra parte c’è la possibilità di produrre e guadagnare di più. Ma la famiglia di Ignazio Carrara e Silvia Carobbio compromessi non ne ha cercati e voluti. Così da generazioni e decenni producono formaggio sempre allo stesso modo. Come fecero i loro avi: con un’alimentazione per le vacche senza uso di mangimi. Arrivano da Valpiana di Serina. Sono una delle poche famiglie di allevatori ancora rimaste in paese, in un momento di crisi anche per questo settore agricolo. Dove forse sarebbe stato facile cedere alla tentazione degli allevamenti intensivi. Loro, invece, continuano nel solco della tradizione. Così, quando le vacche sono nei pascoli di Valpiana, preferiscono ancora mungere a mano.

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