arlecchinoValle Brembana – Arlecchino inizia a muovere i primi passi. O , a mettere le basi. Sono iniziati, al centro della rotatoria stradale di Villa d'Almè (quella posta all'incrocio con la provinciale per ), all'ingresso della Valle Brembana, i lavori per la posa della scultura-statua che dovrà diventare uno dei simboli forti di questa terra, anche in vista del recente film dedicato alla dall'attore Giorgio Pasotti. Lavori in corso In questi giorni l'impresa «Ceroni costruzioni» di Zogno (su progetto di Sandro Ceroni e di Gianpietro Persico) sta realizzando il basamento su cui, presumibilmente da novembre, sarà posata la scultura di Arlecchino, in corso di realizzazione a opera dell'artista milanese Nicola Gagliardi.

Promotori dell'iniziativa – avviata da oltre un anno con non poche difficoltà nel reperimento dei fondi – sono stati l'azienda «Fratelli Sonzogni » di Zogno (con i figli Michele e Giovanni), specializzata in pietre antiche e lavorazione marmi, l'agriturismo Ferdy di Lenna e la Comunità montana Valle Brembana: la statua all'inizio della valle sarà dunque la seconda dedicata ad Arlecchino in Bergamasca dopo quella realizzata da Mario Gotti, ospitata all'Urban center di (ideata peraltro con un concorso pubblico a ) e protagonista di rocambolesche vicissitudini legate proprio alla sua collocazione definitiva.

La scultura, alta tre metri, sarà realizzata inbianco di Carrara (quindi porcellanata nelle pezze colorate), e poserà su un blocco di marmo arabescato orobico rosso alto 1,31 metri. L'intervento, costato complessivamente circa 60 milaeuro, è stato finanziato, oltre che dai promotori, anche da una quindicina di Comuni della Valle Brembana (compr e so Villa d'Almè), ma «l'invito – dicono – è ancora aperto a tutte le amministrazioni comunali, affinché le spese possano essere interamente coperte». La realizzazione della scultura è stata affidata all'artista Nicola Gagliardi, 70 anni, di San Vittore Olona (Milano), collaboratore della Fabbrica del Duomo di Milano, con all'attivo centinaia di esposizioni e decine di opere pubbliche importanti. «Mi sono ispirato all'Arlecchino di Goldoni – spiega Gagliardi – in particolare quando lo scrittore descrive la maschera nella sua “arguta scaltrezza necessaria alla sopravvivenza”. La scultura di Arlecchino, quindi, si presenta indicando con misurato e rispettoso inchino la strada che in Valle Brembana e invitando a ricordare la terra d'origine.

Stringe il batocio, indossa maschera e cappello di feltro, a cui è appeso un codino di coniglio, ricordo di una stagione di , è vestito di calzamaglia, con un giacchettino e una cintura che trattiene l'inseparabile scarsella». Un totem provvisorio In attesa che la scultura esca conclusa dal laboratorio di Gagliardi, nei prossimi giorni, al suo posto, sulla rotatoria di Villa d'Almè sarà posato un totem di legno a indicare la futura collocazione. E una volta installata,
la statua-scultura sarà illuminata anche di notte. La valle avrà così uno dei suoi simboli forti, visto che a Oneta di San Giovanni Bianco c'è la «Casa di Arlecchino» e storicamente la terra brembana è considerata patria della maschera o quantomeno matrice delle caratteristiche che la contraddistinguono. Il progetto è nato in concomitanza con il film di Pasotti su Arlecchino (in fase di completamento, ndr) – spiega il presidente della Comunità montana Alberto Mazzoleni – produzione che speriamo possa dare ampia visibilità alla nostra terra. D'altro canto la scultura vuole essere un richiamo importante per la valle, uno dei suoi simboli più amati seppure più controversi, anche in vista di Expo. Arlecchino è conosciuto in tutto il mondo. E chissà che qualcuno non voglia venire a trovarlo dove è nato».

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di Bergamo

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