Natale Arioli ricostruisce la storia famigliare di Carlo , dalla pastorizia al trasferimento nel milanese. E' titolo inedito e significativo quello che si aggiunge oggi alla bibliografia storica della Valle Brembana. Si tratta del volume di Natale Arioli «Le radici di Carlo Cattaneo. Storia di una Famiglia da Valleve alla Bassa Milanese» (la presentazione alle 15,30 nella Sala parrocchiale di Valleve). L'opera, riscontro di un'accurata indagine archivistica, ricostruisce la genealogia dal Medioevo a fine Settecento della famiglia Cattaneo, il cui illustre discendente Carlo sarà fra le più autorevoli figure del Risorgimento. I Cattaneo, di cui la ricerca accerta le origini appunto nella piccola comunità di Valleve, per generazioni partecipano alla tipica economia pastorale di quelle montagne, caratterizzata dalla transumanza stagionale nella pianura milanese e pavese; là si stabilirà poi la famiglia, dedicandosi alla più remunerativa affittanza di cascine e vaste coltivazioni.

Sul finire del Settecento i Cattaneo si trasferiscono a , dove nel 1801 nasce Carlo. Intellettuale acuto e pragmatico, è esponente di spicco del pensiero laico, democratico e repubblicano. Eletto nel parlamento 'Italia unificata, viene ricordato quale propugnatore di un'unità nazionale fondata su principi federalisti, istanza che ha modo di apprezzare in terra elvetica, dove risiederà per anni sino alla morte, nel 1869. Il volume nulla dice su Carlo Cattaneo, per dedicarsi esclusivamente ai suoi meno famosi progenitori, svelandone vicende che per lungo tempo s'assomigliano a quelle di tanti montanari bergamaschi. Le prime tracce dei Cattaneo a Valleve risalgono al XIII secolo, segnalati come Baroncelli e poi col soprannome distintivo Pedrotelli, attribuito al ramo degli avi di Carlo. Sino a metà Seicento sono proprietari di stalle, prati, e boschi. Laboriose divisioni ereditarie riducono la consistenza patrimoniale di Giovanni Maria, antenato di Carlo in quinta generazione, e costringono i Cattaneo a orientarsi verso la pianura pavese e milanese: è la meta dei malghesi transumanti dell'alta Valle Brembana, registrati dai parroci della Bassa padana, per distinguerli dai residenti, come «bergamini». All'inizio del Settecento i Cattaneo, lasciata ormai Valleve, «cominciarono l'affittanza di una possessione agricola in Comune di Guinzano presso la Certosa di Pavia, realizzando così la conversione della famiglia dalla professione di malghese a quella di fittabile».

Animati da un vivace spirito imprenditoriale, estendono le affittanze. Il trasferimento a Milano è intorno al 1780. Filippo e Melchiorre, rispettivamente nonno e padre di Carlo, stipulano un accordo societario per una bottega d'oreficeria: la scelta suggella l'aspirazione, per gli agiati fittabili, di approdare alla borghesia meneghina. La ricerca di Arioli si ferma al 1794, col matrimonio di Melchiorre e l'avvio del capitolo familiare tutto milanese, chiuso peraltro proprio da Carlo, che non lascerà eredi.

Nel centinaio di pagine scorre, corredato da puntuali commenti, un cospicuo repertorio documentale: atti di nascita e morte, dettagliate registrazioni di doti matrimoniali, successioni ereditarie, passaggi di proprietà, contratti di affittanza. Quella che l'autore racconta, con stile asciutto e per niente retorico, è certo una storia dalle peculiari implicazioni familiari, eppure suggestiva di una storia più grande: molto infatti dice di quella moltitudine di montanari transumante alla pianura, dove infine si stabilì e disperse, conservando memoria dell'ascendenza alpina e orobica solo nella teoria dei tipici cognomi. Nato in una famiglia di agricoltori di origine bergamasca, Natale Arioli riafferma in questo testo la viva passione per la ricerca storica sul mondo contadino. Stampato dall'editore cittadino Corponove, il volume è pubblicato grazie all'impegno congiunto del Culturale Valle Brembana «Felice Riceputi» e del Comune di Valleve, col patrocinio della Provincia di Bergamo e il contributo di e Consorzio Bim di Bergamo.

Una particolare menzione va riservata al Valle Brembana, con sede a Zogno. Dinamico sodalizio di circa 300 soci, è impegnato da oltre un decennio nella valorizzazione della storia e della cultura locali: va ricordata, fra le numerose attività, la pubblicazione dell'annuario «Quaderni Brembani», raccolta di saggi il cui undicesimo numero sarà in distribuzione nel prossimo novembre.

Franco Ghigini – Corriere della Sera – Bergamo e Provincia