Lavoro-Valle-Brembana_Pagina_1Valle – Un appello per fermare una lunga agonia, quella sul fronte economico per la Valle Brembana, che rischia di soccombere sotto il peso della perdita dei posti di lavoro. Il recente fallimento della , con 310 persone (e quindi famiglie) senza prospettive e una Cassa che scadrà tra 6 mesi è solo l'ultimo fragoroso esempio di un'escalation drammatica. Il «bollettino di guerra» è stato descritto ieri dai sindacati bergamaschi, Cgil, Cisl e Uil, in occasione della presentazione della manifestazione organizzata per sabato mattina a – con partenza alle 9 dalla sede della Mvb, con corteo per le strade del paese e conclusione nella sala polivalente delle scuole medie, per un confronto pubblico – per sostenere la causa dei lavoratori 'azienda, ma anche per il rilancio economico e occupazionale della valle. Impressionanti i numeri: 19 mila lavoratori su 40 mila abitanti dei 38 comuni brembani; un tasso di occupazione che resta sotto la media provinciale e un tasso di disoccupazione che negli ultimi 5 anni si è quadruplicato, passando da un 2 a un 8% circa.

«I lavoratori della Mvb, non chiedono assistenza, ma nuove possibilità di lavoro – ha detto il segretario Cgil Luigi Bresciani –. Con le istituzioni dobbiamo confrontarci sulle politiche attrattive per investimenti che utilizzino le aree dismesse, come quella ormai della Mvb, per far ripartire nuove attività produttive. Come sindacati possiamo creare un contesto favorevole affinché ciò si realizzi, ma poi servono degli imprenditori disponibili a fare questi investimenti ». Il leit motiv sindacale è stato proprio legato alla richiesta di «maggiore coraggio» da parte di chi fa impresa, per non far morire un tessuto economico fondamentale per la . Altro obiettivo riguarda l'attivazione di reti per il lavoro, per individuare le reali esigenze del territorio – e qui «spesso mancano gli imprenditori a dire di che cosa hanno bisogno – secondo Piero Allieri, Filctem- Cgil Bergamo –, così da creare anche percorsi di formazione e ricollocamento mirato».

«Abbiamo chiesto alla Provincia di intervenire subito per creare queste reti, così che si possa partecipare al finanziamento regionale, che scade a fine anno – ha aggiunto Ferdinando Piccinini, segretario generale Cisl –. Bisogna considerare che alla Manifattura la maggior parte sono lavoratrici donne con una professionalità specifica, perciò servono investimenti mirati per supportarle in percorsi che consentano nuove prospettive». Anche Piccinini ha parlato di «realtà imprenditoriali che non possono più stare alla finestra in occasione di tutte le crisi: finora sul fronte delle politiche attive si è fatto poco, occorre maggiore coesione sociale».

Inoltre occorre dare sostegno alle famiglie. I lavoratori Mvb «possono contare sulla Cassa straordinaria fino a maggio 2015 e sulla mobilità che seguirà – ha spiegato Raffaele Salvatoni, segretario provinciale -Cisl –. Con la Provincia vogliamo fare un piano di ricollocamento serio, ma c'è da combattere la sfiducia tra i lavoratori stessi, disposti a formarsi in presenza di prospettive più certe. Con la consapevolezza che il ricollocamento non sarà per tutti». Alla manifestazione con i lavoratori Mvb sono stati invitati presidente della Provincia, sindaci, imprenditori , associazioni e i parroci del territorio. «C'è bisogno di un capitalismo serio – ha concluso Marco Cicerone, segretario generale Uil –, in cui le eccellenze industriali locali decidano di investire sul territorio, per creare nuovi posti di lavoro».

Alessandro Bevilacqua – L'Eco di Bergamo

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