Rifugi Orobie – Signori si parte. Ma sarebbe dire si sale. Perché dopo una primavera più simile all'inverno e le tardive nevicate di maggio, finalmente l'estate è arrivata anche in quota praticamente in concomitanza con l'apertura dei rifugi, quella vera, che vedrà, almeno le dieci strutture del Cai di , tenere aperti i battenti in maniera continuativa fino alla metà di settembre. Quali rifugi? I soliti, quelli più noti, i cui nomi ricordano splendide passeggiate un po' a tutti gli appassionati: Alpe Corte, Curò, Baroni al Brunone, , Longo, , Laghi Gemelli, Albani, Mario Merelli al Coca e Tagliaferri. «Ad eccezione del Longo che aprirà in maniera continuativa dal prossimo weekend – ribadisce Enrico Villa, presidente della commissione rifugi del Cai – gli altri inaugureranno la lunga stagione estiva questo fine settimana. Tre mesi di apertura ininterrotti che ci auguriamo anche baciati dal sole, quantomeno per compensare una primavera non proprio felicissima».

Attenzione ai tracciati La neve ancora abbondante e il maltempo hanno ritardato infatti di qualche settimana l'apertura dei rifugi alle quote più elevate – Tagliaferri, Coca e Brunone –, ma anche le altre strutture hanno sofferto i weekend di pioggia che si sono succeduti fino a un paio di settimane fa. In pratica l'estate è arrivata solo lo scorso weekend e, proprio questo ritardo, suggerisce comunque di prestare più attenzione del solito su alcuni tracciati: «Lungo il delle Orobie – aggiunge Villa – si incontra neve soprattutto nei tratti più elevati come quello tra Coca e Bruone nella zona del Simal e tra Calvi e Brunone. Fino alla scorsa settimana, inoltre, tutto il versante nord presentava residue tracce delle tardive precipitazioni soprattutto sopra i 2 mila metri, il rialzo delle temperature nei giorni scorsi potrebbe averle sciolte, ma è bene comunque muoversi con la dovuta prudenza». Avanti allora. C'è solo l'imbarazzo della scelta.

Le novità
Più qualche novità. La principale sarà certamente l'inaugurazione del nuovo ostello Curò, realizzato al posto del vecchio rifugio risalente alla fine 'Ottocento e fino a un paio d'anni fa adibito a locale invernale. I lavori ormai alle battute finali, dovrebbero consentire l'inaugurazione, così come programmato, alla fine di agosto. Il risultato sarà un edificio all'avanguardia dal punto di vista architettonico, ma anche concettuale: si rivolgerà infatti ai giovani e sarà al centro di un progetto culturale e didattico. Altra novità di stagione, se così si può dire, è il cambio di gestione all'Albani, sopra Colere, dove il rifugio è stato affidato a una coppia di giovani freschi di matrimonio. «Ci siamo sposati due giorni prima di aprire – spiega Cristian Maj che gestisce la struttura assieme alla moglie Lorna –, pur provenendo da altre esperienze ci siamo buttati in questa avventura con grande entusiasmo.

La nostra formula?
Manterremo l'impostazione tradizionale prestando però grande attenzione alla qualità della cucina
che riteniamo sia una delle chiavi del successo in questo genere di attività».

La new entry
Per il resto, tutto come da copione. «L'offerta sarà quella consueta dei nostri rifugi – conclude il presidente della commissione del Club alpino di Bergamo – un'offerta all'insegna dell'accoglienza calorosa e dell'attento presidio del territorio. Proprio per evitare di lasciare scoperta una zona particolarmente frequentata, quest'anno ci siamo convenzionati con la baita sociale del Gruppo alpinistico Celadina che si incontra sul lungo percorso tra Albani e Curò». Non sarà proprio «l'undicesimo» rifugio del Cai, ma è comunque una bella garanzia.

Emanuele Falchetti – L'Eco di Bergamo