Isola di Fondra – Ad aprile del 2012 avevano affittato una casa nella frazione Foppa di , dove avrebbero dovuto aspettare la fine del mondo secondo la profezia Maya. Un'abitazione scelta non a caso in un luogo isolato, raggiunto solo da una rurale e con due residenti. In quella casa, secondo i della compagnia di Abbiategrasso, sarebbe stata commessa una delle tante violenze sessuali di cui è accusato Ulrik Andersen, un danese di 46 anni residente con la moglie a Trezzano sul Naviglio (), che ufficialmente sarebbe un operaio in cassa integrazione ma che in realtà si spacciava per un santone con poteri magici e pericolosi.

Approfittava delle malattie
«Si infilava nelle vite delle approfittando del loro dolore dovuto a lutti o malattie e poi costringeva le vittime a fare qualunque cosa per lui», lo descrivono gli investigatori. Utilizzando la sua forte personalità, la potenza persuasiva e le minacce, riusciva a raggirare a tal punto le sue vittime da convincerle ad avere rapporti sessuali e a farsi dare somme di denaro. Per questo ieri mattina i carabinieri lo hanno arrestato per violenza sessuale, lesioni e circonvenzione d'incapace ai danni di una donna con una grave patologia genetica. Secondo quanto emerso dall'inchiesta, Andersen raccontava di essere in grado di parlare con i parenti defunti delle sue vittime, e di agire per conto di «, Padre Pio, Gesù e Papa Wojtyla». Le indagini sono partite nel luglio del 2012, quando tre donne si sono presentate ai militari di Sedriano raccontando una storia di violenze e soprusi. La protagonista è Giulia (nome di fantasia), un'impiegata di 30 anni affetta da una malattia genetica invalidante che provoca dolori lancinanti a testa e gambe. Per aiutarla a uscire dalla depressione, un amico (poi risultato estraneo alla vicenda) le consiglia di andare dal guaritore danese spiegandole che la sorella aveva avuto benefici dalla terapia. «La donna accetta di invitarlo in casa – ha spiegato il comandante di Abbiategrasso Antonio Bagarolo – e Andersen le spiega subito che per guarirla dovrà trasmettere l'amore di Dio attraverso rapporti sessuali». Inizia così una spirale che spinge Giulia sempre più lontano dai famigliari a causa del lavaggio del cervello del santone.

Le due complici Ad aiutarlo ci sono due donne di 30 e 60 anni, avvicinate dopo lutti e coinvolte nel ruolo di vittimecomplici (sono accusate di concorso in circonvenzione e la sessantenne di violenza sessuale). Le donne convincono Giulia a versare mille euro all'uomo e insistono affinché lasci la sua casa in eredità al guaritore; inoltre la invitano più volte nella casa di Foppa, affittata dalla sessantenne, e in almeno un caso abusano di lei. Giulia però non accetta di firmare il testamento e rifiuta di versare altri 4 mila euro. La svolta avviene quando il santone le ordina: «Devi portarmi una vergine altrimenti farò ammalare tua sorella». Lei trova il coraggio per raccontare tutto alla sorella che con un'amica affronta il santone: le tre si rivolgono ai carabinieri. A casa del danese i militari hanno trovato un archivio con le liberatorie per il trattamento dei dati personali firmate dai suoi «pazienti». Un centinaio di nomi su cui ora si indagherà per capire se ci sono altre vittime.

L'Eco di Bergamo