Valtorta – Pur scontando lo stato di crisi che grava complessivamente sul comparto agroalimentare, e sul settore lattiero-caseario in particolare, la Latteria sociale di archivia in positivo anche l'esercizio economico 2011. Fondata nel 1954, la Latteria di Valtorta raggruppa oggi 13 aziende, numero certamente rilevante se rapportato alla demografia del Comune di residenza che si aggira sui 300 abitanti. In questo dato si concretizza il significato occupazionale e sociale di una attività che dà lavoro a 13 titolari di azienda e loro collaboratori, 3 operatori di casera a tempo pieno ed uno a tempo parziale, in un paese che risente fortemente del pendolarismo.


L'aspetto più confortante nella compagine societaria è dato dalla presenza di alcuni giovani di famiglie contadine che hanno modernizzato l'azienda in termini strutturali e gestionali (in un caso c'è anche chi ha iniziato ex novo da pochi anni l'attività), un fattore che fa pensare come la zootecnia valtortese –che è complementare al turismo – possa ancora garantirsi un futuro.

Altalena produttiva
Sul fronte dei numeri, sono stati lavorati 436 mila litri di latte e prodotti 35.685 chili di formaggio (4.000 meno rispetto al 2010). Tra le produzioni troviamo 3.000 forme marchiate Formai dè mut (erano 3.362 nel 2010), mentre è sostanzialmente stabile la produzione di formaggella (3.500 kg) e di stracchino (5.780 kg). In calo la crescenza (140 kg), ancora stabili la produzione del burro (2.240 kg) mentre in decisa controtendenza è la produzione di Agrì (1.800 kg contro i 1.300 del 2010), vero biglietto da visita della Latteria, molto apprezzato dai consumatori e da oltre un anno presidio Slow food. Anche la produzione di yogurt, viste le richieste è aumentata, passando dai 1.300 litri del 2010 agli attuali 1.800.

Il valore totale della produzione ammonta a 372 mila euro mentre cresce la remuneratività del latte ai soci: in media 0,47 euro al litro incrementato dal premio qualità che a picchi di 0,50 euro; da gennaio 2012 il prezzo base di conferimento di 0,36 euro è passato allo 0,37 euro cui ovviamente si assommerà il premio qualità. «Abbiamo ottenuto questi risultati – commenta il presidente Silvano – in prima battuta perché la nostra produzione si è confermata di qualità. È stata inoltre migliorata la gestione aziendale con la consegna tramite automezzo refrigerato direttamente al commercio ed a domicilio per i gruppi di acquisto. Infine inserendoci nell'ambito di Slow food e nel Consorzio regionale “Agricolturamica” che dona maggior visibilità alla nostra produzione».

Sergio Tiraboschi – L'Eco di