Athous-Pantinivallei Val Taleggio – Non è stato comunque solo per fortuna che nel 1994 Marco Valle e Paolo Pantini, del Museo di Scienze naturali di , lo hanno trovato sul greto del torrente Enna, in Val Taleggio. Certo, non immaginavano che con un coleottero avrebbero fatto una scoperta mondiale. Invece, vent'anni dopo, salta fuori che quel minuscolo insetto è di una specie mai vista prima e che esiste solo tra le curve della Val Taleggio. E tutto documentato sul bollettino della Società entomologica aragonese, che per prima ha dato l'annuncio. Storia strana, quella dell'Athous Pantinivallei, dove Athous sta per il genere di coleottero e Pantinivallei è il nome scelto in onore dei due ricercatori bergamaschi. «Da sempre – racconta Marco Valle, al Museo di Scienze naturali dal 1981 – facciamo raccolta di materiale sul territorio della provincia e quel giorno di aprile ci siamo diretti, appunto, in Val Taleggio. Abbiamo trovato l'insetto vicino al torrente e abbiamo visto che si trattava di un elateride». Breve inciso: gli elateridi sono una famiglia di coleotteri caratterizzati da un insolito meccanismo a scatto. Quando il nemico si avvicina, producono una specie di «clic» che li fa scattare in aria.

«Ma non abbiamo capito – prosegue Valle – che faceva parte di una specie sconosciuta. Per comprenderlo bisogna essere esperti. Ad ogni modo, abbiamo inserito l'animale in un contenitore per conservarlo». E lì è rimasto fino a un anno fa, quando al museo bussa l'entomologo romagnolo Giuseppe Platia. «Ci ha chiesto se avevamo esemplari di elateridi da sottoporgli – spiega ancora Valle – e, dopo averli analizzati uno a uno, si è reso conto dell'unicità del coleottero trovato in Val Taleggio». Ciò che rende l'Athous Pantinivallei diverso dalle 9.300 specie conosciute al mondo è, in particolare, la conformazione delle antenne e degli organi genitali, che poi è praticamente tutto quello che si sa sul suo conto. «Proprio perché si tratta di un esemplare unico al mondo – fa notare Valle – non conosciamo le sue abitudini. Sappiamo che lo abbiamo trovato sul greto di un corso d'acqua, ma potrebbe essersi trattato di un caso. Il suo ambiente abituale potrebbe essere un altro. Per esempio, c'è una grande quantità di specie che è cavernicola».

L'altro indizio è il periodo dell'anno, aprile, e in teoria, quindi, si va verso il periodo giusto per la «caccia». Perché il problema, ora, è catturarne un altro di Athous Pantinivallei, e sarebbe preferibile una femmina, visto che quello del '94 era un maschio: «Quando Platia ci ha annunciato la scoperta, abbiamo organizzato un paio di escursioni, ma non abbiamo avuto fortuna. Di sicuro, comunque, continueremo a tentare». E se si fosse estinto? «Lo ritengo improbabile – risponde il ricercatore di Città Alta -. Le condizioni dell'Orrido non sono cambiate granché rispetto a vent'anni fa, quasi sicuramente ne esistono altri».

Maddalena Berbenni – Il Corriere della Sera – Bergamo e Provincia

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