Valbrem, arrivano i carabinieri
Senza categoria Articolo letto da 823 utenti - Pubblicato il 27 Novembre 2010Palle di neve molotov ieri alla Valbrem di lenna. E carabinieri, telefonate del prefetto e della digos, minacce di denunce penali, trattative, cercando di forzare il presidio dei lavoratori che invece volevano impedire a tutti i costi il trasloco del primo macchinario, un sistema di pressofusione in gravità destinato alla Polonia. Del resto, la produzione di cerchioni per veicoli pesanti sviluppata in val brembana dovrebbe a sua volta traslocare verso il Messico, dove la casa madre svizzera Ronal è già presente con uno stabilimento. Un mix poco piacevole per i 116 dipendenti della Valbrem, che hanno deciso di non agevolare assolutamente questo piano che di industriale ha ben poco.
Il braccio di ferro ai cancelli è iniziato alle 8 di ieri mattina e si è concluso a metà pomeriggio, soltanto quando i muletti hanno scaricato il macchinario dal tir. Se i dipendenti erano già in traccia e sapevano del trasbordo almeno da un paio di giorni, nemmeno l'azienda era stata lì con le mani in mano e aveva fatto arrivare il camion nella notte, pensando che l'uscita dai cancelli fosse più agevole dell'entrata. Invece il presidio non ha fatto una piega nemmeno all'arrivo dei carabinieri – due pattuglie – ed è rimasto sordo alle esortazioni del comandante, che invitava tutti a tornare a casa onde evitare guai peggiori. Fatto sta che il camion, scarico, è tornato nel capannone e ci dovrebbe rimanere fino a martedì, giorno in cui è previsto un nuovo incontro alla Confindustria Bergamo tra i sindacati e la dirigenza della fonderia di Lenna e Presezzo.
Ricordiamo che, dopo la fine della cassa integrazione straordinaria e in vista della conclusione di quella in deroga, la multinazionale svizzera Ronal ha deciso di lasciare la provincia e ha avviato, per tutti, la procedura di mobilità. Oltre ai militari dell'Arma, è intervenuto il presidente della comunità montana valle Brembana alberto mazzoleni e telefonicamente, anche l'assessore provinciale al Lavoro, Enrico Zucchi. «La Valbrem capisca che non cambieremo idea, che non accetteremo la chiusura dello stabilimento di Lenna. I lavoratori lo hanno dimostrato nei fatti – ha detto Margherita Dozzi, vicesegretaria provinciale della Fiom Cgil, espertissima di picchetti dopo l'esperienza alla Frattini di Seriate – e ci attendiamo che l'azienda si presenti al tavolo martedì prossimo con elementi positivi su cui discutere. Quanto successo oggi, cioè il tentativo Valbrem di spostare un macchinario svuotando lo stabilimento, è gravissimo perché è in corso una trattativa istituzionale e sindacale con l'obiettivo di mantenere le produzione Valbrem nel territorio». «Avevamo avuto notizia – informa Gianfranco Maifredi, della Fim Cisl – che l'azienda volesse iniziare il trasloco dei macchinari.
La presenza dei lavoratori ha impedito che una parte della dotazione tecnica dello stabilimento prendesse la strada di altri siti. Ci è statto assicurato – continua Maifredi – che tutto rimarrà fermo fino a dopo il 30 novembre, quando ci sarà un ulteriore incontro tra le parti. Questo almeno per rispettare chi deve sedersi al tavolo delle trattative, in una situazione in cui ancora non è stata condivisa alcuna decisione». Dopo le 24 ore di sciopero già effettuate, altre 8 ore sono state proclamate appunto per per martedì, quando si terrà il nuovo incontro tra le parti; i lavoratori hanno inoltre deciso di attuare un altro presidio davanti all'azienda dalle 8 del mattino, per evitare un nuovo tentativo di trasloco dei macchinari.
Il Giornale di Bergamo
2 Risposta a “Valbrem, arrivano i carabinieri”
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Inserito il 30 Novembre 2010 alle ore 17:18 GMT+0100
Solidarieta’ e impegno per i lavoratori della Valbrem !!
Inserito il 1 Dicembre 2010 alle ore 23:10 GMT+0100
x Stefano Solidarietà è cosa seria…. ma ATTI DI VANDALISMO però sono tutt’altra cosa..!
Purtroppo non è la prima volta che la storia racconta di lavoratori che hanno perso il proprio posto di lavoro e sicuramente (ahimè) capiteranno altri casi come questi in futuro (nessuno di noi se lo augura di certo).
Bisogna però cercare di “andare avanti” lo stesso in qualche modo possibile. Noi bergamaschi non dovremmo essere “quelli tosti” che non ci piangiamo addosso..? La storia così racconta…. Ci si deve RIMBOCCARE le maniche e cercare nuove soluzioni nuovi sbocchi di lavoro. Ci sono i cosidetti “ammortizzatori sociali” appunto x queste evenienze. La speranza di una ipotetica riapertura quando il tutto sembrava ormai “compromesso” da mesi, se non da anni non precludeva la possibilità di cercare nuovi sbocchi di lavoro (mentre le spalle son coperte dalla cassa integrazione). Forse anche noi bergamaschi abbiamo “imparato” quel sistema di assistenzialismo che appartiene a quelle ideologie che ” i cosidetti “PADRONI” sono tutti da sopprimere..?
Perchè se così è non lamentiamoci poi se detti PADRONI prendono “armi e bagagli” e se ne fuggono all’estero.
Vedi, Stefano, io ho superato il mezzo secolo di età e ti assicuro che la mia vita lavorativa è stata un continuo susseguirsi di scelte spesso difficili, riuscire a crescere dei figli, e poter dare loro la possibilita di studiare.
Ti dirò che nel ormai lontano 1985 ho lavorato pure io x un solo anno alla VALBREM, quando il settore edile (al quale appartengo) era in profonda crisi. Ti assicuro, che ho provato sulla mia PELLE, tante critiche x il fatto che facevo ore straordinarie, compresa la manutenzione del sabato.
Ne vuoi una.? LECCHINO x esempio..! Ma quando hai una famiglia sulle spalle, ON PUOI E NON TI DEVI PERMETTERE, di fare “il lazzarone” come alcuni lì dentro che x l’appunto criticavano me x il mio impegno.
L’anno successivo, appena si è sbloccato un’pò il settore edile ho fatto le valigie e sono andato in trasferta x lunghi anni, RINUNCIANDO A QUEL POSTO VICINO E così definito SICURO.
Non ti dico le critiche che ho ricevuto (non certo dalla mia famiglia) ma da parenti e amici, e tutti che concordavano dicendomi..: sei matto.? stai voltando le spalle “AL PANE IN VITA… AL POSTO SICURO.
Ebbene egr. Stefano, finchè in questo nostro PAESE non sparirà in linea definitiva questa convinzione DEL POSTO DI LAVORO SICURO, ci troveremo ancora a “piangere”sul posto di lavoro perso. Già..: forse x cambiare questa mentalità, ci vorrà la nuova generazione: QUELLA DEI NOSTRI FIGLI, almeno loro sono più elastici di noi, in tante cose e quasi x la totalità, pure migliori.
Concludo dicendo..: SOLIDARIETA’ SI, MA X CHI HA BUONA VOLONTA’….
Saluti, e tanti auguri, se appartieni a questa categoria…