Gli stranieri, questi sconosciuti. Impermeabili (o quasi) all'effetto traino che sul turismo ha l'aeroporto di Orio al Serio, le montagne e le valli della sono alle prese con più di un problema. Viabilità sempre ostica, strutture che stentano a rinnovarsi, ma anche la difficoltà a sintonizzarsi sulle esigenze del turismo internazionale che pure nella nostra provincia fa tappa, e parecchio. I dati li ha messi nero su bianco la Provincia, che con il suo osservatorio ad hoc ha appena sfornato il report 2009 dedicato all'analisi statistica e il monitoraggio dei fenomeni sul territorio.

Report che, in generale, conferma una tendenza in atto da qualche tempo: le Orobie, come sistema turistico, perdono colpi. «Questo è l'unico sistema turistico che non beneficia dell'effetto dell'aeroporto», rileva l'assessore provinciale titolare, Giorgio Bonassoli. Perché se è vero che solo il 13% circa di viaggiatori in arrivo all'aeroporto oggi fa una capatina in provincia, è anche vero che chi si ferma, se deve decidere dove andare, solo di rado sceglie i monti.

Sulle Orobie infatti calano i visitatori in genere, ma gli stranieri ancora di più. Ed è un dato in controtendenza, perché il pur piccolo incremento generale del turismo nostrano si deve proprio a loro: nel 2009 le presenze (quindi i pernottamenti) di stranieri sono aumentate del 4,6%, mentre per gli italiani siamo a -1,3%. I laghi? Stranieri +18,5% nel 2009 (+15,5% gli italiani), città e pianura +5,2% (-0,4% di italiani). Sulle Orobie, invece, giù tutti: -6% italiani e -8,2% i non italiani (mediamente -11% dal 1999). Perché? Il dossier non entra nel merito delle ragioni, ma di certo influiscono le difficoltà logistiche e quelle nel farsi conoscere. Problemi che si vedono nell'internazionalizzazione delle presenze: se gli stranieri sono stati il 45% dei presenti in città e pianura, il 33% sui laghi. E le valli? Stranieri fermi al 13%. «Mediamente – si legge nel report – gli stranieri rappresentano oggi il 36% delle presenze provinciali e di anno in anno vanno aumentando la loro quota». Ma non sulle Orobie.

LOW COST E B&B
Su 1.668.729 presenze nella Bergamasca in tutto il 2009, gli stranieri sono stati 600.629: le Orobie ne hanno ospitati 58.319, i laghi 46.317, la città 495.993. In generale, questi turisti amano le strutture extralberghiere (B&B, campeggi, affittacamere), unica tipologia ricettiva ad avere anche nelle valli segni positivi. I pernottamenti non italiani in queste strutture sono cresciuti del 6,82% rispetto al 2008, così come gli arrivi (i passaggi) hanno visto una crescita del 30,5%. I pernottamenti negli calano del 9,58%. Significa che, pur diminuendo nel numero, i turisti in arrivo da oltreconfine scelgono sempre più spesso sistemazioni alternative all'hotel. Disponibili dati anche sulla permanenza: lo straniero in montagna si ferma una media di 2,84 giorni (l'italiano 4,37). Il periodo più lungo in assoluto perché la permanenza media degli stranieri nella Bergamasca è di 1,99 giorni.

QUANDO E DOVE
Ma che tipo di turismo è quello sulle nostre montagne? Risposta: italiano e soprattutto estivo. Se già si è detto sulla grande incidenza del turismo «locale», la Provincia osserva che la «ressa» fra gli italiani si ha fra giugno e ottobre, con 120 mila presenze ad agosto. Gli stranieri? Storia inversa: arrivano sulle Orobie soprattutto in inverno. A febbraio siamo sulle 15 mila presenze, mentre a giugno siamo sotto le 4 mila. Rileva l'osservatorio: «Gli italiani nelle Orobie sono decisamente concentrati nei due principali mesi estivi, mentre in pianura si distribuiscono nell'arco di tutto l'anno, con un calo proprio nel mese di agosto, a conferma che il turismo business è ancora quello prevalente. Le modeste quote di stranieri nelle Orobie si concentrano invece maggiormente in inverno con un forte picco nel mese di febbraio. Rispetto allo scorso anno, tuttavia notiamo una maggiore presenza in luglio e agosto, il che potrebbe far pensare ad una maggiore valorizzazione della montagna nella stagione estiva per il mercato straniero. Gli stranieri in pianura sono invece presenti con quote elevate tutto l'anno, con picchi in estate e in autunno e con un declino solo nei mesi invernali».

CHI SONO?
L'osservatorio della Provincia indaga le provenienze. Sulle Orobie gli italiani arrivano nella stragrande maggioranza dalla Lombardia (85,12%), seguiti dai liguri (2,4%). Dalla nostra regione la maggioranza anche sui laghi (68,27%), seguita dai veneti (4,45%). Più variegata la città: lombardi il 36,84%, seguiti dai laziali (10,5%) con un'ampia quota di «altro» (40,47%). Ma veniamo agli stranieri: sulle Orobie la prima nazionalità è britannica (13,45%), poi francese (13,2%), tedesca (9,73%) e polacca (8,18%). Tedeschi boom sui laghi (23,27%), seguiti dai francesi (12,36%), dagli spagnoli (9,38%), dai britannici (8,27%). Le variazioni fra 2008 e 2009? Gli austriaci registrano un vero picco (+33,8%), mentre i britannici, per colpa dei rimbalzi della sterlina, calano vertiginosamente (-17,41%). Giù anche i norvegesi che di solito impazzano (-17,3%). Il motivo è stato spiegato da Andrea Macchiavelli, del Centro studi dell'Università che ha elaborato i dati per via Tasso: «All'aeroporto di Torp (collegato via Ryanair con Orio, ndr) c'è un'agenzia che ha sempre promosso moltissimo la nostra terra. Evidentemente l'attività l'anno scorso è un po' calata».

Anna Gandolfi – L'Eco di

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