Costa Serina – Con un blitz gli uomini del Corpo Forestale dello Stato hanno stroncato un'attività illecita con al centro rifiuti speciali, anche pericolosi, che veniva svolta da diverso tempo da una famiglia di origine slava residente a Costa . Le indagini, avviate tre mesi fa, sono state coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Carmen Pugliese, ed effettuate dai carabinieri di Zogno attraverso osservazioni, pedinamenti e controlli dei movimenti dei componenti della famiglia slava. Si è così arrivati a individuare la provenienza dei rifiuti, gestiti senza alcuna autorizzazione in materia e con conseguenze sull'ambiente. Rete di connivenze Infatti, secondo gli inquirenti, questa situazione è stata resa possibile da una vasta rete di connivenze, sia in Serina sia nella media Valle Brembana, costituita da negozi di elettrodomestici, referenti di piazzole ecologiche e anche privati che volevano disfarsi di rifiuti elettrici, elettronici, di batterie e pneumatici per auto.

Tutto materiale che, secondo quanto ricostruito, veniva raccolto e trasportato presso la residenza della famiglia, per essere smontato e demolito senza rispettare i minimi requisiti di sicurezza ambientale, allo scopo di ricavare qualsiasi parte che avesse un valore, ossia ferro, alluminio, rame. Questi venivano poi rivenduti ad altre in corso di identificazione, orbitanti sul mercato nero dei ricambi e del recupero dei metalli. La perquisizione, disposta dalla Procura della Repubblica di , della residenza e delle relative pertinenze, ha portato la Forestale di Zogno, supportata anche da una decina di agenti di altre stazioni, agli ordini del comandante di Zogno Marcello , a rinvenire, con sorpresa anche degli stessi operatori, un'ingente quantità di rifiuti stipati in diversi locali, in parte anche occultati e di possibile provenienza illegale.

Quattro denunciati Si parla di cucine a gas, frigoriferi, forni elettrici, stufe, lavatrici, televisori, computer in disuso, una ventina di biciclette, trasformatori, telefoni cellulari in disuso, motori e cavi elettrici bruciacchiati per eliminare la plastica e ricavare il rame. Tutti i rifiuti sono stati sequestrati, compreso un furgone in cattivo stato, utilizzato per il trasporto. Sono state denunciate quattro persone, tutte componenti della stessa famiglia alla quale fa capo un uomo di 48 anni, ex giostraio con precedenti per furto di oggetti in piazzole ecologiche e residente da alcuni anni in . L'accusa per loro è di attivitàabusiva e gestione illegale di rifiuti speciali, con possibile inquinamento del suolo e molestie da fumo e da rumore.

Francesco Ricci – L'Eco di Bergamo