Taleggio – «Baita and breakfast» con… piscina. La nuova tipologia di abitazione montana nata qualche anno fa in Valle si potrà arricchire di un nuovo servizio: la piscina. A prevederlo il Piano di governo del territorio adottato recentemente dal Comune di Taleggio (tornerà in Consiglio per l'approvazione definitiva a ottobre). Patrimonio fondamentale del vastissimo comune (46 chilometri quadrati) al confine con il Lecchese, sono proprio le 800 baite o edifici rurali un tempo utilizzati per l'attività agricola. Oggi (se comprendiamo anche il confinante Comune di sono un migliaio), di queste solo 120 circa hanno conservato il caratteristico tetto in piöde.

Tantissime quelle ormai irrecuperabili o comunque cadenti. Già il vecchio Prg, per cercare di evitare il totale abbandono e la perdita di un patrimonio architettonico unico, prevedeva la possibilità di un loro recupero ad abitazione. Solo per 40, peraltro, con l'obbligo di mantenere il tetto tradizionale in piöde, mentre per gli altri con la possibilità di una copertura alternativa in ardesia o in coppi. Ora, il Piano di governo del territorio, sempre nell'intenzione di dare sviluppo al loro riutilizzo, apre anche a una possibilità ulteriore, con la costruzione nelle vicinanze di piccole piscine interrate, seppure con un regolamento che specifica i vincoli di materiali, colori e dimensioni.

«È un'opportunità in più che diamo a chi vuole recuperare gli edifici rurali a uso abitazione – spiega il sindaco Alberto Mazzoleni –. E vuole anche essere un modo per evitare l'allestimento di piscine provvisorie in plastica. Naturalmente il regolamento prevede norme molto restrittive». Per il resto il Pgt, redatto dall'architetto Gianmarco Locati di Bergamo, va a confermare buona parte delle previsioni del vecchio Piano regolatore. «Nessun intervento invasivo del territorio – continua il sindaco – e l'orientamento generale resta quello del recupero dell'esistente. Già negli ultimi dieci anni si è costruito pochissimo, di nuovo». Nel Pgt sono previsti 40 mila metri cubi di nuova edificabilità residenziale più altri 30 mila di completamento. «Numeri che su una superficie di 46 chilometri quadrati – aggiunge il sindaco – sono veramente pochi». «C'è stato un lieve incremento di volumetria – aggiunge il progettista Locati – dovuto all'aumento delle seconde case. Gli ambiti di trasformazione, ovvero i piani di lottizzazione, invece, sono leggermente diminuiti». Anche le nuove aree artigianali sono quelle già previste dal vecchio Prg. Aggiunge ancora il progettista Locati sul recupero delle vecchie baite rurali: «Oggi il settore edilizio è sostanzialmente fermo. Quello del recupero delle baite, invece, sta riscuotendo particolare interesse, nonostante la crisi. I regolamenti che stabiliscono le modalità di recupero sono abbastanza restrittivi, anche nell'utilizzo degli spazi esterni. Ciò, quindi, consente di avere interventi di buona qualità in un ambiente naturalistico ancora ben conservato».

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di Bergamo

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