Jeep-navetta da Carona ai rifugi Longo e Calvi

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Carona – È attiva la «jeep-navetta» da Carona ai rifugi Longo e Fratelli Calvi. Il servizio è istituito dall’amministrazione comunale per ridurre il traffico lungo la strada sterrata che porta alla conca del Calvi e, allo stesso tempo, consentire anche a qualche anziano o disabile di raggiungere i rifugi in mezz’ora. Il tracciato sterrato da Carona arriva al rifugio Calvi dopo circa 7,5 km mentre la deviazione per il Longo (entrambi si trovano poco sopra i 2.000 metri di quota) è di circa 3 km. Il servizio sarà attivo fino al 30 novembre. «Le tariffe rimangono invariate – spiega Ugo Midali, 40 anni di Branzi, responsabile del servizio –: 20 euro se un solo passeggero,15 se due, 13 o 10 se il gruppo dei passeggeri aumenta.

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Patria, amore, dolore Clelia, la mamma dei Calvi e di tutti gli alpini

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mamma-calviPiazza Brembana – Potrebbe sembrare singolare iniziare una storia degli alpini bergamaschi parlando di una donna: invece, siccome dietro ai grandi uomini ci sono sempre grandi nonne, grandi madri e grandi mogli, è proprio di lì che mi piacerebbe cominciare. E da un giorno di lutto, che, paradossalmente, fu un giorno di festa. Era il 3 marzo 1953, quando, nella sua casa di Piazza Brembana, morì Clelia Pizzigoni, nota a tutti gli alpini come “Mamma Calvi”: e per tutti gli alpini fu come se fosse morta la loro di mamma. Era nata ad Antegnate, nella Bassa, ma aveva sposato Momolo Calvi e si era trasformata in “gogisa” per amore. Partorì i quattro fratelli Calvi, che sono l’immagine stessa dell’alpinità bergamasca. Li mise al mondo, ne fece degli uomini forti e buoni e, infine, le toccò quello che a nessuna madre dovrebbe mai toccare: li raccolse nella cappella di famiglia, alla fine di ottobre del 1921, chiusi in quattro bare uguali.

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La saga dei fratelli Calvi

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Nel Castello di Udine di Carlo Emilio Gadda c’è un capitolo intitolato «Imagine di Calvi». Il 29 aprile 1916 lo scrittore era in servizio come sottotenente al Passo Brizio, sulla Vedretta della Lobbia, e fu testimone della seconda avanzata sui ghiacciai dell’Adamello compiuta dagli alpini. Fra i protagonisti di quella giornata, uno degli eroi bergamaschi della Guerra Bianca, Attilio Calvi. Nel capitolo a lui intitolato Gadda ci ha lasciato questo ricordo delle ultime ore di vita del giovane ufficiale ferito a morte: «L’avevo riveduto, il tenente dagli occhi fermissimi senza sorriso. Disteso al suolo, una coperta grigia, come un sudario, lo ricopriva: nel volto viveva lo sguardo. La bufera saliva dal Mandrone, tormentava infaticata il lembo della tenda bianca, gommata come le cose dè medici, crociata come il magazzino del dolore sanguinante. Crudeltà vetrosa, il nevischio turbinava dentro la tenda, feriva ancora, implacato, il tenente.

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Tombola gigante a Moio de’ Calvi, l’auto va a Lenna

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Moio de’ Calvi – I «forestieri» erano almeno il triplo degli indigeni, ma l’alta Val Brembana si tiene stretti i premi principali. Il tradizionale bagno di folla (almeno 2.000 persone) ha coronato la storica Tombola gigante di Moio, dove la dea bendata ha premiato i residenti, assegnando l’auto a Massimiliano Bonetti, trentasettenne barista di Lenna, ma di mamma moiese. In poco più di due ore il sindaco Davide Calvi ha snocciolato per quattro volte i 90 numeri, assegnando un centinaio di cinquine e chiudendo la serata con l’emozione intensa della finale a quattro.

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