Bracca, il Comune cerca nuovo gestore per fonte e albergo

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Bracca – «Aaa» cercasi gestore per l’albergo centenario della fonte Bracca. L’avviso arriva dall’amministrazione comunale, proprietaria dell’hotel, chiuso ormai da oltre un anno e posto lungo la strada provinciale della Valle Serina, nei pressi della storica sorgente. L’obiettivo non è solo quello di riaprire ai turisti albergo e ristorante ma anche di riproporre, come anticamente, la cura idropinica, tramite l’accesso alla fonte termale. Nella secolare storia della fonte Bracca – l’acqua, dopo la vicina San Pellegrino, più conosciuta della Bergamasca – le cure termali durarono poco, probabilmente solo qualche decennio all’inizio del secolo scorso. E a testimoniare quell’epoca, lungo la strada provinciale degli Orridi della Val Serina, c’è ancora lo storico padiglione della fonte per la cura (disegnato dall’architetto Luigi Angelini), restaurato recentemente ma ormai solo archeologiatermale.

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Geotermia, legna e solare, si costruisce la casa verde

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Valle Brembana – Il modello è la «Green house» di Bruxelles: un edificio a emissioni di Co2 pari a zero, totalmente autosufficiente da un punto di vista energetico, grazie all’uso di fonti rinnovabili, solari, biomasse e geotermiche. E, molto probabilmente – a detta dei progettisti e della Comunità montana – sarà il primo edificio pubblico di questo tipo in Italia. Nell’ex palazzina Falck della Comunità montana, in via Locatelli a Zogno (accanto alla caserma dei vigili del fuoco), che ospitava Forestale, Croce Rossa e Gruppo di azione locale, sono iniziati i lavori per la realizzazione della «Green house» della Valle Brembana. Opera che costerà circa un milione e mezzo di euro, appaltata alla Sigeco di Brugherio, e dovrebbe essere pronta nell’arco di un anno.

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Digitalizzato il Giornale “La Voce del Brembo”

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COPERTINAValle Brembana – Il Centro Storico Culturale e il Comune di Zogno hanno curato la digitalizzazione del giornale “LA VOCE DEL BREMBO. Organo degli interessi delle Valli e Convalli Brembane e della Valle Imagna. 1913-1919”. I circa 200 numeri usciti tra il 1913 e il 1919 costituiscono una fonte preziosa di documentazione sulle vicende della Valle Brembana di quegli anni, caratterizzati, tra l’altro, dalle diatribe politiche tra Bortolo Belotti ed Egildo Carugati, dal complesso fenomeno dell’emigrazione e dalla tragedia della guerra. Questo strumento, di facile consultazione, si aggiunge a quello, curato sempre dal Centro Storico Culturale, relativo al giornale “L’Alta Valle Brembana” e alla digitalizzazione dei periodici di San Pellegrino a cura dell’Associazione Amici di San Pellegrino Terme. La realizzazione, coordinata dai soci Tarcisio Bottani, Ivano Sonzogni e GianMario Arizzi, si è avvalsa della collaborazione tecnica del socio Adriano Avogadro che ha curato il programma di visualizzazione e lettura delle pagine del giornale.

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Orobie: No alle moto in montagna, dal Cai una mappa

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moto-orobieOrobie – Stop alle moto su mulattiere e sentieri montani. È l’appello lanciato ieri al Palamonti, dal Cai di Bergamo che, con la partecipazione attiva dei propri componenti e insieme alle istituzioni, invita gli escursionisti a rispettare le regole. «La salvaguardia e la tutela dell’ambiente sono nostri princìpi – dichiara il presidente Piermario Marcolin – e abbiamo il dovere di promuoverli contro lo scempio che troviamo in certe zone». La scheda del Cai Per lo scopo l’associazione si è dotata di uno strumento: una scheda che permette sia ai soci sia a ciascun cittadino di segnalare eventuali abusi da parte di motociclisti e persone al volante direttamente al Cai. Finita la stagione, il Club alpino italiano stesso, avendo un quadro completo del fenomeno, potrà redigere una sorta di mappatura del territorio, rilevandone le criticità. Il passo successivo è «stimolare i sindaci e chi di dovere affinché pongano un freno». È stata la commissione Tutela ambiente montano (Tam) ad aprire il tavolo dei lavori. «Il problema dura da anni – spiega il coordinatore Alberto Alberti – ma le autorità competenti, i Comuni e la Provincia non hanno mezzi e risorse per risolverlo. Ciò che proponiamo è un sistema per monitorare le nostre aree».

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