Zogno acquisisce l’ex sedime ferroviario e la stazione di Ambria

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Zogno – L’ex sedime della Ferrovia della Valle Brembana dovrebbe entrare nel patrimonio del demanio comunale di Zogno. È quanto prevede la delibera approvata nell’ultima seduta del Consiglio comunale che tramite i propri uffici ha avviato al demanio statale, proprietario dell’ex ferrovia, la pratica che dovrebbe portare al passaggio di proprietà. È un’opportunità che viene proposta dalla legge – è la precisazione in merito del sindaco Giuliano Ghisalberti – e nei rapporti intercorsi tra l’Amministrazione comunale ed il demanio si è recepita la disponibilità dell’ente statale alla cessione di questo spazio che percorre la zona bassa del paese, dal confine con Sedrina a quello con San Pellegrino, compresi tutti i manufatti che vi sorgono, ovvero i caselli o stazioni ferroviarie. E va ricordato in proposito che già il Comune di Zogno ha la disponibilità di quello di Ambria della cui ristrutturazione a uso sociale (per le associazioni, ndr) con recupero ambientale è già pronto un progetto che sarà concretizzato grazie a una convenzione con un privato, per cui a costo zero per le casse comunali».

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Strade e negozi, Zogno progetta il paese di domani

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Zogno – Ci sono strutture di livello anche vallare e un riassetto urbanistico nel progetto della prima variante al Piano di governo del territorio adottata dal Consiglio comunale di Zogno, uno dei Comuni che in ottemperanza al dettato delle leggi in materia si è dotato del nuovo strumento urbanistico nei tempi previsti. La variante è stata illustrata nei dettagli dalle relazioni del vicesindaco e delegato alla tematica del territorio Giampaolo Pesenti e del progettista di piano Gian Battista De Vecchi. Pesenti e De Vecchi hanno punteggiato la discussione che ha portato all’adozione a maggioranza della variante con i voti favorevoli di Lega Nord e Pdl/Udc, e l’astensione «benevola » di «Zogno Democratica» con interventi per le minoranze di Roberto Mazzoleni e RobertoFustinoni.

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Fiaccolata con l’Aido: Negli occhi degli altri vediamo quelli di papà

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AIDO-Alta-Valle-Brembana19Valle Brembana – L’undicesima edizione della Fiaccolata per la vita» organizzata dall’Aido provinciale e dai 14 gruppi comunali dell’alta Val Brembana ha battuto tutti i record di presenze. In circa 600 sono partiti sabato sera dalla piazza di Lenna, altre centinaia di persone si sono aggiunte lungo il percorso e il centro di Piazza Brembana, punto d’arrivo della camminata, è stato invaso da circa mille persone. Più di 60 i gruppi comunali e in testa al corteo anche i dirigenti Aido, i sindaci dei 19 Comuni dell’alta valle e i rappresentanti di molte associazioni di volontariato. La manifestazione si è aperta con la consegna della fiaccola da parte dei soci di Ghisalba, dove si è svolta la fiaccolata dello scorso anno, ai presidenti dei gruppi di Lenna e Piazza Brembana, Diego Locatelli e Paolo Dentella.

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Aido, in valle la fiaccolata per dire sì alla speranza

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AIDO - Fiaccolata 2013.fh11Alta Valle Brembana – Sarà la lunga striscia luminosa della «Fiaccolata per la vita» a illuminare, sabato sera, le strade di Lenna e Piazza Brembana. Si tratta dell’iniziativa provinciale annuale promossa dall’Aido e organizzata quest’anno dai gruppi dell’alta Valle Brembana. Tutti in cammino, con la fiaccola, per sensibilizzare il territorio sul tema della donazione di organi. L’iniziativa è nata 11 anni fa su proposta del gruppo comunale di Caravaggio. Visto il suo successo, è diventata subito una manifestazione annuale a livello provinciale. Ogni anno i gruppi Aido della provincia di Bergamo si danno appuntamento per questo evento itinerante che, attraversando la provincia, invita alla riflessione sulla possibilità di donare i propri organi dopo la morte a favore di un’altra vita umana. «Questa fiaccolata – dice Leonida Pozzi, presidente regionale dell’Aido Lombardia – è diventata un po’ il simbolo dell’Aido provinciale: una luce per accompagnare chi si spegne ma lascia doni preziosissimi e una luce di speranza per coloro che attendono con ansia questi doni». «La base della nostra attività è fare cultura fra la gente – aggiunge Monica Vescovi, presidente provinciale – perché sono ancora quasi 9.000 in Italia le persone che attendono un trapianto.

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