San Giovanni Bianco: a luglio lo smottamento alla Costa. L'ultima fuori casa: rientrerò, ma senza mobili e cucina. «La mi ha lasciato solamente le pareti di casa e poco altro. Ha distrutto i mobili che erano praticamente nuovi, la cucina e gli elettrodomestici, la camera da letto e la caldaia. Forse la casa tornerà agibile a breve, ma come farò a rientrare? Mi ritroverò sulla . Ho perso quasi tutto, per un valore di circa 20 mila euro, e non so se questi soldi mi saranno risarciti».

Emanuela Anelli, 50 anni, è rimasta l'ultima sfollata della frana che la mattina del 7 luglio scorso, in via Santuario Nord, nei pressi della frazione Costa San Gallo di San Giovanni Bianco, costrinse l'evacuazione totale del condominio conosciuto come Colonia (al momento dello smottamento abitato da una dozzina di , tra residenti e villeggianti). Dopo forti piogge, una frana partita poco a di una strada rurale in corso di realizzazione, colpisce la palazzina a valle («ma i tecnici hanno verificato che la strada non è stata la causa della frana », spiega il vicesindaco Oscar Mostachetti): il fango, in particolare, invase il piano terra, dove, con il suo compagno, abita Emanuela Anelli, proprietaria da 22 anni 'alloggio e residente da circa tre. Da allora la signora, operaia a San , è stata alloggiata, a carico del Comune, in un albergo e, quindi, in un appartamento di via Pretura, dove si trova ancora oggi. Gli altri sfollati (residenti o villeggianti), subito dopo la frana, sono stati ospitati dalla parrocchia di San Gallo, altri ancora in albergo.

«La Ster della Regione (ex Genio civile) – spiega il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Mostachetti – ha subito aiutato il Comune nell'emergenza stanziando fondi per due interventi: 70 mila euro per via Santuario Nord e 60 mila per un altro smottamento all'ingresso di San Pietro d'Orzio. La messa in (palificazioni e muri di contenimento) sono stati completati, salvo gli ultimi sopralluoghi. E dobbiamo ringraziare Claudio Merati della Ster per l'impegno dimostrato».

«Il Comune ha poi speso altri 50 mila euro per interventi vari – continua Mostachetti – tra affitti per gli sfollati, progettazione e monitoraggio. Per la frana del 7 luglio abbiamo chiesto allo Stato la dichiarazione di calamità naturale, ma non è stata concessa. Il 17 luglio, nel Nord Italia, causa il maltempo, si sono verificati altri danni al territorio e, in quel caso, la calamità naturale è stata riconosciuta. Noi, in tale data, abbiamo avuto un peggioramento della situazione alla frana di via Santuario e l'abbiamo segnalato. Ma al momento non ci sono arrivate ancora comunicazioni di stanziamenti. Dubito, comunque, che ci possano essere altri risarcimenti».

«Se, settimana prossima, il sopralluogo verificherà che ci sono tutte le condizioni di sicurezza – continua il vicesindaco – la signora rientrerà a casa per novembre. Per quanto riguarda il risarcimento dei danni, penso che il Comune abbia già fatto la sua parte: anche in eventi analoghi non sonostati dati ulteriori rimborsi per beni andati persi e, probabilmente, non è neppure una procedura fattibile per il Comune. L'unica possibilità è che venga riconosciuta la calamità naturale ma anche in quel caso il risarcimento non sarebbe sicuro. Se poi, una volta riconsegnata l'abitazione, la signora si troverà in difficoltà economiche, vedremo cosa si potrà fare. Ma non possiamo neppure aggirare quelle che sono le normali regole».

Nel frattempo Emanuela Anelli deve fare i conti anche con le bollette. «La frana ha provocato una perdita di gas dalle condutture – spiega –. Così, per agosto, mi è arrivata una bolletta del gas di circa mille euro. Ho segnalato che il “consumo” è dovuto allo smottamento. Speriamo che oltre alla perdita dei mobili almeno non debba pagare quella bolletta».

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di Bergamo