Ornica – La comunicazione è arrivata lo scorso mese dalla Provincia: la sesta richiesta, da società private, per costruire una centralina idroelettrica sul territorio di . Una corsa allo sfruttamento dei piccoli corsi d'acqua di montagna (che sta interessando tutta l'alta Val Brembana) a cui il Comune, però, sta cercando di porre un freno. Tre domande erano già state presentate per in Inferno, altre in Val Salmurano; l'ultima in ordine temporale, invece, sarebbe prevista nella vicina Val Chiassuro (una centralina, in località Fusinette, è già in funzione da anni, e da questa il Comune ricava una percentuale dei guadagni). «Non siamo contrari in maniera pregiudiziale alle centraline – spiega il sindaco di Ornica Gino Quarteroni – ma all'iter burocratico che esclude da qualsiasi decisione vincolante le amministrazioni comunali. Molte società arrivano senza coinvolgerci, altre, fortunatamente, instaurano con l'ente pubblico locale quanto meno un dialogo.

Noi possiamo solo esprimere un parere, poi spetta alla Provincia e alla Regione rilasciare l'ok. La normativa, di fatto, ci esclude da qualsiasi possibilità di avere voce in capitolo: andrebbe rivista. Siamo di fronte a un far west e a una folle corsa che i Comuni semplicemente subiscono. E qualche cittadino inizia a preoccuparsi». Da qui l'assemblea pubblica che il Comune ha organizzato per informare il paese della situazione. Tre delle richieste arrivate a Ornica riguardano la Valle Inferno. «Abbiamo subito dato parere negativo – continua il sindaco –. Si tratta di una zona di pregio e rientra in un protocollo di sviluppo con e Provincia. E ospita anche una riserva ittica del Comune». Ma, al proliferare incontrollato di centraline, inizia ad essere contrario anche qualche altro amministratore della valle. «Purtroppo c'è un mercato drogato dagli incentivi – spiega il vi- cesindaco di Carmelo Goglio, capocentrale degli impianti Italgen in alta valle –. È solo grazie agli incentivi economici che tante società private chiedono e poi realizzano centraline di questo tipo. Hanno fondi grazie ai cosiddetti certificati verdi per l'energia pulita. Diversamente la costruzione di impianti simili, da noi, sarebbe poco vantaggiosa: la produzione di energia elettrica, infatti, è limitata e il contributo al fabbisogno energetico irrisorio. Vero che le percentuali che – grazie alle convenzioni con le proprietà – incassano i Comuni, di questi tempi, fanno comodo. Ma occorre attenzione all'impatto ambientale.  A Ornica sono sei le centraline idroelettriche previste sui corsi d'acqua del piccolo paese brembano.

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di Bergamo